Provincia di Pesaro e Urbino: differenze tra le versioni
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La provincia di Pesaro e Urbino tiene pertanto a mantenere una propria ideale autonomia, da un lato a causa delle vicende storiche in gran parte del tutto diverse e indipendenti da quelle del resto delle Marche; dall'altro perché il suo territorio ha una identità ben definita e corrisponde a quello dell'antico Ducato di Urbino, fatta eccezione per Senigallia (ora in provincia di Ancona), [[Gubbio]] (ora in Umbria) e i sette comuni secessionisti della [[Val Marecchia]] passati in Emilia-Romagna a seguito del referendum del 2009.
In base all'art. 1 dello [[Statuto (diritto)|Statuto]] provinciale, la Provincia di Pesaro e Urbino – già istituita con decreto 22 dicembre 1860 n. 4495<ref>[http://
La provincia originaria includeva il territorio di 7 Comuni dell'alta [[Valmarecchia|valle]] del fiume [[Marecchia]], in quanto parte del [[Montefeltro]] e del [[Ducato di Urbino]]. [[Pio VII]], il 6 luglio [[1816]], nella riorganizzazione dell'amministrazione dello [[Stato della Chiesa]], aveva infatti compreso anche queste terre nella [[delegazione di Urbino e Pesaro]] con ''[[motu proprio]]''. Nel [[2009]], [[San Leo (Italia)|San Leo]], [[Novafeltria]], [[Maiolo]], [[Talamello]], [[Pennabilli]], [[Casteldelci]], [[Sant'Agata Feltria]], a seguito di referendum consultivi nei territori comunali e di approvazione di legge ordinaria che accoglieva il risultato favorevole degli stessi referendum, sono stati distaccati dalle Marche e aggregati all'Emilia-Romagna. Primo caso nella storia dell'Italia repubblicana.
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