Medaglia d'oro al valor militare: differenze tra le versioni

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* [[9º Reggimento fanteria "Bari"|9º]]<ref>Oggi [[9º Reggimento fanteria "Bari"]]</ref> e [[10º Reggimento fanteria "Regina"]] (1859 e 1915-16)
* [[13º Reggimento fanteria "Pinerolo"]] (1915-18<ref>"Per il valoroso contegno, per le ripetute prove di saldezza e di slancio, per la tradizione di eroismo nobilmente mantenuta durante tutta la guerra. Sui campi di battaglia del Carso, dall'Isonzo al Piave, segnò la sua via luminosa con l'impeto, la tenacia e il sangue dei suoi Eroi, generosamente versato, attingendo per trenta mesi di lotta continua, la sua indomabile energia alla più serena e più alta coscienza del dovere e dell'onore. Carso - Isonzo - Piave, 1915-1917. Si distinse anche per stremo valore e ferrea tenacia nella battaglia del giugno 1918 sull'Altopiano di Asiago"</ref> e 1941<ref>"Durante le operazioni sul fronte greco-albanese, in giorni di aspra battaglia contro nemico agguerrito, tenace e risoluto a disputare, con imponente forza di uomini e d'armi il possesso del monte Scialesit, posizione chiave per lo schieramento d'una nostra grande unità operante, il 13º Fanteria riusciva, mercé l'abnegazione e lo slancio delle sue truppe e dei suoi quadri, a frenare l'impeto dell’avversario ed a ributtarlo infine con furioso contrattacco verso le posizioni di partenza. A compimento dell'impresa che costava immenso tributo di sangue meritava la citazione sul Bollettino delle FF.AA. In seguito, nel corso delle operazioni d'attacco protrattesi dal 9 al 19 marzo rivelava in tormentato settore eguali virtù di tenacia combattiva e pari generosità dei suo sangue cosicché il nemico incalzato da irruenti ed eroici assalti era costretto a ripiegare duramente scosso e provato. Spostato sul fronte di combattimento contro la Jugoslavia ed inquadrato nella colonna celere D.S. imponeva anche sul nuovo nemico l'alto valore dei suoi ufficiali e delle sue truppe impedendone con impetuoso attacco il riordinamento dei resti battuti e fugati. Con una audace marcia attraverso la zona costiera del lago di Ocrida ripiombava sui fianchi dell'Esercito greco al quale strappava con decisa manovra il possesso d'una vasta zona ricondotta nel seno della Patria. Superbo strumento di lotta, espressione dei più alti valori dello spirito, simbolo di luminosa ed inesausta tradizione di gloria. Fronte greco-albanese: Scialesit, 4 - 12 febbraio; Cresciows, 9 - 19 marzo; Ocrida - Biishiti, 8 - 18 aprile 1941"</ref>)
* [[47º Reggimento addestramento volontari "Ferrara"|47º Reggimento fanteria "Ferrara]] (1915-17<ref>In epiche lotte a S. Martino del Carso e sul Monte S. Michele (novembre 1915, giugno 1916) diede sublimi prove di ardimento, di tenacia e di spirito di sacrificio, riconfermando le stesse sue belle qualità guerriere nelle aspre mischie sull'altipiano della Bainsizza (agosto 1917). Nell'offensiva austriaca del giugno 1918 sul Piave, compreso del suo dovere altissimo verso la Patria in quell'ora suprema, scrisse col sangue dei suoi migliori Fanti pagine di gloria imperitura, sostenendo con impeto ed ardore sovrumani, in cinque giorni di lotta furibonda, il formidabile urto delle masse avversarie a Villa Premuda, travolgendole con magnifico slancio a C. Fuma e contenendole eroicamente a C. Ninni; impareggiabile esempio del più fulgido valore e del più alto patriottismo</ref> e 1940-41<ref name="Ferrara">Falange temprata, traeva dalle auree insegne della passata guerra, motivo di nuova gloria. in giorni di epica lotta, i suoi fanti, degni del loro motto "Fede e Valore", travolgevano di slancio il nemico fino ad affrontarlo in un formidabile campo trincerato (Borgo Tellini - Kalibaki), che attaccavano con tenacia e notevoli sacrifici di sangue, conquistando posizioni saldamente e tenacemente contese (lago Zerovina - quota 1201 - Burtopa - fiume Kalibaki - quota 935 - fiume Kormos - quota 899 (profeta Elia) - Ripitisti - Gribiani). Di fronte a violenti contrattacchi nemici, condotti con forze soverchianti, contendevano il terreno palmo a palmo, facendo dei loro petti valido baluardo contro cui l’avanzata nemica s’infranse e si arrestò con perdite rilevanti. Nell’offensiva di aprile, con mirabile slancio travolgevano le resistenze accanite ed ostinate opposte dal nemico e il 17 raggiungevano Argirocastro, catturando prigionieri ed ingente bottino (Doliana - Vesane - Makricampos - Cippo 21 - M. Bureto - Quota 1640 - Sella Radati - Tepeleni - Lekeli). Fronte greco, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941</ref>)
* [[47º Reggimento addestramento volontari "Ferrara"|47º]] e [[48º Reggimento fanteria "Ferrara"]] (1915-17 e 1940-41)
* [[48º Reggimento fanteria "Ferrara"]] (1915-17<ref>In epiche lotte a S. Martino del Carso e sul Monte S. Michele (novembre 1915, giugno 1916) diede sublimi prove di ardimento, di tenacia e di spirito di sacrificio, riconfermando le stesse sue belle qualità guerriere nelle aspre mischie sull’altipiano della Bainsizza (agosto 1917). Nell’offensiva austriaca del giugno 1918 sul Piave, esempio inarrivabile di valore e di spirito di sacrificio, dopo aver infranto il formidabile urto nemico a C. Cappellini ed a C. Gasparinetti, riconquistando l’argine di S. Marco, opponeva eroicamente, pur con forze assottigliate dalla lotta, lunga e sanguinosa, la sua ultima e decisiva resistenza a S. Pietro Novello, sicuro che la vittoria e la salvezza dell’onore d’italia riposavano nel suo sacrificio. Il primo battaglione circondato nell’Ansa di Lampol, dopo aver seminato con poche eroiche mitragliatrici superstiti, per tre giorni, la strage nelle schiere nemiche, si apriva leoninamente un varco. Piave, 15 - 17 giugno 1918</ref> e 1940-41<ref name="Ferrara"/>)
* [[80º Reggimento addestramento volontari "Roma"|80º Reggimento fanteria "Roma"]] (1941-42<ref>"In avanguardia ad una Divisione impegnata per l'accerchiamento di preponderanti forze nemiche, quantunque separato dalla propria colonna, attaccava arditamente l'avversario, sgominandolo. Distintosi al forzamento del Nipro e nella battaglia di Petrikowka, si lanciava con grande animosità all'inseguimento del nemico fedele alla sua antica reputazione di valore, incurante delle più aspre fatiche e privazioni, raggiungeva per primo le forti retroguardie avversarie, cui negava tregua e scampo, debellandone ripetutamente l'ostinata resistenza. inoltratosi tra gelo, fango e pioggia per trecento chilometri in territorio infestato da partigiani, affrontava di nuovo impari lotta, resa più perigliosa dall'isolamento e dalla penuria di rifornimenti ed ai nemico, quattro volte superiore di numero, che deciso ad annientano lo circondava rabbiosamente in un villaggio, imponeva rispetto per nove giorni di duri combattimenti, obbligandolo infine a cedergli il passo. A conferma delle sue fiere qualità militari, si acquistava meriti altrettanto eletti nei prosieguo delle operazioni offensive e nella tutela di un delicato settore difensivo nonostante che l'eccezionale crudezza dell'inverno imponesse ai suoi ranghi duramente assottigliati inenarrabili patimenti e sacrifici. Fronte russo - Jasnaja - Poliana - Wionowka - Shelesnoje - Gorlowka Nikitowka - Chazepetrowka - Ploskii - agosto 1941 - maggio 1942"</ref> e 1942-43<ref>"In durissima, tenace, aggressiva e cruenta battaglia difensiva, di fronte a ripetuti ostinati violenti assalti nemici, operati da forze ingenti, continuamente rinnovellantisi, riconfermava, superandole, le fulgide, eroiche tradizioni del passato. Attraverso larghissimo tributo di vite e di sangue, imposto dal nemico e dal clima, già aggirato sui fianchi ed oltrepassato sul tergo, fedele alla consegna ricevuta, con sublime eroismo, fede convinta ed eccelso spirito di sacrificio, manteneva salda la sacra linea intangibile affidata al suo onore e al suo valore, anche quando già appariva ineluttabile il totale, estremo sacrificio. Rifulgeva nella successiva, logorante lotta, intesa ad aprirsi un varco ripetutamente, per vari giorni consecutivi, attraverso le imbaldanzite schiere dei mezzi corazzati accerchianti. Né le estenuanti tappe dei tragico ripiegamento lungo la nevosa, gelida steppa russa, né il calvario del supremo olocausto del superstite pugno d'eroi, incalzato, braccato e falcidiato, valsero a fiaccarne l'intrepido animo, il saldo cuore, e lo strenuo valore che, dopo oltre un mese di contrastata, sfibrante lotta, trionfavano sulla maggiore potenza dei mezzi del nemico. Fronte del Don - Abrossimowo - Monastyrschina - Getreide - Swch - Arbusow - Tscherkowo, 1º dicembre 1942 - 15 gennaio 1943"</ref>)
* [[84º Reggimento fanteria "Venezia"]] (1911<ref>"Per essersi particolarmente distinto per prove di mirabile valore e di esemplare fermezza nel fatto d’arme del 26 ottobre 1911 davanti a Tripoli”</ref> e 1943<ref>"All’atto dell’armistizio lontano dai suolo della Patria, a contatto di preponderanti aggressive forze tedesche che imponevano la consegna delle sue armi, anziché depone, con voto unanime iniziava la cruenta lotta partigiana che conduceva compatto in zone impervie, senza rifornimenti e con privazioni inenarrabili per concorrere validamente, con largo tributo di sangue, all’eroica resistenza delle invitte Divisioni "Venezia" e "Garibaldi". Col sacrificio dei suoi valorosi fanti, teneva in grande onore il prestigio delle armi d’Italia.Montenegro - Sangiaccato, 8 settembre -1º dicembre 1943"</ref>)