Battaglia di Brody-Dubno: differenze tra le versioni
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|Schieramento2={{SUN 1923-1955}}
|Comandante1={{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Ewald von Kleist]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Werner Kempf]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Eberhard von Mackensen]]
|Comandante2={{Bandiera|SUN 1923-1955}} [[Michail Petrovič Kirponos|Michail P. Kirponos]] <br /> {{Bandiera|SUN 1923-1955}} [[
|Effettivi1=numero di soldati impegnati sconosciuto <br />circa 650 carri armati e 180 cannoni d'assalto e cacciacarri<ref name="V.Kamenir, p. IX">V. Kamenir, ''The Bloody triangle'', p. IX.</ref>
|Effettivi2=numero di soldati impegnati sconosciuto<br /> circa 1500 carri armati<ref name="V.Kamenir, p. IX"/>
|Perdite1=perdite umane sconosciute, circa 150 mezzi corazzati
|Perdite2=perdite umane sconosciute, circa 1200 mezzi corazzati<ref name="R.Kirchubel, p. 38">R. Kirchubel, ''Operation Barbarossa 1941 (1)'', p. 38.</ref>
}}
{{Campagnabox operazione Barbarossa}}
La '''battaglia di Brody-Dubno''' (conosciuta nella storiografia anche come '''battaglia di Brody''', '''battaglia di Dubno''' o '''battaglia di Luc'k-Dubno''') fu un grande scontro di carri armati tra le forze corazzate tedesche e sovietiche durante i primi giorni della [[Operazione Barbarossa]], nella [[seconda guerra mondiale]].
Si trattò della battaglia più dura e combattuta nelle prime settimane dell'invasione tedesca e di una delle più grandi e violente battaglie tra mezzi corazzati della guerra sul [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]], in termini di forze impiegate e di perdite paragonabile alla stessa [[battaglia di Kursk]] del [[1943]]<ref>J.Erickson, ''The road to Stalongrad'', pp. 164-165.</ref>. La battaglia, aspra e molto violenta, si combatté nelle regioni occidentali dell'Ucraina (aree di [[Brody (Ucraina)|Brody]], [[Dubno]], [[
Nonostante il notevole valore dimostrato e la determinazione dei carristi sovietici, che mise in serie difficoltà le ''Panzertruppen'' veterane della [[Wehrmacht]], i confusi e disordinati contrattacchi delle forze corazzate dell'[[Armata Rossa]] fallirono dopo quattro giorni di drammatici scontri tra carri, e riuscirono solo a rallentare l'avanzata tedesca senza poter bloccare la marcia su [[Žytomyr
== Operazione Barbarossa ==
{{Vedi anche| Operazione Barbarossa}}
Durante la lunga e piuttosto confusa fase di elaborazione teorica della strategia complessiva tedesca per
La pianificazione adottata, frutto anche delle interferenze del [[Führer]] e dei suoi dubbi sull'opportunità di una marcia diretta su Mosca, non definiva nel dettaglio tutta l'operazione, ma si limitava a progettare
L'OKH non condivideva completamente questa impostazione ma per il momento si accontentò di organizzare le prime fasi della campagna,
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1986-0210-503, General Ewald von Kleist.jpg|thumb|left|upright=0.7|Il generale [[Paul Ludwig Ewald von Kleist|Ewald von Kleist]], l'esperto comandante del Panzergruppe 1 sul fronte ucraino.]]
Per effettuare una simile complessa manovra il Gruppo d'armate Sud disponeva però di un solo raggruppamento corazzato, il ''Panzergruppe 1'' al comando dell'esperto generale [[Ewald von Kleist]]. Il ''Panzergruppe'' era peraltro il più potente dei quattro schierati sul fronte orientale insieme a ''Panzergruppe 2'' del generale [[Heinz Guderian]] (dipendente dal [[Gruppo d'armate Centro]]) ed era costituito da cinque delle migliori e più esperte [[Panzer-Division]], organizzate in tre ''Panzerkorps'' (3°, 48° e 14°), equipaggiate con un gran numero di [[Panzer III]] e [[Panzer IV]] più moderni e rafforzate da tre divisioni motorizzate e dai reparti [[Waffen-SS]] [[5. SS-Panzer-Division "Wiking"|"Wiking"]] e [[1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler"|"Leibstandarte Adolf Hitler"]]<ref>F. DeLannoy, ''Panzers en Ukraine'', pp. 5-7.</ref>. Nel complesso il raggruppamento corazzato del generale von Kleist allineava 880 carri armati, tra cui 447 Panzer III (principalmente del modello con cannone anticarro da 5 cm/42, in grado di dominare i carri leggeri sovietici ed efficace anche contro i moderni carri medi [[T-34]]<ref>R. Michulec, ''Armor battles on the Eastern Front (1)'', pp. 3-4; l'autore evidenzia come il cannone tedesco 5cm/L42 avesse capacità simili al 76,2 mm F32 del carro sovietico, come la corazzatura inclinata frontale del T-34 fosse di solo 5mm più spessa di quella verticale del Panzer III, e come a 500-1000 metri di distanza il T-34 disponesse solo di un lieve margine di superiorità complessiva.</ref>) e 168 Panzer IV<ref>F. DeLannoy, ''Panzers en Ukraine'', p. 7.</ref>.
I progetti del comando del Gruppo d'armate Sud e del ''Panzergruppe 1'' prevedevano piuttosto ottimisticamente di poter avanzare rapidamente in profondità con due Panzerkorps (il 3º e il 48º con quattro Panzer-Division) affiancati, puntando direttamente su Luc'k,
Nella realtà [[Stalin]] e il comando dell'Armata Rossa stavano costituendo forze imponenti proprio nel settore ucraino nella previsione di un possibile attacco tedesco in questa regione ricca di materie prime e di stabilimenti industriali. Secondo i piani del generale [[Georgij Žukov]] del 15 maggio, inoltre, dal settore dell'Ucraina occidentale sarebbero potute partire operazioni offensive preventive con potenti forze meccanizzate per anticipare i piani tedeschi<ref>C. Bellamy, ''Guerra assoluta'', pp. 130-133.</ref>. Nelle ultime settimane erano quindi in movimento numerosi corpi meccanizzati inviati a rafforzare le cospicue forze già presenti. Alla data del 22 giugno quindi il generale [[
[[File:M. P. Kirponos.jpg|thumb|upright=0.7|Il generale [[Mikhail Kirponos|Kirponos]], comandante del Fronte Sud-occidentale sovietico, sarebbe caduto nella sacca di Kiev.]]
In realtà questi raggruppamenti meccanizzati, costituiti ciascuno da due divisioni corazzate
L'attacco del 22 giugno 1941 colse totalmente di sorpresa la dirigenza politica e militare sovietica (sempre convinta di una possibile guerra solo nel [[1942]]); i primi ordini diramati nella mattinata risultarono contraddittorii e poco efficaci e aumentarono ancora la confusione nei comandi subordinati sulla linea del fronte. Solo alle 21
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-186-0199-08A, Russland, Panzer III in einem Feld.jpg|thumb|left|upright=1.2|Schieramento di carri [[Panzer III]] pronti a passare all'offensiva.]]
Privi di informazioni precise sulla consistenza e la formidabile potenza delle masse corazzate della [[Wehrmacht]] i comandi dell'Armata Rossa (il [[maresciallo dell'Unione Sovietica|maresciallo]] [[Semën Konstjantynovyč Tymošenko|
Solo nel settore meridionale, particolarmente munito e dotato di riserve molto più potenti, il generale Kirponos, più avveduto e coadiuvato personalmente dal generale Žukov che si era immediatamente recato a Kiev già nella serata del 22 giugno, riuscì in qualche modo a concentrare una parte delle poderose forze meccanizzate a sua disposizione ed a organizzare contrattacchi disordinati e confusi, ma che riuscirono a mettere in difficoltà i panzer e che avrebbero provocato le più grandi battaglie di carri della prima fase della cosiddetta "Grande Guerra Patriottica"<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', pp. 163-165.</ref>.
== Battaglia in Ucraina ==
===Avanzata del Panzergruppe 1===
Fin dal 23 giugno le quattro divisioni corazzate tedesche del 3º e del 48º Panzerkorps avevano potuto procedere in avanti spingendosi nei varchi aperti dalle divisioni di fanteria della 6ª Armata; la 44ª e la 298ª divisione fanteria aprirono il passo al 3º Panzerkorps del generale von Mackensen che diresse subito lungo l'asse di sfondamento Luc'k-
Ulteriori attacchi tedeschi vennero sferrati dalla 101ª Divisione leggera a [[Przemyśl]] sul [[San (fiume)|fiume San]] e dalla 1ª Divisione da montagna direttamente contro
[[File:Battle of Dubno.svg|thumb|upright=1.2|Carta con le prime fasi della battaglia di [[Dubno]] e l'avanzata della [[11. Panzer-Division]] fino al 25 giugno [[1941]].]]
Nel frattempo il generale Kirponos cercò di concentrare al massimo le sue riserve mobili per sferrare una controffensiva generale e schiacciare i corpi corazzati tedeschi in rapida avanzata verso Luc'k, Brody e
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-186-0194-07A, Russland, Panzersoldat.jpg|thumb|left|upright=0.6|Il [[colonnello]] [[Gustav-Adolf Riebel]], l'esperto e capace comandante del reggimento corazzato della [[11. Panzer-Division]].]]
Il 23 giugno la 11. Panzer-Division respinse un primo attacco della 10ª Divisione corazzata sovietica appartenente al 15º Corpo corazzato del generale Karpezo; a
Anche a nord le due divisioni corazzate del 3º Panzerkorps (13. e 14. Panzer-Division) affrontarono con successo il 24 giugno gli attacchi del 22º Corpo meccanizzato che subì pesanti perdite anche contro le difese anticarro delle divisioni di fanteria tedesche e venne decimato; lo stesso generale Kondrusev, comandante del corpo, rimase gravemente ferito negli scontri. La [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] (in particolare il V ''Fliegerkorps'' del generale [[Robert Ritter von Greim|von Greim]]), in possesso del completo controllo dei cieli, intervenne con efficacia e contribuì potentemente a sbaragliare i tentativi controffensivi sovietici infliggendo ulteriori gravi perdite alle pesanti e disordinate formazioni nemiche<ref name="R.Kirchubel, pp. 32-33"/>.
Dopo aver respinto questi primi contrattacchi i panzer tedeschi proseguirono in avanti; il 3º Panzerkorps, dopo aver superato
===Tentativi di contrattacco sovietici===
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-187-230-06A, Russland, Panzer III.jpg|thumb|upright=1.2|Carri armati [[Panzer III]] in difficile avanzata nella steppa ucraina.]]
Durante il 24 giugno il generale Kirponos, secondo le direttive del generale Žukov che, dopo essersi trattenuto sul campo per alcuni giorni, sarebbe ripartito per Mosca il 25 giugno, cercò di riorganizzare il suo schieramento per sferrare finalmente un contrattacco coordinato sui due fianchi del sempre più pericoloso e profondo cuneo corazzato tedesco. Nel frattempo una parte del 4º Corpo meccanizzato sferrò un nuovo attacco a ovest di
Anche il 22º Corpo meccanizzato, duramente respinto dalla [[13. Panzer-Division]], era in grave difficoltà,
Nel frattempo a sud continuava la estenuante e confusa marcia del potente 8º Corpo meccanizzato del generale Rjabisev che, dotato di 932 carri armati tra cui 167 T-34 e KV, era partito fin dal 22 giugno dalla sua area di Drogobych; intralciato da ordini contraddittori e da enormi carenze logistiche e organizzative solo il 25 giugno arrivò in modo frammentario nell'area di
[[File:Bt7 3.jpg|thumb|upright=1.2|Carri leggeri sovietici [[BT (carro armato)|BT-7]]; la maggior parte dei corpi meccanizzati sovietici erano equipaggiati di questi mezzi inferiori ai carri medi tedeschi.]]
Contemporaneamente, a sud sarebbe stato costituito un "Gruppo mobile del Fronte Sud-Occidentale" al comando del generale Morgunov (responsabile di tutte le unità meccanizzate del Fronte) con l'8º Corpo meccanizzato che, al termine della sua sfibrante marcia di avvicinamento, avrebbe attaccato verso Dubno, e con il 15º Corpo meccanizzato del generale Karpezo in direzione di [[Brody (Ucraina)|Brody]]<ref>J.Erickson, ''The road to Stalingrad'', pp. 164-165.</ref>. Il 15º Corpo meccanizzato, in teoria molto ben equipaggiato con 749 carri armati tra cui 136 carri T-34 e KV, aveva già subito dure perdite contro la 11. Panzer-Division nei giorni precedenti; ora, rafforzato con la 8ª Divisione corazzata sottratta al 4º Corpo meccanizzato, doveva avanzare in un terreno particolarmente difficile e paludoso cercando di coordinarsi con il corpo meccanizzato del generale Rjabisev<ref name="J.Erickson, p. 165">J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', p. 165.</ref>. Nella realtà i corpi meccanizzati sovietici, male organizzati, con gravi carenze di equipaggiamento, di sostegno logistico e di comando e controllo, bersagliati dall'aria continuamente dagli attacchi della Luftwaffe, sarebbero entrati in combattimento in modo disordinato e frammentario disperdendo la loro potenza d'urto. L'8º Corpo meccanizzato, punta di diamante della prevista controffensiva, il 26 giugno aveva pronti solo 150 carri armati della 34ª Divisione corazzata e appena 60 della 12ª Divisione corazzata; mentre il generale Karpezo, dopo aver attraversato durante la marcia di avvicinamento cinque corsi d'acqua, poté impegnare una sola divisione corazzata<ref name="J.Erickson, p. 165"/>.
Mentre i sovietici tentavano faticosamente di organizzare un contrattacco coordinato sui fianchi del cuneo tedesco, i due
===Battaglie di carri a Brody, Luc'k e Dubno===
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-020-1268-36, Russland, russischer Gefallener, Panzer BT 7,.jpg|thumb|upright=1.2|Truppe tedesche ispezionano il campo di battaglia; in secondo piano un carro leggero sovietico [[BT (carro armato)|BT-7]] in fiamme.]]
Dal 26 giugno 1941 i corpi corazzati sovietici, faticosamente concentrati sui due lati del cuneo di sfondamento tedesco sferrarono finalmente la loro controffensiva dando inizio a quattro giorni di furiose battaglie di carri tra le più combattute e costose per le due parti della guerra sul fronte orientale<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', pp. 164-166.</ref>; i reparti corazzati sovietici si impegnarono coraggiosamente e misero in difficoltà le Panzertruppen tedesche, molto più esperte e abili, che rimasero sorprese dalle capacità offensive del nemico. Lo stesso generale [[Franz Halder|Halder]] sottolineò la durezza degli scontri e le elevate e inattese perdite subite dando un giudizio lusinghiero delle capacità di comando del nemico<ref>C. Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', pp. 286-287.</ref>.
In realtà nel campo sovietico regnava la massima confusione, tra ordini contraddittorii, mancanza di collegamenti, assenza di protezione aerea, conflitti di competenze e grande inesperienza; e le battaglie sarebbero infine terminate con il fallimento dell'irrealistico piano dei comandi dell'Armata Rossa<ref>C. Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', pp. 200-211.</ref>. Il primo giorno di scontri sia il 15º Corpo meccanizzato del generale Karpezo sia soprattutto l'8º Corpo del generale Rjabisev si spinsero in avanti sul fianco destro del 48º Panzerkorps; l'8º Corpo guadagnò terreno e riprese il villaggio di Les'nev, ma durante i primi combattimenti con i panzer subì dure perdite di fronte alle abili manovre combinate dei mezzi corazzati tedeschi<ref>C. Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', pp. 219-221.</ref>.
Nella notte del 26 giugno il generale Rjabisev ricevette inizialmente ordine dal generale Kirponos (preoccupato anche per la situazione a Lvov) di ripiegare verso est, ma più tardi l'arrivo del commissario politico del Fronte, generale Vašugin, al posto di comando dell'8º Corpo meccanizzato impose una nuova variazione dei piani: ora il corpo meccanizzato avrebbe dovuto raggrupparsi e puntare direttamente su Dubno per tagliare fuori, in collegamento con il 19º Corpo meccanizzato, le forze tedesche giù arrivate a Ostrog<ref>C. Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', pp. 237-240.</ref>. Nel frattempo era completamente fallito l'attacco del 15º Corpo meccanizzato da Brody verso Berestecko: duramente bombardato dalla Luftwaffe, il corpo si disgregò, il generale Karpezo venne ferito e sostituito dal colonnello Ermolov, mentre la 8ª Divisione corazzata rimase bloccata a Kamenka-Bugskaja senza poter intervenire in aiuto<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'',
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-185-0137-15A, Jugoslawien, Panzer III im Feld.jpg|thumb|left|upright=1.3|Carri armati tedeschi della [[13. Panzer-Division]] durante l'avanzata in [[Ucraina]].]]
La situazione stava precipitando per i sovietici anche nella regione di
Nel frattempo anche a nord i combattimenti il 26 giugno si conclusero con il fallimento degli attacchi sovietici: la 13. Panzer-Division respinse con facilità nella regione di Klevan i carri leggeri del 9º Corpo meccanizzato, e il generale Rokossovskij decise di rinunciare a impossibili avanzate e di adottare tattiche più prudenti di difesa mobile che permisero ai carri sovietici di ottenere qualche successo locale nei giorni seguenti, ma non impedirono la ulteriore avanzata dei panzer tedeschi del 3º Panzerkorps oltre
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1975-078-27A, Russland, Panzer III.jpg|thumb|upright=1.4|Ufficiali delle [[Panzer-Division|Panzertruppen]] a colloquio durante una pausa dell'avanzata delle divisioni corazzate.]]
La situazione più critica per i tedeschi si verificò il 27 giugno a sud, dove il generale Rjabisev, dopo le energiche sollecitazioni del commissario Vašugin, organizzò un raggruppamento tattico della 34ª Divisione corazzata, affidato all'abile generale Nikolaj Popel, per marciare direttamente verso Dubno e tagliare le comunicazioni della 11. Panzer-Division<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', pp. 165-166.</ref>. L'attacco ebbe inizialmente successo; i carri del generale Popel avanzarono coraggiosamente in profondità nelle retrovie del 48º Panzerkorps tedesco, senza preoccuparsi dei collegamenti, raggiunsero Dubno e si spinsero pericolosamente fino a sei kilometri dalle unità di avanguardia del 19º Corpo meccanizzato, ripartito all'attacco da nord-ovest<ref name="R.Kirchubel, p. 36"/>. La manovra sovietica sembrò avere successo e mise in difficoltà i tedeschi, ma in realtà il gruppo mobile del generale Popel era praticamente isolato dal resto dell'8º Corpo meccanizzato e a rischio di distruzione, mentre il 9º Corpo meccanizzato era stato costretto alla difensiva e lo stesso 19º Corpo meccanizzato finì per essere respinto indietro dai panzer della 11. e della 13. Panzer-Division. Il generale Potapov, responsabile delle forze corazzate sovietiche a nord, inoltre non riuscì, per inesperienza e mancanza di adeguati collegamenti, a coordinare le sue operazioni con quelle del raggruppamento meridionale del generale Morgunov, sprecando il momento favorevole e disperdendo la forza d'urto delle sue forze<ref name="J.Erickson, p. 165"/>.
Il 28 e il 29 giugno la battaglia nell'area di Dubno ebbe il suo momento decisivo: la Luftwaffe bombardò pesantemente tutti i concentramenti di carri sovietici, mentre la 16. Panzer-Division (schierata subito dietro la 11.Panzer-Division), guidata dall'energico generale [[Hans-Valentin Hube]] e da abili comandanti come il colonnello Rudolf Sickenius e il tenente colonnello [[Hyazinth Graf Strachwitz|Strachwitz]], intervenne con grande abilità bloccando il gruppo mobile del generale Popel, isolandolo e accerchiandolo completamente<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', p. 166; C. Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', pp. 237-244.</ref>. Anche gli altri reparti dell'8º Corpo meccanizzato (12ª Divisione corazzata e 7ª Divisione motorizzata) vennero duramente respinti dai panzer della 16. Panzer-Division che decimarono i mezzi corazzati sovietici del gruppo mobile del generale Morgunov; nel frattempo l'"Igel" della 11. Panzer-Division respinse tutti gli attacchi e mantenne saldamente le posizioni, mentre le forze sovietiche esaurivano sempre più il loro potenziale offensivo<ref name="R.Kirchubel, pp. 36-37"/>.
===Fallimento sovietico e ripresa dell'avanzata tedesca===
[[File:Hube, Sieckenius, Strachwitz.jpg|thumb|upright=1.4|Il comandante della [[16. Panzer-Division]], il generale Hube, a destra, a colloquio dopo la battaglia di Brody-Dubno con due dei suoi ufficiali più preparati; al centro il colonnello [[Rudolf Sieckenius]], a sinistra il maggiore [[Hyazinth Graf Strachwitz]].]]
Nella notte del 29 giugno il generale Kirponos comprese che la sua controffensiva era ormai destinata al fallimento; tuttavia, non scoraggiato, decise di fare ancora un tentativo di contrastare soprattutto il 3º Panzerkorps, raggruppando sotto il comando del generale Potapov i resti del 9º, del 22º, del 19º Corpo meccanizzati e contando nell'arrivo del 24º Corpo meccanizzato del generale Cistiakov (altra formazione corazzata debole, equipaggiata solo con 220 carri leggeri) per attaccare sul fianco sinistro il Panzergruppe 1, di nuovo in avanzata da
Anche i resti del valoroso 8º Corpo meccanizzato e del 15º Corpo meccanizzato abbandonarono i tentativi offensivi, dopo aver subito nuove perdite contro la 16. Panzer-Division, ora rinforzata da reparti anticarro delle divisioni di fanteria in avvicinamento<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', p. 166.</ref>; un ultimo disastroso tentativo offensivo del commissario Vašugin provocò nuove perdite quando alcuni reparti finirono per errore in un terreno impraticabile e furono costretti ad abbandonare tutti i loro mezzi (lo stesso Vašugin di fronte alla catastrofe si suicidò)<ref name="R.Kirchubel, p. 36"/>. Ancora più a sud
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-220-0630-02A, Russland, zerstörter russischer Panzer.jpg|thumb|left|upright=1.3|Resti di mezzi corazzati sovietici distrutti.]]
Nonostante i tentativi del generale Kirponos di migliorare l'efficienza dei suoi reparti mobili, anche i suoi ultimi sforzi per contrastare la marcia tedesca fallirono il 30 giugno, e, mentre anche i corpi meccanizzati del generale Potapov si ritiravano (dopo aver perso oltre l'80% dei loro mezzi) verso ovest, le Panzer-Division tedesche ripresero la loro avanzata in profondità, mentre il comando del Fronte Sud-Occidentale tentava di
I carri armati del Panzergruppe 1, dopo aver respinto non senza notevoli difficoltà e qualche momento critico gli inaspettati contrattacchi dei mezzi corazzati sovietici, ripresero ad avanzare con in testa sempre la 11. Panzer-Division che marciò da
Durante la prima settimana di luglio le unità di testa tedesche sarebbero riuscite a raggiungere i loro obiettivi e, nonostante nuovi contrattacchi dei resti dei corpi meccanizzati sovietici, avrebbero occupato il 7 luglio
== Bilancio e conseguenze ==
{{Vedi anche| Battaglia di Uman'|Battaglia di Kiev (1941)}}
Gli aspri scontri tra carri tedeschi e sovietici nella regione di Luc'k e Dubno si conclusero quindi alla fine del mese di giugno con la chiara vittoria delle Panzer-Division e con
[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F016221-0016, Russland, Brennender T-34.jpg|thumb|Uno carro armato sovietico [[T-34]] incendiato sul campo di battaglia]]
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Effettivamente le perdite nei corpi meccanizzati sovietici furono elevatissime, nella prima settimana di luglio i corpi avevano ormai perso oltre 80% dei loro mezzi e battevano in ritirata in profondità, le deboli formazioni a nord erano ridotte a pochi migliaia di uomini a piedi, mentre solo il 4º Corpo meccanizzato aveva ancora un cospicuo numero di carri armati ma stava ripiegando a sua volta ed era disorganizzato e a corto di rifornimenti<ref>S.J.Zaloga, ''T-34/76 medium tank'', pp. 15-16.</ref>.
In realtà oltre il 50% delle perdite complessive di mezzi corazzati sovietici (ammontanti in totale ad oltre 2600 carri armati<ref>C. Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', p. 244.</ref>) furono dovute a problemi
Tuttavia il comando sovietico, a dispetto delle dure perdite, continuò i suoi tentativi di frenare l'avanzata tedesca verso Kiev e nella seconda settimana di luglio, i resti dei corpi meccanizzati furono ancora raggruppati e rinforzati da alcune riserve, contrattaccarono di nuovo mettendo nuovamente in difficoltà le punte corazzate tedesche<ref>R.Kirchhubel, ''Operation Barbarossa 1941 (1)'', pp. 38-40.</ref>. In realtà i tedeschi furono sorpresi dalla resistenza sovietica e dalla necessità di continui e duri scontri per proseguire l'avanzata; i comandi manifestarono ripetutamente apprezzamento per le capacità del comando nemico, per la combattività e il coraggio delle truppe e dei reparti corazzati nemici e per la potenza e la modernità delle macchine sovietiche<ref>C. Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', p. 287.</ref>.
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-185-0139-20, Polen, Russland, Panzer in Bereitstellung.jpg|thumb|left|upright=1.2|I molteplici mezzi meccanizzati di una [[Panzer-Division]] in movimento durante l'estate [[1941]].]]
Le perdite di mezzi corazzati tedeschi furono le più elevate della prima fase dell'operazione Barbarossa, anche se molto inferiori a quelle nemiche; inoltre i tedeschi, in possesso del campo di battaglia dopo la ritira sovietica, poterono recuperare e rimettere in efficienza un gran numero dei panzer danneggiati nelle battaglie a Brody e Dubno, e riprendere vigorosamente l'avanzata in Ucraina nonostante la continua ed ostinata resistenza<ref name="R.Kirchubel, p. 38"/>. Dal punto di vista strategico le battaglie nell'area di Dubno rallentarono l'avanzata del Gruppo d'armate Sud e costarono duri sacrifici ai reparti della Wehrmacht, sorpresi dall'audacia dei reparti meccanizzati sovietici (in particolare dell'8º Corpo meccanizzato<ref>G. K. Žukov, ''Memorie e battaglie'', p. 274.</ref>), ma in prospettiva esaurirono prematuramente le riserve dell'Armata Rossa, provocando infine un indebolimento catastrofico del Fronte Sud-Occidentale del generale Kirponos che avrebbe subito poi la totale distruzione a Uman' e Kiev<ref>C.Pleshakov, ''Il silenzio di Stalin'', pp.243-244.</ref>.
Le battaglie di carri di Dubno furono tra le più grandi e violente della Seconda guerra mondiale, caratterizzate da fasi drammatiche e da momenti di difficoltà per entrambe le parti<ref>G. K. Žukov, ''Memorie e battaglie'', pp. 274-280; nelle sue memorie Žukov sottolinea il valore e i risultati conseguiti dai contrattacchi sovietici ma critica la condotta dei generali subordinati ed in particolare la decisione del generale Rjabisev di dividere il suo 8º Corpo meccanizzato.</ref>. Proprio durante questi scontri si misero in particolare evidenza alcuni celebri comandanti protagonisti di molte importanti battaglie della guerra; nella Wehrmacht, i generali Crüwell (futuro comandante dell'[[Deutsches Afrikakorps|Afrikakorps]] sotto [[Erwin Rommel|Rommel]]), Mackensen, Kempff e Hube (considerato dallo stesso Hitler uno dei suoi generali più energici<ref>''I verbali di Hitler, vol. I'', a cura di H. Heiber, pp. 187-188.</ref>); nell'Armata Rossa, oltre al celebre maresciallo Rokossovskij, il generale Vlasov (in seguito catturato e collaborazionista delle autorità tedesche), e i generali Katukov e Popel, tra i migliori comandanti di carri dell'Armata Rossa fino alla fine vittoriosa a Berlino.
== Note ==
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