Tempio del Divo Giulio: differenze tra le versioni
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Il '''tempio del Divo Giulio''' (''aedes Divi Iulii'') è un [[Tempio romano|tempio]] dedicato a [[Gaio Giulio Cesare]], divinizzato dopo la sua morte, situato a [[Roma]] nel [[Foro romano]].
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==Storia==
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Cesare venne ucciso in una seduta del Senato tenutasi nella ''[[Curia di Pompeo|Curia Pompeia]]'' nel [[Campo Marzio]]. Il suo corpo venne poi trasportato nel Foro, vicino alla [[Regia (Roma)|Regia]], che era la sede ufficiale del [[Pontefice massimo (storia romana)|pontefice massimo]], carica rivestita dal dittatore. In questo luogo, all'estremità orientale della piazza del Foro, venne accesa la pira funebre improvvisata per la cremazione e si svolsero i suoi funerali. Qui venne eretto un [[altare]]
La costruzione del tempio fu decretata dal [[Senato (storia romana)|senato]]
L'edificio venne effettivamente costruito da [[Augusto (imperatore romano)|Ottaviano]]
L'edificio è raffigurato sul rovescio di alcune monete del [[37 a.C.|37]]-[[34 a.C.]]: di conseguenza si era ritenuto che fosse stato completato già in quegli anni, mentre la dedica ufficiale sarebbe stata ritardata a causa della [[guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio]]. Probabilmente si tratta piuttosto di una raffigurazione simbolica di un edificio non ancora realizzato, a fini propagandistici.
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==Descrizione==
Il tempio era prostilo esastilo con sei colonne anteriormente e due sui lati del [[pronao]], che proseguivano quindi con [[lesene]] sulle pareti laterali e posteriore della [[cella (architettura)|cella]]. Da [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]]
La fronte, adorna dei [[Rostro (arma)|rostri]] delle navi nemiche battute nella [[battaglia di Azio]], conteneva una nicchia circolare con al centro l'altare dove si erano svolti i funerali di Cesare. Il tempio era inquadrato a sud dall'[[Arco di Augusto (Foro Romano)|Arco di Augusto]] e a nord da un portichetto che lo raccordava con la [[basilica Emilia]], il cosiddetto [[Arco di Gaio e Lucio Cesari]]<ref>Bianchi Bandinelli-Torelli, cit., Arte Romana, scheda 58.</ref>.
===La decorazione architettonica===
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In passato si era ritenuto che il tempio fosse di [[ordine ionico]] (ovvero di ordine ionico per le colonne in facciata e di [[ordine corinzio]] per le lesene sulle pareti della cella), mentre è stato in seguito dimostrato
La qualità di realizzazione delle decorazioni è piuttosto discontinua: forse agli artigiani più esperti furono affidati il lato anteriore e via via ad altri di minore esperienza le parti sui fianchi e sul retro.
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===L'altare===
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Sul lato anteriore del podio, che conserva in alcuni punti il coronamento e lo zoccolo in [[marmo lunense]], è presente un'esedra semicircolare, rivestita in blocchi di [[tufo (roccia)|tufo]] dell'Aniene e di [[peperino]], entro la quale si trova un piccolo elemento circolare in cementizio, identificabile come un altare: si tratta probabilmente del rifacimento da parte di Ottaviano, forse negli anni 37-34 a.C., dell'altare eretto dopo la morte di Cesare nel [[44 a.C.]] e subito eliminato. Al momento della costruzione del tempio l'altare venne rispettato con l'apertura dell'esedra (spazio semicircolare scoperto) sulla fronte del podio.
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La cella ospitava la statua di culto di Giulio Cesare divinizzato, con una stella sulla fronte: in occasione della morte di Cesare era stata infatti vista una [[cometa]] (''sidus Iulium''), il cui passaggio era stato considerato come segno della sua divinità.
All'interno della [[Cella templare|cella]] erano state collocate diverse opere d'arte: un quadro del celebre pittore greco [[Apelle]] raffigurante l<nowiki>'</nowiki>''[[Afrodite anadyoméne]]'' ("sorgente dalle acque"), in riferimento alla mitica progenitrice della [[gens Iulia|''gens'' Iulia]]
===I ''rostra''===
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*[[Filippo Coarelli]], ''Il Foro romano. Periodo repubblicano e augusteo'', Roma 1985, ISBN 88-85020-68-2, pp. 308–323.
*Maria Floriani Squarciapino, "Il fregio del tempio del Divo Giulio", in ''Rendiconti dell'Accademia Nazionale dei Lincei'', 12, 1957, pp. 270–284.
*Pierre Gros, voce ''Iulius, Divus, aedes'', in
*Marinella Montagna Pasquinucci, ''La decorazione architettonica del Tempio del Divo Giulio nel Foro Romano'' (Monumenti Antichi. Accademia Nazionale dei Lincei, 4), 1973, pp. 257–280.
*[[Sandro Stucchi]], ''I monumenti della parte meridionale del Foro Romano'', 1958, pp. 11–37, 66-70 e 84-88.
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==Altri progetti==
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