Massimo Troisi: differenze tra le versioni

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|titolo=Il forfait a Sanremo
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|contenuto=Un mese prima del suo esordio cinematografico, Troisi fu chiamato da [[Gianni Ravera]] come ospite comico al [[Festival di Sanremo 1981|Festival di Sanremo]]. Troisi, però, destò vive preoccupazioni nella RAI che non voleva ripetere il caso [[Roberto Benigni|Benigni]] dell'anno prima, quando il comico toscano aveva fatto irritare la [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] appellando [[Giovanni Paolo II]] con il termine di "Wojtylaccio". Nel pomeriggio della finale i testi preparati da Troisi vennero letti dagli organizzatori: l'attore avrebbe dovuto scherzare su argomenti "intoccabili", tra cui l'Annunciazione e il [[Presidente della repubblica]] [[Sandro Pertini]], in visita ai terremotiterremotati dell'[[Irpinia]]. Ma soprattutto Troisi manifestò l'intenzione di voler improvvisare: «Prenderò di mira i soliti bersagli» - annunciò - «il potere verso il quale noi meridionali tremiamo. Comunque deciderò quando sarò in onda».
 
La RAI propose al comico di tagliare le parti scabrose, di riscrivere tutto l'intervento riducendo al minimo l'improvvisazione, di fare un solo intervento e non tre. Troisi non ci pensò due volte e, dopo una celebre intervista nella quale ironizzava sul divieto impostogli di trattare argomenti delicati, affermando «sono indeciso se portare una poesia di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] o di [[Giosuè Carducci|Carducci]]», annullò solo mezz'ora prima dalla diretta in Eurovisione, la sua partecipazione come ospite al Festival di Sanremo, regalando solo un piccolo spettacolo ai giornalisti accorsi in hotel per intervistarlo<ref name=sanremo>{{Cita|Giannotti|pp. 212|Giannotti}}</ref>.