Guardiagrele: differenze tra le versioni

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[[File:Bolognino di Guardiagrele.jpg|miniatura|upright=1.2|sinistra|Fronte e retro di un bolognino di Guardiagrele.]]
Nel [[1391]] [[Ladislao di Durazzo]] concesse alla città il permesso di battere [[moneta]], come ringraziamento del sostegno dimostrato al re. Nel [[1420]] infatti la città si dotò di autonomi [[Statuto comunale|statuti comunali]] - importanti documenti cui l'attuale amministrazione comunale non ammette accesso agli studiosi - dando inizio ad un lungo periodo di lotte contro i numerosi tentativi di riconquista da parte dei vecchi padroni. Nel 1495, la città fu infeudata a Pardo Orsini che riattivò la zecca, coniando un cavallo a suo nome, col titolo di ''Comes Manupelli'' (si veda la recente e varia bibliografia di Simonluca Perfetto). I secoli successivi furono per la città abruzzese un periodo di declino demografico, economico e culturale, anche a causa delle numerose calamità naturali che la interessarono. Fra queste ultime, oltre al già accennato terremoto, vi fu l'epidemia di [[peste]] del [[1566]] e del [[1656]], periodiche carestie e il disastroso terremoto del [[1706]].
 
Nel [[1799]] Guardiagrele fu assediata e saccheggiata dalle truppe francesi del generale Coutard, che causarono la morte di 328 cittadini guardiesi. Il malcontento provocato dalle nuove forme di organizzazione agricola introdotte dopo l'unificazione d'Italia favorirono il fenomeno del [[brigantaggio]], che vedeva nel guardiese Domenico Di Sciascio uno degli esponenti più noti, essendo egli capo della ''Banda della Maiella''. Altro fenomeno causato da questo malessere fu l'emigrazione, specialmente verso l'[[America]] e l'[[Australia]].