Marco Porcio Catone Uticense: differenze tra le versioni

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Morto Pompeo, Catone raggiunse [[Utica (Tunisia)|Utica]] con un contingente forte di ben diecimila legionari, con i quali era riuscito a percorrere ben 1400 miglia (da Arsinoe in Cirenaica a Utica) in condizioni estreme e in poco meno di quattro mesi. A Utica i suoi fautori, in un primo tempo decisi a difendersi con il favore degli abitanti, si perdettero d'animo e cominciarono a parlare di arrendersi a Cesare.
 
Catone non voleva abbassarsi a chiedere grazia; perciò diede a coloro che volevano partire i mezzi per il viaggio, pranzò con tranquillità, trascorse le ultime ore in discussioni filosofiche e nella lettura di alcuni passi del ''[[Fedone]]'' di [[Platone]], ovvero il libro che parla della sopravvivenza dell'anima dopo la morte, poi si trafisse con la spada il ventre dopo aver letto il libro per l'intera nottata, esclamando: «Virtù, non sei che una parola» prima di trafiggersi con la spada.
 
Accorsi, i suoi amici gli fasciarono la ferita, ma egli, strappate le bende, volle morire infierendo nervosamente contro i suoi visceri. Per lui, stoico, la morte non era un male, ma uno strumento di liberazione dal momento che ogni altra via era preclusa.