Chiese dell'Aquila: differenze tra le versioni

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La facciata neoclassica è molto sobria, con un architrave sopra il portale di bronzo, e nicchie laterali cieche. Alla base v'è un ordine di colonne ioniche del Benedetti. Nel 1928 furono costruite le due torri campanarie gemelle laterali, con sotto la cella due meridiane. L'interno è molto più ricco, realizzato tra il 1711 e il 1780 in stile barocco, con pianta a croce latina, a navata unica, con cappelle laterali. Di medievale resta il sepolcro quattrocentesco di [[Silvestro dell'Aquila]], realizzato per il Cardinal Agnifili. A sinistra dell'entrata v'è il fonte battesimale di Giovanni de' Rettori. Tra i dipinti la ''Disputa di Gesù tra i Dottori'' (XVI sec) di Francesco da [[Montereale]], la ''Presentazione di Maria al Tempio'' di Baccio Ciarpi, e il ''San Carlo tra gli appestati'' di [[Teofilo Patini]].
 
=== ''Quarto di Santa Maria'' ===
==== Chiesa di Santa Maria Paganica ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria Paganica}}
[[File:Paganica porta della chiesa di Santa Maria.jpg|thumb|190px|left|Incisione storica del portale maggiore di Santa Maria Paganica]]
Chiesa capoquarto del [[Quarto di Santa Maria|rione storico di Santa Maria]], sorge sul punto più elevato della città<ref name="perdonanza-celestiniana.it"/>, nell'omonima piazza, accanto il [[Palazzo Ardinghelli]], eretta nel 1390 dai castellani di contrada [[Paganica]]; e presenta un impianto [[XVIII secolo|settecentesco]] dovuto alla ricostruzione avvenuta dopo il [[terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto]] del [[1703]]. Un altro violento [[Terremoto dell'Aquila del 2009|terremoto]] nel [[2009]] ha provocato il crollo di parte delle cappelle laterali e dell'intera [[copertura]]. Di importanza sono il campanile, curiosa trasformazione in ambito cristiano di una torre di avvistamento, molto compatta, con base a contrafforti (che fu tagliata nel 1534 circa per evitare attacchi contro il forte spagnolo), e il portale romanico della facciata, di stampo molto simile a quello della chiesa di Santa Giusta, con una decorazione a rilievo, nella lunetta, della Madonna col Bambino. Oltre l'oculo centrale, la sopraelevazione risale al Settecento dopo il terremoto del 1703. La chiesa ha impianto monumentale rettangolare, con la sopraelevazione contraffortata ai lati da archi rampanti, e prima del 2009 si conservava all'altezza del presbiterio una cupola circolare senza tamburo, con affreschi di allievi del pittore [[Teofilo Patini]].
 
==== Basilica di San Bernardino ====
{{vedi anche|Basilica di San Bernardino}}
 
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Interno a croce latina, con tre navate, con aspetto fastosamente barocco, ricostruito dopo il terremoto del 1703. Di particolare interesse sono l'organo e il soffitto della navata centrale, a cassettoni lignei, intagliati e dipinti in oro e azzurrino, a opera di Ferdinando Mosca da [[Pescocostanzo]] (1723-27), che curò anche l'organo dell'entrata. La pittura del soffitto è attribuita a Girolamo Cenatiempo. Le cappelle laterali presentano due monumenti di grande rilievo: il Mausoleo Camponeschi, e il Mausoleo di San Bernardino. Quest'ultimo è stato commissionato dal mercante [[Jacopo di Notar Nanni]] aquilano nel 1489, a Silvestro dell'Aquila. Esso è a base quadrilatera a due ordini di lesene decorate da nicchie con dentro sculture di varie scene della vita del santo.
 
==== Chiesa di San Silvestro ====
{{vedi anche|Chiesa di San Silvestro (L'Aquila)}}
 
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La chiesa fu fondata circa nel [[1254]], durante la costruzione della nuova città. Danneggiata dal terremoto del [[1315]], poi nel 1349, fu restaurata l'anno successivo nell'impianto attuale. Furono inglobate nella chiesa parte delle [[Mura dell'Aquila]], in particolare un torrione, usato per il campanile. Dopo il terremoto del [[1461]], la famiglia nobile Branconio, sempre più influente, finanziò i ripari della chiesa, con opere rinascimentali all'interno, opera di Francesco da Montereale. Nel [[1586]] la Cappella Branconio, fatta costruire dalla stessa famiglia per simboleggiare la propria potenza e mecenatismo, fu affrescata magnificamente da Giovanni Paolo Donati, e nel 1625 modificata da Giulio Cesare Bedeschini. Nel 1703 fu devastata dal ''Grande Terremoto'', e l'interno fu profondamente modificato in stile puramente barocco, poi smantellato nei restauri degli anni '70.
 
==== Chiesa di Santa Maria del Carmine (o Santa Maria di Assergi) ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria del Carmine (L'Aquila)}}
 
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Porta nel rione Santa Maria a est, lungo via Carmine. Chiesa del [[XIII secolo]], costruita durante la Fondazione del castello di [[Assergi]], che la chiamò come la parrocchia del piccolo borgo sul Gran Sasso. La chiesa subì varie modificazioni, e nel 1609 fu retta dalla Congrega della Beata Vergine del Carmelo, da cui il nome. Dopo il terremoto del 1703 fu nuovamente modificata con uno schema barocco, che praticamente avvolge tutta la struttura.
 
==== Monastero di Sant'Amico delle Agostiniane femmine ====
[[File:Madonna con Bambino e santi- L'Aquila.jpg|thumb|upright=1.2|Lunetta del portale di Sant'Amico, affrescata da [[Antonio da Atri]] (XV secolo), raffigurante la Madonna col Bambino tra Sant'Agostino e Sant'Amico]]
 
Si trova nel rione Santa Maria, nella piazza omonima, in un locale parallelo al viale Duca degli Abruzzi. Abitato sin dal 1370 dalle monache agostiniane, fu un luogo di silenzio e di preghiera, difficilmente accessibile al clero; fino al terremoto del 2009 era abitato da dieci monache con stabile residenza. I restauri del dopo sisma si sono conclusi nel [[2014]]. Durante i restauri sono stati scoperti importanti affreschi cinquecenteschi, poiché dopo il 1703 il monastero era stato ricostruito in forme barocche. La chiesa esterna ha un aspetto rinascimentale-barocco sobrio, con un portale di forme classiche, dove si conserva un affresco di [[Antonio da Atri]] della Madonna col Bambino, l'interno è a navata unica, riccamente decorato da stucchi. Sul fianco si apre il monastero, oggi trasformato in parte in convitto per l'educazione, sin dall'antichità, delle più importanti famiglie aquilane. Nel Seicento il monastero venne rifondato dal vescovo De Rueda, per raggiungere fino al primo '700 il massimo splendore. La configurazione non è stata alterata fino ad oggi: un complesso di volumi disposti a T, coro e chiesa con antistante atrio, su cui si aprono due portali in pietra, uno a timpano curvilineo intero, e l'altro più grande d'ingresso, di aspetto settecentesco. In seguito agli interventi di restauro, la parte più antica del monastero di matrice quattrocentesca, con porticati e ambienti voltati a crociera ornati dagli affreschi rinascimentali, è tornata all'originale fattura.
 
==== Chiesa di San Basilio ====
Si trova nel rione Santa Maria, nel piazzale omonimo a ridosso delle mura, dove nel primo '900 fu fondato l'ospedale San Salvatore (presso l'ex monastero di Sant'Agnese). Il monastero fu fondato secondo la tradizione nel 496 d.C. da [[Equizio (abate)|Sant'Equizio]], discepolo di [[San Benedetto]] e terzo dei 4 patroni aquilani. La chiesa attuale però, dalle testimonianze esistenti, si può datare intorno all'anno 1000 come prima ricostruzione; nel 112 fu riconsacrata dal vescovo Dodone, e visse i suoi periodi più floridi come sede delle Monache Benedettine Celestine, alla pari di altre congregazioni femminili monastiche dell'Aquila, come la chiesa di Sant'Amico. Le monache contribuirono con il convitto a potenziare la crescita culturale ed economica della città; nel [[1493]] la regina [[Giovanna II di Napoli]] andò a visitarlo, così come Maria Pereyra Camponeschi, parente di [[papa Paolo IV]]. Nel XVII secolo le Benedettine vennero sostituite dalle Celestine e fu in questo periodo che il monastero fu ricostruito secondo le forme barocche.
 
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Presso la facciata della chiesa si trova il monumentale barocco prospetto del monastero, che si articola su sovrapposte file di finestre, racchiuse in corpose cornici aggettanti. Il progetto del nuovo convento settecentesco venne assegnato a Sebastiano Cipriani, che si occupò anche della ricostruzione della Cattedrale aquilana, dopo il 1703. Interventi per le decorazioni lignee furono affidati al maestro Donato Rocco Cicchi di [[Pescocostanzo]].
 
==== Chiesa di Santa Maria di Farfa (o Forfona) ====
[[File:L'Aquila - Chiesa di Santa Maria di Forfona 07.jpg|thumb|Santa Maria di Forfona (foto del 2018)]]
 
Chiesa del rione Santa Maria, posta all'estremo est delle mura, presso Porta Leoni (Piazzale Giacomo Matteotti). La chiesa, benché sia del [[XIII secolo]], è frutto di un rifacimento del 1938, che l'ha profondamente cambiata nell'aspetto planimetrico, conservando solo la facciata romanica. La facciata a coronamento orizzontale, seguendo il modello delle tipiche facciate aquilane, presenta un portale strombato a tutto sesto, con due colonne laterali dove campeggiano due leoni. Dopo la divisione marcapiano sorge un oculo, che in origine era un rosone, ed è sorretto da due angeli in rilievo. L'interno è a navata unica, ed è molto semplice.
 
==== Chiesa di Santa Maria della Misericordia ====
[[File:L'Aquila - Chiesa di Santa Maria della Misericordia 01.jpg|thumb|Chiesa della Misericordia]]
Si trova nel rione Santa Maria, nei pressi della collegiata di San Silvestro, in via Coste della Misericordia. Fu costruita a metà Cinquecento, dopo un evento miracoloso dell'apparizione della Vergine. I lavori iniziarono nel [[1528]], su progetto di maestranze lombarde e terminarono nel 1531. Tre anni più tardi venne realizzato il tabernacolo ligneo, opera di Paolo di Marino da [[Barete]], e l'anno successivo si decorerà la cappella principale, dove si trova l'icona sacra della Vergine della primitiva chiesetta. Dopo il terremoto del 1703 la facciata venne ricostruita seguendo lo schema tipico tardo romanico celle chiese aquilane: coronamento orizzontale con portale cinquecentesco a timpano triangolare, e grande oculo centrale in asse. L'interno venne restaurato in forme barocche, anche se già era a navata unica con cappelle laterali.
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All'interno inoltre si trovano tracce di affreschi rinascimentali che erroneamente sono stati attribuiti a Giovan Francesco delle Palombelle, e raffigurano scene della Passione e del Vangelo, come l'Annunciazione, l'Incoronazione. La navata è coperta da volta a botte lunettata, ornata da cornici a stucco. Il disegno delle pareti laterali è stato affidato a una teoria di paraste corinzie ribattute, poste in corrispondenza dell'attacco dei lunettoni della volta superiore, ad inquadrare i sei altari laterali (tre per lato), incorniciati da gruppi di lesene e controlesene, che sorreggono la trabeazione curvilinea, affiancata da specchiature laterali. L'aula è fasciata da una trabeazione continua al di sopra della quale si aprono ampi finestroni rettangolari con timpano semicircolare a sesto ribassato, e decorazione a stucco, composta da putti con ghirlande di fiori. Secondo l'Antonini la decorazione a stucco è da ricondursi a un intervento seicentesco, mentre nel tardo Settecento è stata realizzata la decorazione rococò che riveste la volta della navata.
 
==== Ex monastero di Santa Maria dei Raccomandati ====
Si trova sul Corso Vittorio Emanuele, collegato al Palazzo Fibbioni Lopez, quasi all'intersezione della strada con via San Bernardino. Confinando anche col Quarto di Santa Giusta, questo monastero risale al XIII secolo, possedimento dei Padri Celestini di Collemaggio, e soppresso nel 1867, quando divenne la provvisoria sede comunale de L'Aquila. Successivamente nei primi anni del Novecento è divenuto il museo archeologico civico, che ospita una collezione molto vasta di reperti, tra i pezzi ci sono un letto ad osso rinvenuto a Bazzano, e momentaneamente esposto a Chieti. La chiesa di originale conserva uan parte della facciata medievale con un'elegante bifora gotica, l'interno invece a navata unica è stato rifatto nel 18225, e di antico si conserva un affresco rinascimentale della Madonna.
 
==== Chiesetta del Crocifisso ====
 
Si trova nel Parco del Castello, costruita presso un torrione delle mura medievali (presso l'antica Porta Paganica), che oggi funge da campanile. La chiesa risale al 1607 voluta da Baltasar de Zuniga; nel 1628 fu realizzata nei pressi una Via Crucis, che raggiungeva la chiesa della Madonna del Soccorso presso il cimitero. La chiesa ospitò anche un tribunale inquisitorio per la tortura dei condannati; nel corso dei restauri sono stati trovati affreschi tardo rinascimentali. Ha pianta longitudinale a croce latina, con il primo corpo della chiesa, molto semplice a forma di capanna, conclusa sul retro dal gruppo delle torri medievali, tre, delle quali la maggiore che funge da abside. L'interno è ad aula unica.
 
=== ''Quarto di Santa Giusta'' ===
==== Basilica di Santa Maria di Collemaggio ====
{{vedi anche|Basilica di Santa Maria di Collemaggio}}
 
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L'interno ha un impianto gotico, a pianta a croce latina con tre navate, costruito dal Moretti, che lavorò anche nelle chiese di Santa Maria della Tomba e San Panfilo a [[Sulmona]]. Dopo il terremoto del 1703 l'interno era stato rivestito di colonne barocche sulle tre navate, e un soffitto a cassettoni lignei, smantellato poi completamente nei restauri degli anni '70. Le arcate sono ogivali e poggiate su pilastri a pianta ottagonale. Di particolare importanza i dipinti collocati lungo la navata destra, cioè la ''Madonna con Sant'Agnese e Sant'Apollonia'' - ''Assunzione e Incoronazione della Vergine'' - ''Vita di Pietro da Morrone'', opera di [[Carl Ruther]] da [[Danzica]], allievo del Rubens. Il soffitto, restaurato dopo quello barocco, è in legno, di tipico stile gotico. L'abside è realizzato con il prolungamento delle tre navate e la realizzazione di due tribune laterali a semiottagono, e una centrale ottagonale. Di interesse sulla cappella a destra il [[Mausoleo di Celestino V]].
 
==== Chiesa di Santa Giusta da Bazzano ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Giusta}}
 
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La facciata è di particolare interesse. Fu eretta in stile romanico dopo il terremoto del 1349, rivestita in pietra bianca, e divisa orizzontalmente con cornice marcapiano, incanalata tra lesene, tripartita verticalmente da paraste. La banda verticale di destra ha un abbellimento del fontanile: una vasca rettangolare in pietra, in quadrata tra otto colonnine. Il portale presenta una lunetta affrescata da Giovanni Antonio di [[Lucoli]], raffigurante la Madonna col Bambino tra San Giovanni e Santa Giusta di Bazzano. Il coronamento della facciata è costituito da una sequela di archetti romanico-gotici, mentre al centro della parte superiore figura il rosone a raggi, dove sono visibili 12 figure umane che mantengono simbolicamente la struttura.
 
==== Chiesa di San Flaviano ====
{{vedi anche|Chiesa di San Flaviano (L'Aquila)}}
 
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Lo stile della facciata riprende il classico schema aquilano a forma quadrangolare, con lesene laterali e cornicione orizzontale; una cornice marcapiano la divide orizzontalmente; il piano inferiore è cinquecentesco, così come il rosone posticcio. Il portale è l'unico elemento veramente originale, risalente al XIII secolo, e ispirato alla Porta Santa di Collemaggio.
 
==== Chiesa di San Marco di Pianola ====
{{vedi anche|Chiesa di San Marco (L'Aquila)}}
 
La chiesa è ffiancata quella di Sant'Agostino nell'omonima piazza. Chiesa del [[XIII secolo|XIII]]-[[XIV secolo]], costruita durante la Fondazione dai castellani di Pianola di Roio, posta nella piazza omonima, accanto alla barocca chiesa di Sant'Agostino. Questo complesso dei Monaci Agostiniani fu eretto nel tardo Duecento con la concessione di Carlo II d'Angiò, e di certo lo stile era del tutto diverso da quello della ricostruzione post sisma 1703 A causa di mancanza di fondi, dopo il terremoto del 2009 i lavori sono ancora fermi. Ha pianta rettangolare a navata unica, di cui la facciata rimane la parte originale del XIII secolo, caratterizzata da muratura in pietra bianca e portale trilobato con lunetta trecentesca affrescata. I due campanili laterali sono un'aggiunta del Settecento. La parte retrostante è decorata da un'abside
 
==== Chiesa di Sant'Agostino ====
{{vedi anche|Chiesa di Sant'Agostino (L'Aquila)}}
[[File:L'Aquila San Agustino 01.jpg|thumb|Sant'Agostino nel 2008, prima del terremoto]]
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*La seconda facciata è scandita da due colonne con capitelli corinzi che ornano il portale semplice. Sui pilastri del tamburo è possibile vedere resti di due colonne robuste che probabilmente erano le portanti della precedente chiesa rinascimentale.
 
==== Chiesa di Santa Maria degli Angeli e convento ====
[[File:Chiesa di San Flaviano (L'Aquila).jpg|thumb|Chiesa di San Flaviano]]
 
Si trova presso [[via Fortebraccio]] nel rione Santa Giusta, costruita nel [[XIV secolo]] insieme al convento omonimo annesso alla villa Alfieri, ma successivamente ridotta rispetto all'imponente facciata che appare sulla strada. La chiesa fu costruita dai castellani di Vasto, borgo di [[Assergi]], intitolata alla Madonna del Vasto. La chiesa storica sorgeva presso la zona dove sorge il [[Forte spagnolo]], abbattuta dunque verso il 1534, ricostruita presso lo storico ex ospedale San Salvatore, e infine ricostruita sotto la villa comunale, conservando perfettamente la storica facciata, rimontata nel [[1933]] dall'impresa [[Barattelli Costruzioni e Restauri 1885|Baratelli]]. Le uniche aperture inserite nel semplice prospetto a cortina di pietra all'aquilana con coronamento orizzontale, si ispirano alla rosa destra e ai portali minori della [[Basilica di Santa Maria di Collemaggio]], a poca distanza. La mostra a strombo del rosone riccamente intagliato racchiude un traforo in cui spiccano 14 colonnine a sostegno di altrettante arcatelle a tutto sesto trilobate all'interno, e contrapposte da ulteriori archetti trilobati.
 
==== Chiesa di Santa Maria di Picenze ====
Si trova a Porta Tione, realizzata dai castellani di [[Poggio Picenze]]. Dalle notizie storiche la chiesa tardo-duecentesca presentava un corpo più consistente dell'odierno, comprendete anche il fabbricato settecentesco retrostante. Già nel '400 la parrocchia era in decadenza per l'assottigliarsi del numero di parrocchiani, e forse il terremoto del 1461 le dette un colpo mortale. Ricostruita in forme barocche, divenne la parrocchia privata della famiglia Alfieri, che nel 1585 iniziò ad ospitare la Confraternita della Trinità, e nel 1577 si dotò di ospedale per gli ammalati. La forma attuale della chiesa si presenta nel solito allungato volume rettangolare a capanna, cui si antepone la verticale netta della facciata. Essa ricalca la forma precedente i grandi terremoti che sconvolsero la struttura, poiché sulla parete di via Celestino V rimane un affresco quattrocentesco ritraente la Madonna con i santi. Il prospetto principale è posteriore al terremoto del 1703, un quadrante murario intonacato, entro un telaio di pietra concia a paraste angolari, collegate da cornice piana. In basso si apre un portale a luce rettangolare, con mostre scorniciate e timpano spezzato con in mezzo il fastigio della croce; nell'ordine superiore una finestratura rettangolare con base rilevata, cornice e fregio, fiancheggiata da due piccole aperture ovali. L'interno è un esempio unico aquilano per la sua resa spaziale. Il vano unico, entro la rigida scatola muraria, e sotto un soffitto piano, all'interno presenta un gioco sapiente di posizionamento di modelli parietali corinzie e trabeazioni, alternate a masse plastiche articolate in riseghe e segmenti, da lasciar intendere un antico impianto cruciforme, su tronco retto di tre ovali geometrici. Gli altari laterali sono in risalto grazie alle paraste monumentali, l'altare maggiore è più grande, accogliendo la statua lignea della Vergine.
 
==== Chiesa di San Paolo dei Barnabiti ====
Si trova tra via Goriano Valle e via Celestino V. Fu fondata nel 1610 dai Padri Barnabiti, che riformarono un collegio nuovo presso l'antica chiesa di San Paolo e San Barnaba, in gestione alla famiglia Carli. La chiesa ebbe notevole influsso sui castellani del quarto fino alla metà dell'800, quando gli ordini furono soppressi, e l'educazione venne affidata a collegi civili e non più religiosi. La chiesa è molto semplice, completamente trasformata nello stile barocco. Si affaccia su via Celestino V, ed ha un aspetto molto semplice e sobrio, con portale architravato a timpano triangolare, e annesso corpo settecentesco rettangolare per il collegio dei Padri. L'interno a navata unica conserva il tipico fastigio di stucchi e paraste corinzie, con cappelle laterali.
 
==== Chiesa di Cristo Re ====
[[File:Cristo Re (L'Aquila).jpg|thumb|Chiesa di Cristo Re]]
{{vedi anche|Chiesa di Cristo Re (L'Aquila)}}
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La chiesa che ha subito danni a causa del terremoto del 2009, è stata restaurata e successivamente, riaperta nel 2014.
 
=== ''Quarto di San Pietro'' ===
==== Chiesa di San Pietro a Coppito ====
{{vedi anche|Chiesa di San Pietro a Coppito}}
[[File:L'Aquila, San Pietro a Coppito 2007 by-RaBoe-1.jpg|thumb|left|upright=1.2|Vista della piazza e della chiesa di San Pietro di Coppito]]
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La facciata originaria era medievale, di stampo romanico. Dopo il terremoto del 1703 essa fu ricostruita completamente in stile barocco, decorata da paraste e cornici marcapiano. Negli anni '70 un restauro completo della chiesa in chiave medievale demolì la facciata per la ricostruzione secondo lo schema originale. Essa è rivestita in pietra bianca, si presenta divisa orizzontalmente da cornice marcapiano, e verticalmente da lesene. Il coronamento è costituito da arcatelle cieche a sesto acuto, poggiate su elementi zoomorfi. Il portale romanico è affiancato da due leoni in pietra di epoca romana, provenienti dal sito archeologico di ''[[Amiternum]]''; al di sopra del portale si staglia una finestra circolare invetriata. Il portale ogivale è in stile borgognone, e la torre campanaria è a pianta ottagonale, la cui parte superiore è frutto di una ricostruzione post-sisma 1703.
 
==== Complesso monastico di San Domenico ====
{{vedi anche|Chiesa di San Domenico (L'Aquila)}}
 
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La chiesa è in realtà un Complesso Conventuale molto ampio, organizzato nella chiesa principale a pianta a croce latina, e in una struttura del convento e dell'ostello dei pellegrini. La facciata è molto semplice, ma solenne, nonché incompiuta dei restauri del dopo-terremoto 1703. Essa, in pietra squadrata, risalente al XIV secolo, con due finestroni circolari laterali che circondano quello maggiore centrale. Di interesse soprattutto il portale romanico in pietra bianco-rossa, molto simile a quello di Collemaggio.
 
==== Chiesa di Santa Margherita o dei Gesuiti ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Margherita (L'Aquila)}}
 
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Nel rione San Pietro, lungo via Andrea Bafile e la piazzetta omonima, si affaccia nell'omonima piazza. Costruita nel [[1636]] demolendo la vecchia chiesa medievale, per volere dei Padri Gesuiti, costituisce l'unico edificio religioso del quartiere aquilano con annesso collegio ad essere sopravvissuto sino ad oggi. Il progetto di costruzione era davvero ambizioso, ma vari contrattempi ne impedirono il completamento, come si denota già dalla facciata: essa è rozza, mostrante ancora i dentelli per le impalcature, e solo il semplice portale architravato rende il contesto interessante. Il progetto prevedeva una pianta a croce latina con transetti e absidi; l'interno è molto più ornato dell'esterno. La pianta è rettangolare a navata unica, coperta da volta a botte, affiancata da tre prodfnde cappelle per lato, intermezzate da setti murari scanditi da coppie di paraste corinzie. Interessante è l'alternanza tra i vuoti delle cappelle e le parti del muro, articolazione nota come "travata ritmica". Gli stucchi delle pareti della navata e delle volte delle cappelle creano una decorazione plastica che conferisce alla chiesa un notevole carattere barocco tra le varie chiese aquilane.<br>Arrangiata risulta l'abside, poiché costruita non seguendo il progetto originale; la parete è tripartita in verticale dalle medesime paraste presenti nel resto dell'aula, al centro vi è una nicchia contente il [[Sacro Cuore]], mentre le bande laterali sono quasi completamente riempite da due grandi dipinti incorniciati: ''Santa Margherita Alacoque'' e ''Beato Claudio de la Colombiére'', influente nella diffusione del culto del Sacro Cuore. La controfacciata è occupata da un [[organo (strumento musicale)|organo]] con cantoria a tre snelle arcate su esili colonne marmoree, realizzata nel [[1717]] da Gaetano Antonucci. Le cappelle sono molto decorate dagli stucchi tipici barocchi, e ospitano degli altari con delle tele. Degna di nota è la cappella di Sant'Ignazio con la tela di Gregorio Grassi e gli affreschi di Girolamo Cenatiempo.
 
==== Convento della Beata Antonia e chiesa del Corpo di Cristo ====
{{vedi anche|Chiesa della Beata Antonia}}
 
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All'interno della chiesa si trovano invece affreschi rinascimentali di Giovan Paolo Cardone, [[Andrea De Litio]] e Francesco di Montereale. Del De Litio c'è l'Adorazione del Bambino; mentre presso il parlatoio, ancora conservato, si trova l'affresco della ''Madonna col Bambino e Sant'Ansano''.
 
==== Ex chiesa di San Biagio d'Amiterno - Basilica di San Giuseppe Artigiano ====
{{vedi anche|Basilica di San Giuseppe Artigiano}}
Sorge in via Sassa, attaccata alla cappella di San Giuseppe dei Minimi, e con la facciata rivolta in corrispondenza della chiesa a pianta ellittica di Santa Caterina martire e del Palazzo Gaglioffi Benedetti. Fino al 2013 prima dei restauri, era nota come "San Biagio d'Amiterno", e riconsacrata con nuovo titolo dopo il restauro post sisma 2009, è una delle poche chiese oggi accessibili del centro. La vicenda edificatorio di "San Biagio, posta nel locale di San Vittorino, a due passi dalla Cattedrale su via Roio, affiancata dall'[[oratorio di San Giuseppe dei Minimi]], è intimamente legata alla fondazione della città, e alle attività ricostruttive successive per via dei terremoti. Nel corso della [[prima guerra mondiale]] la chiesa divenne magazzino dei soldati, e successivamente venne sconsacrata per essere un deposito di mercati, fino ai restauri cospicui dopo il 2009, che l'hanno riportata allo stato originario. La chiesa si affaccia su via Sassa dai castellani di [[Amiternum]], presso l'area espansiva del Duomo, mantenendo un'autonomia giurisdizionale nell'ambito religioso.
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La chiesa precedente la distruzione del 1259 si trovava in un locale diverso, e con la nuova ricostruzione del 1266 fu traslata verso Occidente, come dimostrano i resti di un'antica chiesa presso il palazzo adiacente<ref>{{Cita web|url=http://www.culturaebeni.it/monumenti-adottare/lista-monumenti/89-basilica-di-san-giuseppe-artigiano-gia-san-biagio-d-amiternum.html/|titolo=BASILICA DI SAN GIUSEPPE ARTIGIANO (già San Biagio d'Amiternum)}}</ref>. L'aspetto medievale oggi è andato completamente perduto dopo il disastroso terremoto del 1703, quando la chiesa fu ricostruita ex novo, ruotando l'asse longitudinale in corrispondenza del trasversale d'origine. Originale, che crea un collegamento con la sua storia antica, è il monumento equestre a [[Pietro Lalle Camponeschi]] di Gualtiero d'Alemagnia; l'interno oggi è suddiviso in tre navate con volte a botti lunettate, progettate da Francesco Bedeschini. Dopo il 1703 l'antico oratorio della Madonna del Suffragio, presso l'attuale San Giuseppe dei Minimi, si spostò in piazza Duomo nell'attuale [[chiesa delle Anime Sante]], e la chiesa di San Biagio venne riedificata daccapo con tre absidi semipoligonali, secondo uno schema della basilica inconsueto per il periodo dei grandi restauri in stile gesuititico, non rispettato neanche dalle ricostruzioni delle chiese di [[San Domenico]] e [[San Silvestro]]. Di medievale nella chiesa si trovano anche alcune tombe di vescovi, il pavimento originale in pietra, qualche affresco presso l'altare, tra cui il ritratto di [[San Biagio]] vescovo, mentre per il corredo di tele nel 2012 fu chiamato Giovanni Gasparro, opere davvero originali nel progetto di ricostruzione e restyling del centro storico, che ben si collegano con la tradizione antica.
 
==== [[Oratorio di San Giuseppe dei Minimi]] ====
[[File:Oratorio di San Giuseppe.JPG|thumb|Oratorio di San Giuseppe]]
{{Vedi anche|Oratorio di San Giuseppe dei Minimi}}
 
Si trova attaccata alla Basilica di San Giuseppe, con la facciata rivolta, tuttavia su via Roio. Risale al [[1646]], quando una parte della vecchia chiesa di San Biagio venne ceduta alla Confraternita del Suffragio, mantenendo dell'antica fabbrica medievale le due monofore ogivali e il portale trecentesco, ancora oggi presenti sulla facciata. L'interno, già in ricostruzione per ampliamento, subì una nuova ricostruzione dopo il 1703, quando nel 1708 i due altari ebbero la concessione di spostamento, vennero traslati nella nuova chiesa di Piazza Duomo nel 1719. La piccola chiesa di via Roio fu venuta alla Confraternita dei Minimi nel 1819, che l'acquistò insieme alla cadente chiesa di San Biagio, e restaurata completamente da Giovan Francesco Leomporra, architetto della chiesa delle Anime Sante. Anche la facciata fu intonacata in stile barocco, ma smantellata già nei primi anni del '900 e restituita allo stato medievale. Prima del 1930 l'interno era senza una volta, e con gli interventi di Alberto Riccoboni vennero rimosse le forme barocche della facciata, e costruito l'arredo tardo-barocco interno in cemento. La volta attuale è a botte lunettata, mentre sui lati si trovano piccole nicchie per gli altari. Fino al 2017 la chiesa ha ospitato il sarcofago di [[Celestino V]], prima di tornare nella restaurata Basilica di Collemaggio.
 
==== Chiesetta di Santa Maria della Concezione ====
Si trova presso i portici del Palazzo del Covnitto, ricavato nel 1878 dall'ex monastero di San Francesco a Palazzo. Affacciata dunque sul corso Vittorio Emanuele, è visibile solo il portale di accesso, mentre dall'altro l'impianto rettangolare a navata unica con abside semicircolare, e un piccolo campanile a torre. Il portale di accesso risale al XVIII secolo, ad architrave a timpano triangolare, con un'iscrizione dedicatoria. L'interno a navata unica è suddiviso da paraste corinzie, con nicchiette laterali per le statue dei santi. La chiesa prima del 2009 era frequentata da molti studenti universitari, usata come cappella prediletta.
 
==== Cella di San Bernardino da Siena ====
Facente parte del convento di San Francesco a Palazzo, si trova in via Patini. La prima realizzazione della chiesetta risale al 1270, poi a causa dei terremoti venne rifatta più volte, nel 1444 vi morì il santo proveniente da Siena, e la cella, anche dopo la sconsacrazione del convento dei Francescani, rimase sempre in funzione, divenendo cappella dei convittori della biblioteca provinciale, Il portale stato decorato utilizzando parti che appartenevano a finestre, che richiamano l'epoca tardo gotica, il restauro è stato consentito grazie alla riapertura del passaggio tra le due stanze della cella, venendo riportata all'aspetto originario.
 
==== Chiesa dell'Annunziata ====
{{Vedi anche|Chiesa dell'Annunziata (L'Aquila)}}
[[File:Chiesa dell'Annunziata (2019).jpg|thumb|190px|left|Chiesa dell'Annunziata dopo il 2009]]
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Nel rione San Pietro, lungo la via omonima lungo via Andrea Bafile, si affaccia presso l'ex Palazzo sede del Rettorato dell'Università (Palazzo Carli, via Roma). Risale al Medioevo, ma fu cambiato dopo il 1703, e danneggiata dal terremoto del 2009. Ha pianta leggermente rettangolare, poiché molto piccol, terminante con abside semicircolare. La facciata settecentesca è incorniciata da due paraste laterali con capitello dorico. Il portale ha un timpano curvilineo ornato da fiori a girale.
 
==== Chiesa di San Paolo di Barete ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Paolo di Barete}}
Si trova lungo via Roma del rione San Pietro, all'estremo ovest del centro antico, nei pressi di Porta Barete. La chiesa risale al [[XIV secolo]], anche se prima del 1349 doveva già esistere un precedente tempio, eretto dai castellani di [[Barete]], ispirandosi alla chiesa longobarda omonima nella zona cimitero. L'orientamento della chiesa medievale era diverso da quello attuale, poiché fu ricostruita dopo il 1703: la facciata si apriva sul lato opposto all'attuale settecentesca su via Roma. La monofora medievale presso l'attuale infatti testimonia che si trattava della zona absidale. L'impianto è quadrangolare a navata unica, con tracce di parti medievali nelle finestre laterali gotiche. La facciata attuale ha un portale architravato assai semplice del 1736 (presso la lunetta c'è un rilievo dell'apostolo benedicente col Vangelo), in asse con un finestrone centrale, e termina con architrave triangolare. A sinistra si trova il piccolo campanile a vela, distrutto nel 2009 e ricostruito nel 2016.
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Dunque la chiesa ha impianto a croce greca con volte a botte interne, e presso il fuoco dei bracci una calotta a falsa cupola.
 
==== Chiesa di Santa Caterina martire ====
{{Vedi anche|Chiesa di Santa Caterina martire (L'Aquila)}}
[[File:Santa Caterina martire.jpg|thumb|Chiesa di Santa Caterina dopo il 2009]]
Si trova nel rione San Pietro nella piazzetta di via Sassa, di fronte alla [[Basilica di San Giuseppe Artigiano]]. Costruita nel 1357 per volere delle benedettine provenienti da contrada San Vittorino. La chiesa attuale si presenta come una ricostruzione barocca del dopo terremoto 1703, su progetto di [[Ferdinando Fuga]], e consacrata nel 1752. Dal 1935, fino all'istituzione del Museo Nazionale d'Abruzzo fu sede del Museo Diocesano nell'ex convento. La chiesa ha una pianta circolare con la movimentata facciata conclusa solo nella parte inferiore, inquadrata da lesene e paraste a colonna con capitelli corinzi. Il semplice portale ha un timpano curvilineo. L'interno ellittico ha quattro bracci che compongono una croce greca, sopra il cui fuoco sorge la cupola.
 
==== Chiesa di San Quinziano di Pile (o San Pietro di Sassa) ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Quinziano}}
 
Si trova nel rione San Pietro, in via Buccio di Ranallo; costruita nel [[XIII secolo]] era dedicata a San Quinziano. Dopo il 1703 cambiò nome perché la vecchia chiesa dei castellani di [[Sassa]] venne rasa al suolo dal terremoto e non più ricostruita. L'aspetto attuale è frutto del rimaneggiamento barocco, che però non ha compromesso la facciata tardo romanica aquilana a coronamento orizzontale, con il portale a tutto sesto strombato, con lunetta affrescata, e oculo centrale in asse, in precedenza rosone. Il campanile antico era una torre, ed oggi è a vela.
 
=== ''Quarto di San Marciano'' ===
==== Chiesa dei Santi Marciano e Nicandro ====
{{vedi anche|Chiesa dei Santi Marciano e Nicandro}}
 
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Chiesa capoquarto del [[Quarto di San Giovanni|rione storico di San Giovanni d'Amiterno]] (o appunto San Marciano), costruita dal castello di [[Roio]] durante la Fondazione e poi dopo il 1349 quando il terremoto distrusse L'Aquila. Sorge in Piazza San Marciano: l'impianto, nonostante i terremoti del 1461 e 1703, si è mantenuto nello stile romanico medievale, simile a quello di Santa Giusta e San Pietro Coppito, con la conservazione del portale romanico a tutto sesto. La facciata è rivestita in pietra bianca e si presenta divisa da cornice marcapiano, incanalata tra lese e e tripartita verticalmente nella parte inferiore. Il portale è caratterizzato da capitelli finemente lavorati con in figura gli Evangelisti, l'Adorazione dei Magi. Sulla parte superiore troneggia il rosone centrale; il portale invece ha lunetta affrescata dalla protettrice aquilana della Madonna col Bambino, opera di [[Silvestro dell'Aquila]] (XV secolo). L'impianto interno è stato ridotto dopo il terremoto del 1703 a navata unica con diciassette edicole settecentesche. Nuovi danni ci sono stati col terremoto del 2009, soprattutto alla copertura del soffitto e alla facciata.
 
==== Chiesa di Santa Maria del Suffragio (o delle Anime Sante) ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria del Suffragio (L'Aquila)}}
 
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L'interno si presenta a croce latina, ed è caratterizzato da un'unica navata culminante in un'abside rettangolare; lo spazio centrale del transetto è impreziosito dalla cupola già ipotizzata dalla data di realizzazione della chiesa, ma realizzata solamente nel XX secolo in stile neoclassico, ad opera del Valadier. La navata è scandita da tre gruppi di lesene in cui si proiettano due coppie due cappelle, alternate da una parete piena; la prima cappella di sinistra (lo ''Spirito Santo''), presenta un dipinto del Patini raffigurate Sant'Antonio. Le ali del transetto sono della stessa profondità delle cappelle, così da non alterare il rigido impianto rettangolare della struttura esterna. L'altare maggiore è opera di Francesco Bedeschini.
 
==== Oratorio di Sant'Antonio dei Cavalieri de' Nardis ====
{{vedi anche|Oratorio di Sant'Antonio dei Cavalieri de' Nardis}}
[[File:Oratorio di Sant'Antonio dei Cavalieri de Nardis - Parete absidale.jpg|thumb|Abside dell'oratorio di Sant'Antonio di Padova]]
Si trova presso l'omonimo palazzo in via San Marciano, incrocio con via Arcivescovado, nel rione San Giovanni (o San Marciano). Oratorio fondato a metà del XVII secolo da esponenti della famiglia nobile locale Nardis (tuttora proprietaria) attorno a un'immagine considerata miracolosa di Sant'Antonio. Si trova in via San Marciano, a metà strada tra Duomo e la chiesa di San Marciano. La chiesa ha una facciata laterale con due porte simmetriche, con una nicchia contenente la statua di Sant'Antonio a grandezza naturale, opera di Ercole Ferrata. Molte opere sono in [[maiolica di Castelli]] (TE).
 
==== Chiesa di San Vito alla Rivera ====
{{vedi anche|Chiesa di San Vito alla Rivera}}
[[File:AbrL'AquilaSanVito.jpg|thumb|San Vito alla Rivera]]
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Si trova nel piazzale della [[fontana delle 99 cannelle]], presso il Borgo Rivera. Fu costruita dai castellani di [[Tornimparte]] nel [[XIII secolo]]. La facciata è a superficie continua, del XIV secolo, rivestita in pietra bianca, e si presenta incanalata tra lesene e caratterizzata da un oculo posto in asse col portale romanico. Ai lati dell'oculo si stagliano due meridiane, una ad ore italiche e l'altra a ore solari. Il portale è ornato da un dipinto presso la lunetta di Santa Maria della Sanità. L'interno è molto semplice, a navata unica.
 
==== Chiesa di Santa Maria di Roio ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria di Roio}}
Nel rione San Marciano, in via Nicolò Persichetti, in asse orizzontale, a estremo ovest, con la [[chiesa di San Marciano|chiesa capoquartiere dei Santi Marciano e Nicandro]]. Fu costruita dai castellani di Roio Colle nel [[XIV secolo]], precisamente nel [[1391]]. L'aspetto attuale è frutto di una ricostruzione pseudomedievale della facciata dopo il sisma del 1703, con l'interno barocco, in forme ridotte rispetto all'edificio originale. Negli anni '60 è stato restaurato il rosone della facciata, poiché l'inseme era un modesto apparato barocco. Il prospetto principale si presenta tripartito da lesene, raccordate in alto da una cornice, con sopra un coronamento orizzontale che si conclude a gronda. La campitura di mezzo tra lesene centrali contiene il portale romanico con l'immagine della [[Madonna col Bambino]] tra [[San Pietro]] e [[Celestino V]] nella lunetta, e il rosone, molto sproporzionato rispetto al portale. Il rosone ha aspetto trecentesco, racchiuso dentro una mostra intagliata a foglie d'acanto, e composto da una raggiera di colonnine, variamente lavorate nei fusti in 12 esemplari differenti, a tortiglione, a passo d'elica, eccetera, che sostengono archetti accavallati, e tangenti al giro del finestrone. Il campanile posteriore è a vela; l'interno a navata unica è barocco, con soffitto a cassettoni lignei, ripristinati nello stile medievale nel 1927, con scene dipinte dell'Annunciazione. Tra le cappelle laterali vi è l'altare con l'affresco rinascimentale di [[Francesco da Montereale]] della ''Deposizione'', uno dei pochi elementi originali della chiesa.
 
==== Chiesetta della Madonna del Ponte di Roio ====
La piccola chiesa si trova presso il casello della stazione ferroviaria che collega la strada da [[Roio]] alla via per la [[fontana delle 99 cannelle]] (via Tancredi di Pentima). Si tratta di una chiesa rinascimentale, fondata presso un'edicoletta votiva alla Madonna, come è citato nelle cronache del 1429, periodo in cui fu costruita la primitiva cappella. Nel 1457 la chiesa venne consacrata, e arricchita di affreschi, anche se oggi è alternata da parti settecentesche. L'insieme mostra un tempio a capanna, con la facciata alternata tra intonaci e parti di pietra sporgenti, a testimoniare i numerosi rifacimenti. Il portale molto semplice si trova sulla sinistra, affiancato da uno più piccolo a destra. Al di sopra vi è un oculo centrale, sormontato dal soffitto a spioventi. L'interno è a navata unica, e conserva perfettamente l'aspetto tardo rinascimentale in pietra; conserva gli affreschi rinascimentali, restaurati dopo il sisma del 2009, tra i quali figura la ''Vergine che allatta il Bambino''.
 
==== Chiesa della Madonna dei Sette Dolori ====
Già chiesa dedicata alla [[Santissima Trinità]], sorge nel rione San Marciano lungo la via omonima; risale al Medioevo, ma fu cambiata radicalmente dal [[1569]], quando vi si insediò la Confraternita dell'Addolorata. Lo spazio principale della chiesa, probabilmente in origine un monastero, è costituito da tempio principale a pianta rettangolare, con altare maggiore e laterali realizzati in stucco. L'aula unica interna, fasciata da una teoria di paraste composite che sorreggono l'elegante cornice modanata, presenta un ingresso coperto da cantoria e due accessi: nella zona presbiteriale che portano a sinistra al Cappellone ottocentesco, e sulla destra alla sagrestia. Tale ambiente è dotato di altare ligneo e soffitto piano, e immette nell'oratorio, alla stanza del tesoriere e a un cortile coperto, parte del restante monastero.
[[File:L'Aquila - Chiesa della Madonna dei Sette Dolori 01.jpg|thumb|Chiesa della Madonna dei Sette Dolori]]
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Si può affermare con certezza che la conformazione attuale non sia frutto di una preesistente chiesa a tre navate, ma piuttosto il risultato di una lenta stratificazione avvenuta mediante i secoli, avvenuti nel primitivo tempio della Santissima Trinità, ancora riconoscibile presso l'aula rettangolare. Nel 1644 fu costruita la sacrestia, nel 1671 la cantoria lignea. Nel 1718 venne completato il soffitto ligneo, e nello stesso periodo il Cappellone. Per l'imponente lavoro di stuccatura degli interni fu scelto Pietro Paolo Corani, architetto milanese, che stava lavorano alla chiesa di Sant'Agostino nel rione San Marciano. Nel 1731 la Confraternita acquistò a [[Roma]] la statua dell'Addolorata, conservata in una nicchia centrale dell'altare maggiore.
 
==== Chiesa di San Francesco di Paola ====
[[File:L'Aquila 2011 by-RaBoe-363.jpg|thumb|San Francesco di Paola (2011)]]
 
Si trova lungo via XX Settembre, realizzata nel 1898 conservando il portale romanico dell'antica chiesa di San Giovanni di Lucoli, una delle prime aquilane del rione San Giovanni (o San Marciano), successivamente demolita perché in rovina. Il portale tardo romanico è datato 1439, e mostra le tipiche classicità aquilane: ad arco a sesto acuto con strombatura a colonnine a tortiglione, e lunetta affrescata dal disegno del santo dedicatario. Il resto della chiesa è prevalentemente impostato su un tono classico per quanto riguarda l'esterno, senza particolarità architettoniche, tranne i due stipiti a capitelli presso i lati.<br>L'interno a unica navata ha aspetto neoclassico, presso l'altare maggiore si trova la tela della ''Prova della Croce'' di Giulio Cesare Bedeschini (XVIII secolo). La chiesa è stata danneggiata nel 2009 con il crollo della parte superiore della facciata.
 
==== Convento di Santa Chiara d'Assisi ====
[[File:Oratorio di Sant'Antonio dei Cavalieri de Nardis - Soffitto.jpg|thumb|Soffitto a cassettoni dell'oratorio dei Cavalieri de' Nardis]]
 
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A poca distanza da questa chiesa, in Discesa Santo Spirito, si trova la storica torre-ospedale di Santo Spirito dei Bastardi. Si tratta di una chiesa fortificata a pianta quadrata, esistente sin dalla fondazione della città, e di proprietà dei Celestini dal 1288.
 
==== Chiesa di Santa Maria delle Buone Novelle (o Sant'Apollonia) ====
Detta anche "Santa Maria in Borgo" perché vicino alla Rivera, si trova sulla discesa di Sant'Apollonia, presso Porta Roiana, venendo da via XX Settembre. Fino al 1601 era sede di un lanificio molto importante in città, poi trasferitosi a Collemaggio. Avendo perso l'autonomia, ma incorporata nel monastero celestiniano, la chiesa venne trasformata nel XVII secolo in stile barocco. Tuttavia la chiesa ha perso molta importanza e considerazione da parte degli aquilani dopo il 1703, anche perché venne costruita una nuova via di accesso alla città mediante Porta Napoli, tagliandola dalle principali vie di comunicazione. La chiesa ha pianta longitudinale a navata unica, con copertura a capriate lignee per un tetto a spioventi, con manto in cotto decorato e disegni geometrici. L'interno barocco conserva due altari settecenteschi in stucco.
 
==== Cappella di San Luigi Gonzaga ====
Si trova dietro la [[Duomo dell'Aquila|Cattedrale di San Massimo]], fondata dalla Confraternita della Pietà nel XIII secolo, successivamente ricostruita completamente nel XVIII secolo, intitolata al santo spagnolo. La chiesa fu semi-demolita nel XIX secolo, e rimase solo la grande cappella presso l'Episcopio: dall'esterno è visibile solo la facciata che presenta un gioco ritmato di paraste, di trabeazione sui cui s'imposta l'ordine superiore a continuazione del sottostante partito centrale di lesene, che definisce la facciata anteriore del tiburio che accoglie le varie finestre ad arco ribassato. L'interno è ad aula unica a pianta centrale, coperta da una pseudocupola: l'interno si sviluppa radialmente dilatandosi ai quattro vertici in vani rettangolari voltati a botte e raccordati da colonnati, spartiti in sinuose tribunette balconate. Le opere d'arte sono tele settecentesche del Bedeschini, del Cesura e del Monaldi.