Guglielmo I d'Orange: differenze tra le versioni
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[[File:Anna von Egmond.jpg|thumb|left|Ritratto di Anna di Egmont (c. 1550)]]
Il 6 luglio [[1551]], Guglielmo sposò [[Anna di Egmont]], ricca erede delle terre di suo padre, e il giovane principe ottenne i titoli di signore di [[Egmond]] e conte di [[Buren]]. La coppia ebbe tre figli. Quello stesso anno, Guglielmo venne nominato capitano nei reparti di cavalleria. Favorito da Carlo V, egli ebbe una splendida carriera e divenne comandante di una delle armate imperiali
Sua moglie Anna morì il 24 marzo [[1558]]. Successivamente Guglielmo ebbe una breve relazione con Eva Elincx, alla quale diede un figlio illegittimo, [[Giustino di Nassau]]:<ref>"Giustino di Nassau nacque probabilmente nel settembre del 1559, dal principe e da Eva Elinx, la quale, secondo alcuni, era la figlia del sindaco di Emmerich." (''[http://www.dbnl.org/tekst/vale001nede01_01/vale001nede01_01_0012.htm Adriaen Valerius, Nederlandtsche gedenck-clanck.]'' P.J. Meertens, N.B. Tenhaeff and A. Komter-Kuipers (eds.). Wereldbibliotheek, Amsterdam 1942; p. 148, note. (Dutch, on DBNL)).</ref><ref>"...nostro figlio Giustino di Nassau" in una lettera da Guglielmo di Orange a Diederik Sonoy datata 16 luglio 1582, [http://www.inghist.nl/pdf/wvo/pictures/10000-10999/10284.pdf facsimile].</ref> Guglielmo lo riconobbe ufficialmente e si prese la responsabilità della sua educazione, nominandolo successivamente anche ammiraglio della flotta olandese.
La [[Spagna]] deteneva all'epoca il controllo sull'area dei [[Paesi Bassi]], secondo quanto risultato dalla suddivisione territoriale che Carlo V aveva voluto all'atto della sua abdicazione,
=== Da politico a ribelle ===
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Il 25 agosto [[1561]], Guglielmo d'Orange si sposò per la seconda volta. La sua nuova moglie, [[Anna di Sassonia]], venne descritta dai contemporanei come "assorta nei suoi pensieri, debole, accondiscendente, ma allo stesso tempo crudele"<ref>Wedgwood (1944) pg. 50.</ref>, anche se si ritiene a ragion veduta che Guglielmo l'abbia sposata soprattutto per ottenere una maggiore influenza in [[Sassonia]], in [[Assia]] e nel [[Palatinato]].<ref>Wedgwood (1944) pg. 49.</ref> La coppia ebbe cinque figli.
Dal [[1564]] Guglielmo divenne sempre più un propugnatore attivo della sua critica, trovando sempre maggiore consenso, il che preoccupava particolarmente l'amministrazione spagnola che pure a suo tempo gli aveva concesso la massima fiducia e ora si trovava a dover escogitare uno stratagemma per combatterlo, ancora più dopo il suo ultimo matrimonio con una protestante
Successivamente, nella sua ''Apologia'' (1580), Guglielmo spiegò come la sua risoluzione ad opporsi al governo di Filippo II fosse nata nel giugno del [[1559]] quando, durante un viaggio di caccia a [[Bois de Vincennes]] assieme al duca di Alba ed al re [[Enrico II di Francia]], aveva udito una conversazione tra il re di Francia ed il duca spagnolo
All'inizio del [[1565]] un folto gruppo di membri della bassa nobiltà, tra i quali si trovava anche il fratello di Guglielmo, [[Luigi di Nassau|Luigi]], formò la Confederazione dei Nobili. Il 5 aprile di quell'anno essi presentarono una petizione a Margherita d'Austria, chiedendole la fine della persecuzione dei protestanti. Dall'agosto all'ottobre del [[1566]] un'ondata di iconoclasti (conosciuta come ''[[Beeldenstorm]]'') si diffuse in tutti i Paesi Bassi. Calvinisti, anabattisti e mennonisti, adirati per la loro persecuzione, iniziarono a distruggere le statue di santi di centinaia di chiese e monasteri cattolici olandesi.
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[[File:Anthonis Mor 020.jpg|thumb|left|[[Fernando Álvarez de Toledo]], duca di [[Alba de Tormes|Alba]], ritratto di [[Anthonis Mor]]]]
Dopo il suo arrivo nell'agosto del [[1567]], il duca d'Alba stabilì la fondazione del ''[[Consiglio dei torbidi]]'' (conosciuto popolarmente come ''Consiglio del Sangue'') per giudicare quanti fossero stati coinvolti nelle ribellioni e nell'iconoclastia. Guglielmo fu uno dei 10.000 richiamati dal Consiglio, ma non si presentò davanti alla corte. A seguito di questo fatto, venne dichiarato ufficialmente fuorilegge e le sue proprietà vennero confiscate.
Il duca d'Alba, nel frattempo, continuava ad emettere condanne a morte verso i nobili
=== La guerra ===
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[[File:Arms Nassau.png|thumb|upright|Stemma della Casata di Nassau (dal XIII secolo)]]
[[File:Charlottebourbon.jpg|thumb|Charlotte de Bourbon-Menpensier]]
Guglielmo rispose agli attacchi del duca d'Alba conducendo una grande armata nel [[Ducato di Brabante]], ma il duca spagnolo cautamente evitò un immediato confronto in campo aperto, aspettandosi che presto l'armata di invasori sarebbe stata dispersa, dal momento che man mano che avanzava, nelle armate di Guglielmo scoppiavano rivolte e, con l'approssimarsi dell'inverno e la mancanza di fondi, questi venne costretto a ritirarsi.<ref>Wedgwood (1944) pg. 109.</ref> Guglielmo, l'anno successivo, progettò nuovi piani per invadere l'area ma dovette rinunciarvi sempre per mancanza di supporto e denaro. Egli rimase ad ogni modo popolare come figura presso il pubblico, attraverso la propaganda estensiva portata avanti sulla sua persona unitamente alla circolazione di alcuni pamphlets.
Guglielmo d'Orange giustificava la propria guerra non come una volontà diretta di opporsi a Filippo II, ma di contrastarne solo l'inadeguato governo dei Paesi Bassi con la forza e con le truppe. Il 1º aprile [[1572]] una banda di ''Watergeuzen'' prese la città di [[Brielle]], che era stata lasciata scoperta dalle guarnigioni spagnole. Contrariamente all'ordinaria tattica del "mordi e fuggi", essi occuparono il villaggio e lo reclamarono in nome del principe di Orange, issandovi la sua bandiera in segno di conquista.<ref>Wedgwood (1944) pg. 120.</ref> Altre città seguirono questo esempio ed aprirono i loro cancelli ai ''Watergeuzen'' e presto gran parte delle città dell'[[Contea d'Olanda|Olanda]] e della [[Contea di Zelanda|Zelanda]] aderirono alla causa dei ribelli, con le notevoli eccezioni di [[Amsterdam]] e [[Middelburg]]. I ribelli, quindi, convocarono gli Stati Generali (anche se non erano tecnicamente qualificati per farlo) e ristabilirono Guglielmo d'Orange come statolder di Olanda e Zelanda.
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[[File:Louisecoligny.jpg|thumb|Louise de Coligny]]
[[File:Frederik Hendrik by Michiel Jansz van Mierevelt.jpg|thumb|Il principe Federico Enrico d'Orange]]
Malgrado la rinnovata unione, il duca di Parma si dimostrò vincente nella conquista di buona parte delle città del sud dei Paesi Bassi. Dal momento che egli, secondo il Trattato di Arras, si era impegnato a diminuire la presenza di truppe spagnole nei Paesi Bassi e siccome Filippo II necessitava
Il 22 luglio [[1581]] gli Stati Generali dichiararono apertamente la loro decisione di non riconoscere più Filippo II quale loro sovrano e questa formale dichiarazione d'indipendenza consentì al duca d'Angiò di portare aiuto più concretamente ai ribelli. Egli non giunse nei Paesi Bassi sino al 10 febbraio [[1582]], quando venne ufficialmente accolto da Guglielmo d'Orange a [[Vlissingen]]. Il 18 marzo, lo spagnolo [[Juan de Jáuregui]] tentò di assassinare Guglielmo ad [[Anversa]]. Anche se Guglielmo venne gravemente ferito, riuscì a sopravvivere grazie anche all'intervento di sua moglie Carlotta e di sua sorella Maria. Mentre però Guglielmo lentamente si riprendeva, la salute di Carlotta peggiorava ed ella morì il 5 maggio di quello stesso anno. Il duca di Angiò, nel frattempo, non era molto benvoluto dalla popolazione e addirittura le province di Olanda e Zelanda si rifiutarono di riconoscerlo quale loro sovrano, criticando apertamente la politica filofrancese di Guglielmo.
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Secondo il resoconto ufficiale,<ref>Preso dal resoconto degli Stati Generali del 10 luglio 1584, citato in J.W. Berkelbach van der Sprenkel, ''De Vader des Vaderlands'', Haarlem 1941, p. 29: "''Ten desen daghe es geschiet de clachelycke moort van Zijne Excellentie, die tusschen den een ende twee uren na den noen es ghescoten met een pistolet gheladen met dry ballen, deur een genaempt Baltazar Geraert... Ende heeft Zijne Excellentie in het vallen gheroepen: Mijn God, ontfermpt U mijnder ende Uwer ermen ghemeynte (Mon Dieu aiez pitié de mon âme, mon Dieu, aiez pitié de ce pouvre peuple)''".</ref> le ultime parole di Guglielmo furono:<ref>Anche se è credenza comune ormai tra gli storici che anche questa sia stata una diceria di propaganda. Vedi Charles Vergeer, "De laatste woorden van prins Willem", ''Maatstaf'' 28 (1981), no. 12, pp. 67-100.</ref>
{{Citazione|Mon Dieu, ayez pitié de mon âme; mon Dieu, ayez pitié de ce pauvre peuple.}}
:::("Mio Dio, abbi pietà della mia anima; mio Dio, abbi pietà di questo povero popolo.")
Secondo la storica inglese [[Lisa Jardine]], Guglielmo d'Orange risultò il primo capo di Stato ad essere assassinato con una pistola.
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