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Maometto
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Maometto (La Mecca, 570 circa – Medina, 8 giugno 632) è stato il fondatore e il profeta dell'Islam, «l'uomo che tutti i musulmani riconoscono loro profeta». È indicato in italiano arcaico anche come Macometto.Considerato l'ultimo esponente di una lunga tradizione profetica, entro la quale egli occupa per i musulmani una posizione di assoluto rilievo, venendo indicato come «Messaggero di Dio» (Allah), «Sigillo dei profeti» [10] e «Misericordia dei mondi»[11] (per citare solo tre degli epiteti onorifici attribuitegli per tradizione), Maometto sarebbe stato incaricato da Dio stesso – tramite l'angelo Gabriele[12] – di predicare l'ultima Rivelazione all'umanità. La sua nascita sarebbe stata segnata, secondo alcune tradizioni, da eventi straordinari e miracolosi. Orfano fin dalla nascita del padre (morto a Yathrib al termine d'un viaggio di commercio che l'aveva portato nella palestinese Gaza), Maometto rimase precocemente orfano anche di sua madre che, nei suoi primissimi anni, l'aveva dato a balia a Ḥalīma bt. Abī Dhuʿayb, della tribù dei Banū Saʿd b. Bakr, che effettuava piccolo nomadismo intorno a Yathrib. Viste le difficoltà economiche in cui si trovava, Abū Ṭālib, zio di Maometto e figura centrale nella sua vita fin dalla giovanissima età, consigliò al nipote di lavorare come agente per la ricca e colta vedova Khadīja bt. Khuwaylid, essendo egli stesso ormai impossibilitato a rifornire il nipote di mercanzie proprie. Successivamente, ormai figura affermata nella società, Maometto prenderà nella sua casa ʿAlī, figlio di Abū Ṭālib e figura centrale dello sciismo, a tutti gli effetti adottandolo. La fama di Maometto come commerciante «onesto, equo ed efficiente», che gli erano valsi il soprannome di al-Amīn (il Fidato), portarono Khadìja a offrirgli la guida e la gestione di un suo carico di mercanzie per la Siria e Yemen. L'operazione generò un profitto maggiore del previsto per Khadìja, che rimase favorevolmente impressionata dalle sue capacità ma anche dalle altre qualità del suo agente. Due mesi dopo il ritorno di Maometto alla Mecca da un viaggio in Siria, la quarantenne Khadìja, attraverso un'intermediaria, si propose in sposa al venticinquenne Maometto. Lo stesso anno, il 595, i due si sposarono. Quando, quindici anni dopo, Maometto sarebbe stato prescelto da Allah per ricevere la sua rivelazione, Khadìja fu il primo essere umano a credere a quanto le diceva il marito e lo sostenne sempre, con forte convinzione, fino alla sua morte avvenuta nel 619. A lui, in una vita di coppia senz'altro felice, dette quattro figlie - Zaynab, Ruqayya, Umm Khulthūm e Fāṭima, detta al-Zahrāʾ (le prime tre destinate però a premorire al padre) - oltre a due figli maschi (al-Qàsim e ʿAbd Allah) che morirono tuttavia in tenera età. Alcuni anni dopo il matrimonio, nel 605, il primo biografo del Profeta, Ibn Isḥāq, riferisce il ruolo fortuito avuto dal futuro Profeta nel reinserimento della pietra nera - situata in quella che è oggi la Grande Moschea della Mecca - nella sua collocazione originaria. el 610 Maometto, affermando di operare in base a una rivelazione ricevuta, cominciò a predicare una religione monoteista basata sul culto esclusivo di un Dio, unico e indivisibile.Maometto, raccontò che la rivelazione era stata preceduta da sogni con forti connotazioni spirituali. Furono proprio questi sogni a sospingere Maometto, benestante e socialmente ben inserito, verso una pratica spirituale molto intensa e sono quindi considerati anticipatori della rivelazione vera e propria.[29] Dunque Maometto, come altri ḥanīf, cominciò a ritirarsi a cadenze regolari in una grotta sul monte Hira, vicino alla Mecca, per meditare. Secondo la tradizione, una notte intorno all'anno 610, durante il mese di Ramadan, all'età di circa quarant'anni, gli apparve l'arcangelo Gabriele (in arabo Jibrīl o Jabrāʾīl, ossia "potenza di Dio": da "jabr", potenza, e "Allah", si rivolse a lui con le seguenti parole: «Leggi, in nome del tuo Signore, che ha creato, ha creato l'uomo da un grumo di sangue! Leggi! Ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato l’uso del calamo, ha insegnato all'uomo quello che non sapeva[30]» Turbato da un'esperienza così anomala, Maometto credette di essere stato soggiogato dai jinn e quindi impazzito (majnūn, "impazzito", significa letteralmente "catturato dai jinn") tanto che, scosso da violenti tremori, cadde preda di un intenso sentimento di terrore. Secondo la tradizione islamica Maometto poté in quella sua prima esperienza teopatica sentire le rocce e gli alberi parlargli. Preso dal panico fuggì a precipizio dalla caverna in direzione della propria abitazione e, nel girarsi, raccontò di aver visto Gabriele sovrastare con le sue ali immense[31] l'intero orizzonte, e lo sentì rivelargli di essere stato prescelto da Dio come suo Messaggero (rasūl). Maometto cominciò dunque a predicare la Rivelazione che gli trasmetteva Jibrīl, ma i convertiti nella sua città natale furono pochissimi per i numerosi anni che egli ancora trascorse alla Mecca. Fra essi il suo amico intimo e coetaneo Abū Bakr[35] e un gruppetto assai ristretto di persone che sarebbero stati i suoi più validi collaboratori: i cosiddetti "Dieci Benedetti" (al-ʿashara al-mubashshara). I principali seguaci di Maometto furono giovani - figli o fratelli di mercanti - oppure persone in rotta con i loro clan di origine, insieme a stranieri la cui posizione nella società meccana era piuttosto fragile. In generale i meccani non presero sul serio la sua predicazione, deridendolo. Secondo Ibn Sa'd, le persecuzioni dei musulmani alla Mecca cominciarono quando Maometto annunciò i versetti che condannavano l'idolatria e il politeismo, mentre gli esegeti coranici le situano con l'inizio delle predicazioni pubbliche. Maometto morì a Medina, dopo aver compiuto il Pellegrinaggio detto anche il "Pellegrinaggio dell'Addio", senza indicare esplicitamente chi dovesse succedergli alla guida politica della Umma. Lasciava nove vedove - tra cui ʿĀʾisha bt. Abī Bakr - e una sola figlia vivente, Fāṭima, andata sposa al cugino del profeta, ʿAlī b. Abī Ṭālib, madre dei suoi nipoti al-Ḥasan b. ʿAlī e al-Ḥusayn b. ʿAlī. Fatima, piegata dal dolore della perdita del padre e logorata da una vita di sofferenze e fatiche, morì sei mesi più tardi, diventando in breve una delle figure più rappresentative e venerate della religione islamica.
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