Psychological Warfare Branch: differenze tra le versioni

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==Doppia conduzione==
Fecero parte del Psychological Warfare Branch (PWB) ufficiali provenienti dall'Office War Information (OWI) americano e del Political Warfare Executive (PWE) britannico, due strutture nate entrambe allo scoppio del conflitto mondiale. Ma la gestione fu soprattutto britannica. Per ragioni storiche, innanzitutto: i britannici disponevano fin dalla prima guerra mondiale di un'ampia esperienza in materia di propaganda e di amministrazione politica di altri popoli per via del loro vasto [[Impero coloniale britannico|impero coloniale]]. Avevano seguito da vicino tutte le fasi europee della guerra e disponevano di criteri e opinioni molto più definiti di quelli degli americani, i quali avevano invece sostenuto la via dell'[[isolazionismo]] nel periodo tra le due guerre. Inoltre gli statunitensi entrarono in guerra nel dicembre del 1941 (dopo l'attacco giapponese a Pearl HarbourHarbor), mentre i britannici combattevano già dal settembre del 1939. Dunque l'esperienza degli inglesi nei campi di propaganda, dell'informazione e dell'amministrazione superava chiaramente quella dei nordamericani.
 
Il PWB entrò in funzione alcuni giorni prima dello sbarco alleato in [[Sicilia]]. Sin dai giorni immediatamente precedenti lo sbarco iniziò ad assumere giornalisti inglesi e statunitensi, con preferenza per coloro che avevano già lavorato in Italia prima della guerra o che erano di origine italiana. Uno di essi diventò direttore del Servizio Informazioni delle Forze Alleate: Michail Kamenesky ([[Ugo Stille]]). Il capo del PWB in Italia fu il tenente colonnello Ian Munro, già capo ufficio stampa dell'ambasciata britannica a Roma<ref>{{Cita libro|titolo=Alejandro Pizarroso Quintero, ''Stampa, radio e propaganda. Gli alleati in Italia 1943-1946''|editore=Franco Angeli, Milano 1991|p=}}</ref>.