Caterina Sforza: differenze tra le versioni

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== Famiglia d'origine ==
Il capostipite degli [[Sforza]], [[Giacomo Attendolo|Muzio Attendolo]] (1369-1424), faceva parte di una famiglia della nobiltà minore residente a [[Cotignola]]<ref>Cecilia Brogi. ''Caterina Sforza'', Arezzo, Alberti & C.Editori, 1996, p. 9.</ref>, dove i genitori, Giacomo Attendolo ed Elisa de' Petrascini, si dedicavano all'attività [[Contadino|contadina]]. Muzio, all'età di tredici anni, scappò di casa con un cavallo rubato al padre, per seguire i [[Soldato|soldati]] di [[Boldrino da Panicale]]<ref>Brogi, p. 11</ref>, che passava da quelle parti per cercare nuove reclute, e, poco tempo dopo, passò nella compagnia di ventura di [[Alberico da Barbiano]], il quale lo soprannominò "Lo Sforza"<ref>Le origini del soprannome "Sforza" sono riportate in modo diverso dalle varie fonti: alcune si riferiscono direttamente alla forza fisica di Muzio, altre al suo carattere testardo e violento.</ref>, e divenne uno dei condottieri più noti del suo tempo, ponendosi al servizio di diverse città d'[[Italia]], dal nord al centro, fino a quella di [[Napoli]].
 
Anche suo padrenonno [[Francesco Sforza]] (1401-1466), figlio di Muzio Attendolo, si distinse nell'esercitare la carriera di [[condottiero]], fino ad essere considerato dai contemporanei uno dei migliori. Grazie alla sua abilità politica riuscì ad avere in sposa [[Bianca Maria Visconti|Bianca Maria]], figlia di [[Filippo Maria Visconti]], ultimo [[duca]] della famiglia [[Visconti]] di Milano. Bianca Maria seguì sempre il marito nella sua attività di condottiero e condivise con lui le decisioni politiche ed amministrative. Fu proprio grazie al suo [[matrimonio]] con l'ultima rappresentante della dinastia Visconti, che Francesco venne riconosciuto come Duca di Milano nel [[1450]], quando l'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]] terminò di esistere. Francesco e Bianca Maria, diventati signori di Milano, si dedicarono ad abbellire la città, ad aumentare il benessere economico dei suoi abitanti e a consolidare il loro fragile potere.
 
Anche [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo Maria]] (1444-1476), loro [[Primogenitura|primogenito]] ed erede, intraprese la carriera militare. Non riuscì però ad ottenere la fama dei suoi [[Genealogia|avi]]: era considerato troppo impulsivo e prepotente<ref>Galeazzo Maria era una persona con un carattere pieno di contrasti. È stato scritto di lui che: "Era un mostro di vizi e di virtù". Egli non conosceva limiti, era allo stesso tempo generoso e cattivo, grande d'animo e meschino. (Antonio Perria ''I terribili Sforza. Trionfo e fine di una grande dinastia''. Milano, SugarCo Edizioni Srl, 1981 p. 97)</ref>, e, inoltre, la gloria militare e il governo del ducato, non erano i suoi unici interessi, infatti, si dedicava spesso e più volentieri alle battute di [[caccia]], ai viaggi e alle belle donne. Caterina nacque dalla relazione tra Galeazzo e la sua amante, [[Lucrezia Landriani]].
Francesco e Bianca Maria, diventati signori di Milano, si dedicarono ad abbellire la città, ad aumentare il benessere economico dei suoi abitanti e a consolidare il loro fragile potere.
 
Anche [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo Maria]], loro [[Primogenitura|primogenito]] ed erede intraprese la carriera militare. Non riuscì però ad ottenere la fama dei suoi [[Genealogia|avi]]: era considerato troppo impulsivo e prepotente<ref>Galeazzo Maria era una persona con un carattere pieno di contrasti. È stato scritto di lui che: "Era un mostro di vizi e di virtù". Egli non conosceva limiti, era allo stesso tempo generoso e cattivo, grande d'animo e meschino. (Antonio Perria ''I terribili Sforza. Trionfo e fine di una grande dinastia''. Milano, SugarCo Edizioni Srl, 1981 p. 97)</ref>, e, inoltre, la gloria militare e il governo del ducato, non erano i suoi unici interessi, infatti, si dedicava spesso e più volentieri alle battute di [[caccia]], ai viaggi e alle belle donne.
 
== Biografia ==