Popolo: differenze tra le versioni

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==Popolo e moltitudine==
[[Paolo Virno]], convinto della necessità di un nuovo linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni economiche, sociali e culturali che da più di un decennio caratterizzano le società occidentali, introduce nell'opera ''Grammatica della moltitudine'', una riflessione sul contrasto tra i termini di "popolo" e "moltitudine" che generarono una un'accesa polemica teorico filosofica nel [[XVII secolo]]. Quando avvenne la formazione degli [[Stato-nazione|stati nazionali]] fu il termine popolo a prevalere e Virno si domanda se non sia venuto il tempo di restaurare l'altro concetto.
 
I primi a discutere sulla contrapposizione di popolo-moltitudine furono [[Baruch Spinoza|Spinoza]] e [[Thomas Hobbes|Hobbes]]. Per Spinoza, la "multitudo" è quell'insieme di persone che nell'azione politica e in quella economica, pur agendo collettivamente non perdono il senso della propria individualità, resistendo sempre alla riduzione a unica [[massa (filosofia)|massa]] informe, com'è nel termine di "popolo". Per Spinoza moltitudine è dunque la base delle libertà civili.<ref>Paolo Virno, ''Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee'', ed. DeriveApprodi, 2002, p.5</ref>