Papa Benedetto XVI: differenze tra le versioni
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Il padre era commissario di [[gendarmeria]] e proveniva da una modesta famiglia di agricoltori della [[diocesi di Passavia]], nella [[Distretto della Bassa Baviera|Bassa Baviera]]. Servì sia la [[Landespolizei (Germania)|Landespolizei]] sia la [[Ordnungspolizei]] prima di ritirarsi nel [[1937]] nella città di [[Traunstein]]. Fu descritto come un antinazista che, in resistenza alle camicie brune di [[Adolf Hitler|Hitler]], fece trasferire la sua famiglia diverse volte.<ref>''Papal hopeful is a former Hitler Youth'', The Times, 17 aprile 2005.</ref> La madre era figlia di artigiani di [[Rimsting]], sul [[Chiemsee|lago Chiem]] in [[Baviera]]. Prima di sposarsi aveva lavorato come cuoca in diversi alberghi. Come la bisnonna, anche la nonna materna, Maria Tauber-Peintner, è nata a Rasa il 29 giugno [[1855]], in un paesino altoatesino appartenente al comune di [[Naz-Sciaves]] nei pressi di [[Bressanone]], che allora si trovava nell'[[impero austro-ungarico]], mentre dal [[1919]] è in territorio [[italia]]no.<ref>{{de}} Gelmi Josef, ''Die Päpste mit dem Namen Benedikt'', Weger, Brixen 2008.</ref>
Il fratello [[Georg Ratzinger (presbitero)|Georg]] disse del padre: "Era un acerrimo nemico del nazismo perché credeva che fosse in conflitto con la nostra fede".<ref>[
[[File:MarktlamInn.jpg|thumb|Una veduta di Marktl, città natale del pontefice]]
Nel [[1939]], all'età di 12 anni si iscrisse al seminario minore di Traunstein,<ref>J. L. Allen, ''Cardinal Ratzinger: the Vatican's enforcer of the faith'', 2000, p. 14</ref> in cui rimase fino al [[1942]], anno in cui il seminario fu chiuso per uso militare e gli studenti furono mandati a casa. Tornò allora al ''[[Gymnasium (Germania)|Gymnasium]]'' di Traunstein.<ref>J. L. Allen, ''Cardinal Ratzinger: the Vatican's enforcer of the faith'', 2000, p. 15</ref> Dopo i 14 anni, nel 1941, Ratzinger fu iscritto nella [[Gioventù hitleriana]], come previsto dalla legge ''Gesetz über die Hitlerjugend'', emendata il 6 marzo [[1939]] e in vigore dal 25 marzo 1939 fino al 1945, che obbligava tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni ad arruolarvisi. Dopo la chiusura del seminario continuò le sue presenze obbligatorie alla Gioventù hitleriana contro la sua volontà, per non ricevere sanzioni pecuniarie sulle tasse scolastiche del ''Gymnasium''. Le sanzioni pecuniarie furono evitate grazie a un professore di matematica comprensivo, che gli permise di non partecipare alle riunioni.<ref>{{Cita web|cognome=[[USA Today]]|titolo=New Pope Defied Nazis As Teen During WWII|data=23 aprile 2005|url=
=== Il servizio militare ===
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Per il giovane professore fu un'esperienza fondamentale la partecipazione, dal [[1962]], al [[concilio Vaticano II]] dove acquisì notorietà internazionale. Inizialmente partecipò come consulente teologico dell'arcivescovo di [[arcidiocesi di Colonia|Colonia]] [[cardinale]] [[Josef Frings]], e poi come perito del Concilio, su interessamento dello stesso Frings, fin dalla fine della prima sessione. Risulta interessante sottolineare che Ratzinger, grazie al cardinale Frings che lo teneva aggiornato, poté consultare regolarmente gli schemi preparatori (''schemata'') che sarebbero stati presentati ai Padri dopo la convocazione dell'assemblea conciliare. Fu un periodo in cui arricchì molto le proprie conoscenze teologiche, avendo infatti avuto modo di incontrare molti teologi come [[Henri-Marie de Lubac]], [[Jean Daniélou]], [[Yves Congar]], [[Gérard Philips]], oltre a cardinali e vescovi di tutto il mondo. Durante il tempo del Concilio, per la collaborazione con teologi come [[Hans Küng]] e [[Edward Schillebeeckx]], Ratzinger fu visto come un riformatore.
Nel [[1966]] fu nominato alla cattedra di [[teologia dogmatica]] presso l'[[Università di Tubinga]], dove fu collega di [[Hans Küng]]. Nel suo libro del 1968, ''Introduzione al cristianesimo'', scrisse che il papa ha il dovere di sentire differenti voci all'interno della Chiesa prima di prendere una decisione, e minimizzò la centralità del papato. Durante questo tempo prese le distanze dall'atmosfera di Tubinga e dalle tendenze [[marxismo|marxiste]] del movimento studentesco degli anni sessanta, che divenne rapidamente radicale negli anni [[1967]] e [[1968]], concludendosi in una serie di disturbi e disordini nei mesi di aprile e maggio 1968. Ratzinger riconobbe sempre più una connessione tra questi sviluppi e quelli associati, come anche il diminuito rispetto tra i suoi studenti per l'autorità, con l'allontanamento dagli insegnamenti cattolici tradizionali.<ref name="sobene">{{Cita news | nome=David | cognome=Van Biema | url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1053658,00.html | titolo=The Turning Point | pubblicazione=[[Time (magazine)|Time]] | data=24 aprile 2005 | accesso=7 ottobre 2011 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://www.webcitation.org/62GwP8zAN?url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1053658,00.html | dataarchivio=8 ottobre 2011 }}</ref> Nonostante la sua inclinazione riformista, le sue idee finirono per contrastare con le idee liberali, ottenendo una diffusione nei circoli teologici.<ref>{{Cita news |nome=Daniel J. |cognome=Wakin |nome2=Richard |cognome2=Bernstein |nome3=Mark |cognome3=Landler |url=
Nel [[1969]] tornò in Baviera, chiamato all'[[Università di Ratisbona]]. Nel [[1972]] fondò la rivista teologica ''[[Communio (rivista)|Communio]]'' insieme con [[Hans Urs von Balthasar]], [[Henri de Lubac]], [[Walter Kasper]] e altri. ''Communio'', ora pubblicata in diciassette lingue, tra cui tedesco, inglese e spagnolo, divenne un giornale di spicco del pensiero teologico cattolico nell'orizzonte contemporaneo. Fino alla sua elezione a papa rimase uno dei più prolifici collaboratori della rivista. Nel [[1976]] suggerì che la [[Confessione augustana]] potesse essere eventualmente riconosciuta come una dichiarazione di fede cattolica.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Dulles, s.j.|nome=Avery| mese=ottobre|anno=1983 |titolo=The Catholicity of the Augsburg Confession|rivista=[[The Journal of Religion]]|volume=63|numero=4|pp=337–354|doi=10.1086/487060|linkautore=Avery Dulles|jstor=1203403}}</ref><ref>{{Cita libro| cognome = Fahlbusch | nome = Erwin|nome2=Geoffrey William |cognome2= Bromiley |nome3=David B. |cognome3= Barrett | capitolo=Evangelical Catholicity|titolo = The Encyclopedia of Christianity | editore=Wm. B. Eerdmans Publishing | città = Grand Rapids | anno = 1999 |isbn=90-04-11695-8 }}</ref>
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Secondo alcuni commentatori,<ref name="PaoloRodari">{{cita news|pubblicazione=Il Foglio|autore=Paolo Rodari|url=https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:4jnzR9sdY9EJ:rstampa.pubblica.istruzione.it/bin/tiffpilot.exe?FN%3DE:%255Ceco%255CImg%255CULJ%255CULJ8JP?.TIF%26MF%3D1%26SV%3DRassegna%2520Stampa%26PD%3D1+&hl=en&pid=bl&srcid=ADGEESg1Xlcu59b6jlGus8YtUet5AcL09LRR8mwzoXU7eB8o-AyqiAt7TIpwQxBCSK2880x69iqjuhrwY-VsIxDiAC5gYxinCTxlQLUCLCDlcGLLXSE-Ch7T56PUjZ4KcLE_wY7ZuKeu&sig=AHIEtbTTE7f_DU1NqgSAGP_Bfs1DNHZFMQ&pli=1|data=13 ottobre 2010|titolo=Il ritorno del Papa Re. Perché Ratzinger ha cambiato il suo stemma|accesso=8 giugno 2012}}</ref> tra i quali lo storico Giorgio Rumi, Benedetto XVI avrebbe scelto volutamente la mitra «a segnare una maggiore vicinanza ai Vescovi» per ricordare che il papa è "''unus inter pares''", oltre che per eliminare gli "orpelli e i segni rinascimentali", per propugnare un pontificato in "stile francescano", mentre secondo altri<ref name="PaoloRodari" /> la sostituzione della tiara con la mitra, ritenuta più indicativa di spiritualità, sarebbe stata l'ultima innovazione dei cerimonieri pontifici legati alla [[riforma liturgica]] postconciliare introdotta dall'[[arcivescovo]] [[Annibale Bugnini]]; secondo questa interpretazione sarebbe «uno stemma che Benedetto XVI ha dovuto subire senza poter reagire».<ref name="PaoloRodari" /> Riguardo alla rimozione della tira dal simbolo papale così Ratzinger si è espresso: «La tiara era già stata eliminata da Paolo VI. Era comunque rimasta nello stemma papale, e adesso è sparita anche da lì».<ref>Vedi Benedetto XVI, ''Luce Del Mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Una conversazione con Peter Seewald'', Libreria Editrice Vaticana, 2010, pag. 123, 124.</ref>
Il 10 ottobre [[2010]] in occasione dell'[[Angelus]], dal davanzale della finestra delle benedizioni del [[Palazzo Apostolico]], è stato esposto uno ''stratum'' di velluto, donato da un fedele marchigiano, con lo stemma non conforme a quello scelto dal pontefice: sulla sommità è posta la [[tiara]], secondo l'antico uso, e la parte esterna dello scudo è ispirata allo stemma di [[papa Urbano VIII]] che si può vedere sui pilastri del [[Baldacchino di San Pietro|Baldacchino]] del [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]] nella [[basilica Vaticana]].<ref>[http://www.rinascimentosacro.org/2010/10/nuovo-stemma-per-il-papa/ Nuovo stemma per il Papa] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111124193933/http://www.rinascimentosacro.org/2010/10/nuovo-stemma-per-il-papa/ |data=24 novembre 2011 }}</ref> L'azienda Ars Regia, che lo ha prodotto, ha affermato di aver realizzato sin dall'[[Avvento]] [[2007]] alcuni paramenti con lo stemma sormontato dalla tiara.<ref>[
La tiara continua ad essere presente nei simboli ufficiali dell'[[Stemma della Città del Vaticano|emblema della Santa Sede]] e nella [[bandiera dello Stato della Città del Vaticano]].
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Ratzinger, come prefetto della [[Congregazione per la dottrina della fede]], si occupò del caso «a partire dal [[1998]]» quando la Congregazione «ricevette accuse, già in parte rese pubbliche, contro il Rev.do [[Marcial Maciel Degollado]], fondatore della Congregazione dei [[Legionari di Cristo]], per delitti riservati all'esclusiva competenza del Dicastero».<ref name="finale">{{cita news|url=http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/18396.php?index=18396&po_date=19.05.2006&lang=it|titolo=Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede|data=19 maggio 2006|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110901042929/http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/18396.php?index=18396&po_date=19.05.2006&lang=it|dataarchivio=1º settembre 2011}}</ref> Maciel era accusato di pedofilia, di altri abusi sessuali su seminaristi<ref name="magister">{{cita news| autore= Sandro Magister| url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7125 |titolo=Caso Maciel. La parola all'accusa. E alla difesa | pubblicazione= Espresso Chiesa |data=19 gennaio 1999}}</ref> e di abuso del sacramento della [[Penitenza (sacramento)|confessione]] per aver assolto alcune delle sue vittime.<ref>Il fascicolo all'archivio della Congregazione era intitolato ''[http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1336638? "Absolutio complicis"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160402105133/http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1336638 |data=2 aprile 2016 }}''. [http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P3D.HTM CIC can. 977] ([[1983]]): «L'[[Penitenza (sacramento)|assoluzione]] del complice nel [[peccato]] contro il sesto comandamento del [[Dieci comandamenti|Decalogo]] è invalida, eccetto che in pericolo di morte». [http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P51.HTM CIC can. 1378] (1983): «Il sacerdote che agisce contro il disposto del can. 977, incorre nella scomunica ''latae sententiae'' riservata alla Sede Apostolica».</ref> Maciel commise tali delitti in modo plurimo e continuativo tra gli [[anni 1940|anni quaranta]] e gli [[anni 1960|anni sessanta]].<ref name="magister" /> Il 19 maggio [[2006]] la [[Sala stampa]] della Santa Sede rese pubblica la decisione della Congregazione per la Dottrina della Fede «– tenendo conto sia dell'età avanzata del Rev.do Maciel che della sua salute cagionevole – di rinunciare ad un processo canonico e di invitare il Padre ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico».<ref name="finale" /><ref>[http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P4V.HTM CIC (1983) can. 1336 e 1338] (pene espiatorie), La Santa Sede.</ref> Ratzinger, ormai papa Benedetto XVI, approvò queste decisioni. La colpevolezza di Padre Maciel fu riconosciuta dai Legionari di Cristo<ref name="circo">[http://www.regnumchristi.org/italiano/articulos/articulo.phtml?se=362&ca=966&id=29161 COMUNICATO Sulle presenti circostanze della Legione di Cristo e del Movimento Regnum Christi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140419014248/http://www.regnumchristi.org/italiano/articulos/articulo.phtml?se=362&ca=966&id=29161 |data=19 aprile 2014 }}, RegnumChristi.org, 25 marzo 2010.</ref> e dichiarata esplicitamente dalla Santa Sede<ref name="visita" /> nel 2010.
Nel febbraio del [[2009]]<ref>[
A seguito della visita apostolica Benedetto XVI nominò delegato pontificio per la Congregazione dei Legionari di Cristo il cardinale [[Velasio De Paolis]].<ref>{{cita news |url=http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/25852.php?index=25852&po_date=09.07.2010&lang=it#NOMINA%20DEL%20DELEGATO%20PONTIFICIO%20PER%20LA%20CONGREGAZIONE%20DEI%20LEGIONARI%20DI%20CRISTO |titolo=Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede |data=9 luglio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110831095040/http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/25852.php?index=25852&po_date=09.07.2010&lang=it#NOMINA%20DEL%20DELEGATO%20PONTIFICIO%20PER%20LA%20CONGREGAZIONE%20DEI%20LEGIONARI%20DI%20CRISTO |dataarchivio=31 agosto 2011 }}</ref> Una successiva visita apostolica al [[Regnum Christi]] si concluse nel giugno del [[2011]]<ref>[http://www.aciprensa.com/noticia.php?n=33829 Finaliza visita apostólica a Regnum Christi, rama laica de Legión de Cristo], Aciprensa, 17 giugno 2011</ref> con la decisione del delegato pontificio di procedere alla revisione degli statuti e dei regolamenti del Regnum Christi e di separare il governo della congregazione dal governo del Regnum Christi.<ref>[http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/legionari-di-cristo-legionaries-of-christ-legionarios-de-cristo-10285/ Il Vaticano richiama all'ordine il braccio laico dei Legionari] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120129094210/http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/legionari-di-cristo-legionaries-of-christ-legionarios-de-cristo-10285/ |data=29 gennaio 2012 }}, Vatican Insider, 27 novembre 2011.</ref>
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==== Ricorso alla Corte penale internazionale ====
Nel settembre del [[2011]] il gruppo di associazioni delle vittime dei preti pedofili Snap (''Survivors network of those abused by priests''<ref>[http://www.snapnetwork.org/ Survivors Network of those Abused by Priests] Home page</ref>) e il Centro per i diritti costituzionali (''Center for Constitutional Rights''<ref>[
Nel febbraio del [[2012]] l'accusa venne ritirata dallo stesso avvocato querelante Jeff Anderson. Secondo il legale della Santa Sede Jeffrey S. Lena la notifica provocò «l'archiviazione immediata della causa, senza che sia necessaria una sentenza in merito emanata dalla corte». Il motivo di tale scelta fu, ancora secondo Lena: «Hanno ritirato tutto perché sapevano che avrebbero perso se avessero continuato a perseguire il caso. Non volevano una pronuncia negativa da parte del giudice» che avrebbe fatto giurisprudenza.<ref>{{cita news|pubblicazione=radiovaticana.org|url=http://www.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=562555|data=12 febbraio 2012|titolo=«Stati Uniti. Abusi su minori: archiviata causa contro Santa Sede»|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|pubblicazione=Avvenire.it|url=http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/Dov'è-finita-la-notizia.aspx|data=15 febbraio 2012|titolo=«Dov'è finita la notizia?»|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160106151428/http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/Dov'%C3%A8-finita-la-notizia.aspx|dataarchivio=6 gennaio 2016}}</ref>
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Critiche al Papa sul caso Williamson sono state espresse da [[Angela Merkel]],<ref>[http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_03/merkel_vaticano_negazionisti_shoah_352d43de-f1ff-11dd-9d2c-00144f02aabc.shtml Vescovo negazionista, la Merkel attacca: «Il Papa chiarisca» - ''Corriere della Sera''<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> successivamente rientrate in una "comune affermazione" di condanna e ricordo della ''Shoah'' a seguito di un colloquio telefonico fra il Papa e la stessa cancelliera tedesca.
Il 4 febbraio [[2009]] la [[Segreteria di Stato della Santa Sede]] diffonde infine una nota in cui si afferma:<ref>{{cita news|autore= [[L'Osservatore Romano]] |url=
«Il Vescovo Williamson, per una ammissione a funzioni episcopali nella Chiesa - aggiunge la nota - dovrà anche prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah, non conosciute dal Santo Padre nel momento della remissione della scomunica».
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==Collegamenti esterni==
* [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/index_it.htm Biografia ufficiale sul sito del Vaticano].
* [
* [https://web.archive.org/web/20100626002813/http://www.avvenireonline.it/papa/ il sito su Benedetto XVI] curato dalla redazione di [[Avvenire]].
* [http://www.santiebeati.it/dettaglio/88079 Scheda di papa Benedetto XVI] dal sito Santiebeati.
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