Anticlericalismo: differenze tra le versioni

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La [[Separazione fra Stato e Chiesa|separazione tra Stato e Chiesa]] venne decisa nel territorio dell'URSS il 23 gennaio [[1918]] dai ''soviet'', poco dopo la fine della [[Rivoluzione russa]].<ref>[http://books.google.it/books?id=tz8Q_tWgkqEC&pg=PA75&lpg=PA75&dq=23+gennaio+1918+urss&source=bl&ots=5ZJ1i8hrSm&sig=kxWAZdAplS4p2a_qqDV6jwgV4kg&hl=it&sa=X&ei=eycLU7HHG82M0wW3-4HIBQ&ved=0CEUQ6AEwAw#v=onepage&q=23%20gennaio%201918%20urss&f=false ''URSS: dibattito nella comunità cristiana: Quattordici documenti dei cristiani sovietici'']: «È noto che il 23 gennaio 1918 venne promulgato il decreto del Governo Sovietico (...) che riconosce il fatto dell'esistenza autonoma della Chiesa ortodossa nel nostro paese.»</ref><ref name=art13>art. 13, [[Costituzione sovietica del 1918]]</ref> Lo Stato divenne [[laicità|laico]] e ufficiosamente [[ateismo|ateo]], sostenendo l'[[ateismo di Stato]]<ref>{{cita web|url=https://www.jstor.org/discover/10.2307/128810?uid=3738296&uid=2&uid=4&sid=21103447880561|titolo=Protest for Religious Rights in the USSR: Characteristics and Consequences|autore=David Kowalewski|accesso=24 febbraio 2014}}</ref>, anche se ciò non venne mai sancito esplicitamente nelle Costituzioni, che si limitavano a nominare la religione solo affermando la divisione netta tra Chiesa e Stato e la libertà di culto e coscienza<ref name=art13/>; l'ateismo di stato venne attuato in forma di politica governativa anticlericale e antireligiosa, dal punto di vista pratico e culturale, tramite leggi ordinarie e propaganda.<ref name=codice/><ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/exhibits/archives/anti.html|titolo= Anti-religious Campaigns|autore=|accesso=24 febbraio 2014}}</ref><ref name=church>{{cita web|url=http://countrystudies.us/russia/38.html|titolo=The Russian Orthodox Church - Library of Congress|autore=|accesso=24 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>Sabrina Petra Ramet, (Ed) (1993). ''Religious Policy in the Soviet Union''. Cambridge University Press. p. 4.</ref><ref>John Anderson (1994). ''Religion, State and Politics in the Soviet Union and Successor States''. Cambridge, England: Cambridge University Press. p. 3. ISBN 0-521-46784-5.</ref> La religiosità venne ridotta a semplice scelta privata, secondo l'ideologia di [[Lenin]] e del [[marxismo]], da considerare lecita ma da scoraggiare, al di fuori della sfera personale.<ref>Vladimir Lenin, ''L'atteggiamento del partito operaio verso la religione'', pubblicato su ''Proletari'' [Il proletario], n. 45, 26 (13) maggio 1909, riportato in: Lenin, ''Opere complete'', IV ediz., vol. 15, pp. 371-381; [http://www.marxismo.net/marxismo-e-religione/latteggiamento-del-partito-operaio-verso-la-religione testo dell'articolo consultabile qui] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140228012905/http://www.marxismo.net/marxismo-e-religione/latteggiamento-del-partito-operaio-verso-la-religione |data=28 febbraio 2014 }}</ref><ref>«La religione dev'essere dichiarata un affare privato», in AA. VV., ''La religione nell'URSS'', Feltrinelli, prima edizione, a cura di Alessandro Bausani, prefazione di Ernesto de Martino, introduzione di A. Usakowski, nota del traduttore. pp. XXII-418, Milano; [http://www.aseq.it/la-religione-nellu-r-s-s.html Nota introduttiva]</ref> La [[chiesa ortodossa russa]] fu costretta a rinunciare a tutti i privilegi, come l'esenzione dalle tasse e dal servizio militare per i sacerdoti e i monaci, e per un certo periodo perseguitata.<ref name=church/> Con la [[Costituzione sovietica del 1918]], emanata per la [[Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa]] e poi estesa alle altre repubbliche federate, venne permesso di svolgere formalmente "propaganda religiosa e non-religiosa"<ref name=art13/>, anche se svolgere attiva propaganda di religione o di idee ritenute "superstizioni" in luogo o edificio pubblico (come la propaganda religiosa nelle scuole, l'esposizione di immagini religiose nei luoghi di lavoro, le processioni, ecc.) poteva essere sanzionato con multe o lavori forzati fino a 6 mesi.<ref name=codice>art. 119-126, Codice penale russo del 1922, riportato [http://www.unive.it/media/allegato/dep/n5-6correzioni/Documenti/19_Magnanini-a.pdf qui]</ref>
 
Coloro i quali non svolgevano lavori socialmente utili (non solo ecclesiastici, ma anche ex agenti zaristi, privati, ad eccezione di artigiani e contadini dei colchoz<ref name=articolo>art. 64, Cost. 1918</ref>, ecc.) venivano esclusi dal voto e non pagati<ref name=articolo/>, restrizione poi eliminata nel 1936<ref>art. 135, [[Costituzione sovietica del 1936]]</ref>. Quindi questi ultimi, una volta esaurite le risorse di cui erano dotati, dovettero svolgere un altro lavoro per sostentarsi, secondo il principio "chi non lavora non mangia".<ref>art. 18 Cost. 1918, ribadito nell'art. 12 del 1936</ref> Venne introdotto il [[matrimonio civile]] e negata validità legale a quello religioso<ref name=dicembre/>, vennero distrutte alcune chiese che occupavano suolo pubblico<ref>[http://www.minube.it/posto-preferito/cattedrale-di-cristo-salvatore-a151411 ''La cattedrale di Cristo Salvatore'']</ref>, altre vennero convertite in uffici e musei pubblici<ref>Paweł Malecha, ''Edifici di culto nella legislazione canonica: studio sulle chiese-edifici'', 2002, pagp. 61</ref> e vennero inoltre abolite tutte le feste religiose come ad esempio il [[Natale]] o lo [[Yom Kippur]] ebraico.<ref>Marco Messeri, {{cita web|url=http://necropolisgulag.altervista.org/crimini2.htm|titolo=I crimini del comunismo|accesso=24 febbraio 2014}}</ref>
 
Con [[Stalin]] il processo antireligioso dello Stato fu completato. La [[costituzione sovietica del 1924]] non conteneva esplicitamente norme sulla religione, in quanto era stata votata come integrazione per sancire la nascita dell'unione federale delle repubbliche come Unione sovietica<ref>cfr. il testo della Costituzione</ref>, mentre per quanto riguarda i diritti e doveri dei cittadini, restò in vigore la relativa parte della costituzione del 1918. Infine, solo in alcune località remote venne concesso di svolgere cerimonie religiose. Secondo fonti ortodosse, nel 1917 erano attive circa 80.000 chiese<ref>{{cita web|url=http://www.orthodoxworld.ru/it/istoria/8/index.htm|titolo=Storia della chiesa ortodossa russa|accesso=24 febbraio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131110013228/http://www.orthodoxworld.ru/it/istoria/8/index.htm|dataarchivio=10 novembre 2013}}</ref>, mentre è stato calcolato che erano circa 20.000 nel 1954 e 10.000 nel 1965.<ref>Bohdan Nahaylo & Victor Swoboda (1990). ''Soviet Disunion: A History of the Nationalities Problem in the USSR''. London: Hamish Hamilton. p. 144. ISBN 0-02-922401-2.</ref>
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Istituì inoltre l'Istituto per l'ateismo scientifico di [[Leningrado]], che durò fino allo scioglimento dell'URSS, nel [[1991]].<ref>[http://books.google.it/books?id=BGJtDwJ7aPwC&pg=PA147&lpg=PA147&dq=institute+for+scientific+atheism&source=bl&ots=eRnt1h2bLl&sig=zRvsLyBg6z1ozGop1czHi92d0uE&hl=it&sa=X&ei=uG8LU87zCIa00QWSzYDQAw&ved=0CGgQ6AEwBQ#v=onepage&q=institute%20for%20scientific%20atheism&f=false James Thrower, ''Marxist-Leninist "scientific Atheism" and the Study of Religion and Atheism in the USSR'']</ref>
Nell'Unione Sovietica vennero introdotti il [[divorzio]] (1º dicembre 1917)<ref>[http://www.storicamente.org/07_dossier/famiglia/famiglia_costituzione_italiana_link10.htm Il divorzio in URSS]</ref> e l'[[aborto]] nel 1920 (reso molto più difficile da Stalin nel 1935, poi reintrodotto nel 1955)<ref>{{cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/09/26/aborto-piaga-russa-in-urss-crolla-un.html|titolo="Aborto, piaga russa", in URSS crolla un tabù|pubblicazione=la Repubblica|data=26 settembre 1987|accesso=24 febbraio 2014}}</ref> e negata la validità del matrimonio religioso (dicembre 1917).<ref name=dicembre>Decreti del 18 (31) dicembre 1917 e del 23 gennaio 1918: «Viene riconosciuto soltanto il matrimonio contratto presso gli organi dello stato civile. Il rito religioso del matrimonio, come pure gli altri atti religiosi, non hanno valore giuridico.» citato in: Giovanni Codevilla, ''Dalla rivoluzione bolscevica alla Federazione Russa: traduzione e commento dei primi atti normativi e dei testi costituzionali'', ed. Franco Angeli, 1996, pagp. 262</ref>
 
Anche in [[Cina]] l'anticlericalismo ha comportato la soppressione (spesso anche fisica) del clero di varie religioni {{citazione necessaria}}, compreso anche il monachesimo buddista del [[Tibet]]. La libertà religiosa ufficialmente è assicurata, anche se in realtà alcuni movimenti sono perseguitati e la stessa Chiesa cattolica e la nomina dei suoi vescovi sono subordinate all'avallo del [[Partito Comunista Cinese]].