Elemento (filosofia): differenze tra le versioni

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È stato però [[Aristotele]] il primo a dare una esauriente analisi del concetto.
{{citazione|Per elemento s'intende il componente primo di una cosa qualsiasi in quanto sia di una specie irriducibile a una specie diversa: in tal senso, per es., gli elementi delle parole sono gli elementi di cui le parole consistono e nelle quali da ultime si dividono {{sic|perchéperchè}} <ref>"''perchè''" - così nel testo originario</ref> non possono a loro volta essere divisi in parti di specie differente. Se si divide un elemento, le sue parti sono della stessa specie e, per esempio, una parte di acqua è acqua, mentre la parte di una sillaba non è una sillaba.|''[[Libro Quinto della Metafisica]]'', 3, 1014a 30<ref>Traduzione tratta da [[Nicola Abbagnano]], ''Dizionario di filosofia'', ed. UTET, 1971 (ristampa 1992), ISBN 88-02-01494-9, lemma ''Elemento'' (cfr. [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Aristot.+Met.+5.1014a&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0052 testo] su perseus.tufts.edu).</ref>}}
 
Il riferimento a "[[quattro elementi]]" (fuoco, aria, acqua e terra) è comune a tutte le cosmogonie. Tanto l'Oriente quanto l'Occidente hanno concepito una stretta connessione tra il [[microcosmo]] umano e il [[macrocosmo]] naturale. Dall'equilibrio degli elementi dipendeva la vita della specie umana e la sopravvivenza del [[cosmo]]: l'universo ordinato, sorto dal caos, era governato da personificazioni divinizzate dei quattro elementi.<ref>Anna Marson, ''Archetipi di territorio'', Alinea Editrice, 2008 p.23 e sgg.</ref>