Papa Benedetto XIV: differenze tra le versioni

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=== Origini e carriera ecclesiastica ===
==== Famiglia e primi studi ====
Prospero Lorenzo Lambertini nacque a Bologna in via delle Campane, poi intitolata a suo nome<ref name=Cecchelli>{{cita pubblicazione|nome=Marco |cognome=Cecchelli|titolo=Benedetto XIV (Prospero Lambertini): Convegno internazionale di studi storici, sotto il patrocinio dell'Archidiocesi di Bologna |editore= Centro Studi Baruffaldi|città=Cento |volume= 1 |anno=1979 |mese=dicembre |pp=107-109 |id=0035-1423|url=https://books.google.it/books?id=owQuAAAAYAAJ&q=%22via+Benedetto+XIV%22&dq=%22via+Benedetto+XIV%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM-OazqeXJAhVJvRoKHbEZCQcQ6AEIHDAA |accesso=18 dicembre 2015}}</ref>, il 31 marzo 1675 da Marcello Lambertini e Lucrezia Bulgarini, figlia di Carlo<ref name=Fantuzzip64>{{cita|Fantuzzi|p.64}}.</ref>. Prospero apparteneva, attraverso il padre, al ramo cadetto di un'antica [[famiglie senatorie bolognesi|famiglia senatoria]] di [[Bologna]]<ref name="Fan19">{{cita|Fanti|p. 119}}.</ref><ref>{{cita|Marcelli|p. 255}}.</ref>, fino all'[[Risorgimento|unità d'Italia]] la seconda città per importanza dello [[Stato Pontificio]]<ref>{{cita|Muzzarelli|p. 178}}{{citazione|[...] così avvenne anche nel caso di Bologna, che allora era per importanza la seconda città dello Stato Pontificio...}}</ref>. Battezzato il giorno stesso della nascita da Carlo Evangelista Graffi, prevosto della [[Cattedrale di San Pietro (Bologna)|Cattedrale metropolitana di Bologna]]<ref>{{Cita|Serie cronologica dei cardinali bolognesi|p. 63}}.</ref>, il futuro pontefice rimase presto orfano del padre (deceduto a soli 42 anni<ref>{{cita|Lombardi|p. 511}}.</ref>), mentre la madre convolò a seconde nozze col conte Luigi Bentivoglio<ref>{{cita|Novaes|p. 4}}.</ref> e morì il 21 novembre 1705<ref name=Fantuzzip64/>.
 
Prospero apprese i primi rudimenti da Paolo Pasi e dal sacerdote Sante Stancari, per essere poi trasferito nel convitto bolognese dell'[[Accademia degli Ardenti]], detto Del Porto<ref name=Cecchelli/><ref name=Fantuzzip64/>. A tredici anni fu infine mandato nel 1688 a Roma nel [[Collegio Clementino]] diretto dai [[Chierici regolari di Somasca|Padri Somaschi]]<ref name="Moroni-21">{{cita|Moroni|p. 21}}.</ref><ref name=Fantuzzip65>{{cita|Fantuzzi|p.65}}.</ref>, ove si segnalò per vivacità d'ingegno fra i condiscepoli<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi" />.
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===== Esperto amministratore e protettore delle arti e delle scienze =====
A [[Bologna]] Prospero Lambertini promosse le arti e la scienza (costituzione dell'[[Accademia di belle arti di Bologna|Accademia di pittura Clementina]], così chiamata in onore del papa regnante Clemente XIII; fondazione dell'Istituto di scienze<ref name="Mazzone-175">{{cita|Mazzone|p. 175}}.</ref>) e ottenne che la seconda donna laureata al mondo, [[Laura Bassi]], insegnasse nell'Università di Bologna<ref name="liberpers">{{Cita|Agnoli|Benedetto XIV, la scienza a Bologna (e gli asili)}}.</ref>. Tra le altre iniziative, si adoperò per l'archiviazione e la sistemazione della biblioteca personale del predecessore [[Gabriele Paleotti]]<ref name="Mazzone-175" />.
 
===== Cura della pastorale =====
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===== Committenza =====
Il Lambertini fu anche mecenate, commissionando la ristrutturazione di chiese o edifici sacri: sovvenzionò la riedificazione della [[Collegiata di San Biagio (Cento)|collegiata di San Biagio a Cento]]<ref>{{Cita|Benedetto XIV - Raccolta di alcune notificazioni|p. 3}}.</ref> e della [[Cattedrale di San Pietro (Bologna)|cattedrale di San Pietro]] in Bologna (questa tra il 1743 e il 1755<ref>{{Cita web|url = http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/107/opere/58/torreggiani-alfonso-interventi-nella-cattedrale-di-san-pietro|titolo = Torreggiani Alfonso: interventi nella cattedrale di San Pietro|accesso = 8 settembre 2015|citazione = Dall'elenco di Alfonso Torreggiani, 1756*: "Compita d'ordine di N.S. Papa Benedetto XIV, la Chiesa Metropolitana di S. Pietro con farvi la facciata di marmo, memoria interna nel 1743; e nel 1755 terminata da me con li quattro coretti"|editore=Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'Emilia-Romagna}}</ref>), donando a quest'ultimo edificio sacro e al tempio bolognese di [[Basilica di San Petronio]]<ref>{{cita|Mazzone|pp. 173-174}}.</ref> preziose suppellettili sacre; continuò inoltre la costruzione del [[santuario della Madonna di San Luca]] (avviato nel 1723 e terminato nel 1757<ref name="Mazzone-174" />).
 
===== Considerazioni =====
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===== Lo spirito del papa Clemente =====
Il 6 febbraio 1740 papa Clemente XII, ormai infermo da molti anni, venne a mancare<ref>{{Cita|Caracciolo}}.</ref>. Il [[conclave]] che si aprì il 19 febbraio risultò uno dei più aspri di tutta la storia moderna: la fazione filo franco-austriaca e quella filo-spagnola continuavano a scontrarsi e a non trovare un'intesa su un candidato gradito a entrambi gli schieramenti<ref name="Rendina-IPapi-731">{{Cita|Rendina|p. 731|Rendina-I Papi|p. 731|titolo=I Papi}}.</ref>. Dopo la caduta delle candidature di [[Neri Corsini (cardinale)|Neri Corsini]] e di [[Annibale Albani]], il collegio cardinalizio cercò di trovare un candidato nella figura di [[Pompeo Aldrovandi]], ma questi non riusciva a superare il ''quorum'' necessario per essere eletto sommo pontefice. Il cardinale Lambertini, che non era stato preso ancora in considerazione come candidato, cercò di smuovere le acque dicendo ai cardinali, con quello spirito scherzoso che lo contraddistingueva: «Volete un santo? Scegliete [[Vincenzo Ludovico Gotti|Gotti]]. Volete uno statista? Eleggete Aldobrandini. Volete un uomo onesto? Eleggete me»<ref name="Be1">{{Cita|Borrelli-Benedetto XIV}}.</ref>.
 
===== Elezione e insediamento =====
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{{Citazione|La prima: per non dispregiare un vostro benefizio; la seconda: per resistere alla volontà manifesta di Dio, poiché tale la ritengo non avendo mai io desiderato così eccelsa vanità; la terza: per finire queste nostre adunanze che credo servano di scandalo al mondo per la loro durata.|{{Cita|Rendina-Quel conclave lungo}}}}
 
Il Lambertini fu poi incoronato papa il 22 agosto<ref>{{cita|Moroni|p. 22}}.</ref><ref>{{Cita|Benedetto XIV}}.</ref> dal [[Cardinale|cardinale diacono]] [[Carlo Maria Marini]], prendendo il nome di Benedetto in onore di Benedetto XIII, al quale doveva la sua carriera ecclesiastica<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi" />.
 
===== Vescovo di Roma e arcivescovo di Bologna =====
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===== Provvedimenti teologici e pastorali =====
[[File:Arbitrato di papa Benedetto XIV.jpg|left|thumb|upright=1.6|[[Placido Costanzi]], ''Arbitrato di papa Benedetto XIV'', [[Pittura a olio|olio su tela]], 1751-52, [[Accademia Carrara|Museo dell'Accademia Carrara]], [[Bergamo]]]]
Benedetto XIV ebbe, sotto il profilo strettamente religioso, un pontificato estremamente attivo. Nella prima fase del pontificato dimostrò una volontà riformatrice nei vari provvedimenti teologici e pastorali, avvicinandosi al clima dell'''Aufklarung'' (illuminismo) cristiano<ref>{{Cita|Venturi}}.</ref> espresso dalle posizioni di [[Ludovico Antonio Muratori]] e del cardinale [[Pierre Guérin de Tencin]], coi quali il pontefice era in contatto epistolare<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi" />. Seguendo il modello di [[Carlo Borromeo]], il pontefice richiamò i vescovi a risiedere nelle loro diocesi, non allontanandosi da esse per un periodo di tempo troppo lungo ([[Costituzione apostolica|costituzione]] ''Ad universae christianae reipublicae'', 3 settembre 1746)<ref>{{cita|Fiorani-Settecento romano|p. 544}}.</ref>.
 
====== L'attività missionaria ======
Innanzitutto, nel [[1741]] emise la bolla ''Immensa Pastorum principis'' contro lo [[schiavismo]] nelle [[America|Americhe]], chiedendo ai vescovi portoghesi di difendere i diritti umani degli ''[[Nativi americani|Indios]]''. Nonostante la presa di posizione in favore delle popolazioni indigene, Benedetto si dimostrò invece risoluto nel mantenere la purezza rituale anche nei contesti extra-europei. Il Lambertini promulgò a tal proposito le [[Bolla pontificia|bolle]] ''Ex quo singulari'' (11 luglio 1742) e ''Omnium solicitudinum ''(12 settembre 1744)<ref name="Russomanno">{{Cita|Russomanno}}.</ref>, ove denunciò l'adattamento del cristianesimo ai modelli culturali locali, estensivamente utilizzato dai [[Compagnia di Gesù|gesuiti]] nelle loro missioni in [[Cina]]. Per esempio lo "status" degli antenati - l'[[Culto degli antenati#Nell.27Estremo Oriente|onore tributato agli antenati]] da parte della cultura cinese - doveva essere considerato «adorazione degli antenati» o qualcosa di simile alla venerazione cattolica dei santi. Condannata questa pratica cultuale con la ''Ex quo singulari'', colla ''Omnium solicitudinum'' Benedetto promosse la stessa linea intransigente nei confronti dei [[controversia dei riti malabarici|riti malabrici]] dell'India. Sempre in [[Asia]], Benedetto accettò l'invito di alcuni sovrani [[tibet]]ani ad inviare, in quel Paese, alcuni [[Ordine dei frati minori cappuccini|frati cappuccini]] per la predicazione del [[Vangelo]]<ref name="Moroni-28" />.
 
====== I provvedimenti liturgici ======
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==== Il Giubileo del 1750 e San Leonardo ====
[[File:Atelier de Nicolas de Largillière, portrait de Voltaire, détail (musée Carnavalet) -002.jpg|thumb|[[Nicolas de Largillière|Nicolas de Largillierre]], ''Ritratto di François-Marie Arouet, detto Voltaire'', olio su tela, dopo il 1724-1725, [[Museo Carnavalet]]. Filosofo di spicco del movimento dei lumi, critico severissimo contro tutte le superstizioni (nonché contro la religione cattolica), ebbe un rapporto più che singolare con questo pontefice: apprezzato dal Lambertini per il dono del ''Mahomet'' e per la vivacità del suo ingegno<ref>{{Cita|Langone}}{{Citazione|Il carteggio con Benedetto XIV è notevolissimo. Fra i due corre, a dispetto di tutto, un'evidente stima reciproca.}}</ref>, le opere di Voltaire furono poste nell'Indice dei libri proibiti nel 1751<ref>{{Cita|Mezzadri-Vismara|pp. 315-316}}.</ref>.|left]]
 
{{citazione|Quale maggiore felicità può provare un Cristiano che vedere la Gloria della Croce di Cristo nel sommo grado di splendore, in cui riluce sopra la terra, ed osservare con i propri occhi i monumenti della trionfale vittoria con cui la nostra Fede ha superato il Mondo? Qui potrete vedere l'altezza del secolo umiliata ad ossequiare la Religione, e quella che fu la Babilonia terrena, mutata in foggia d'una nuova e celeste Città|[http://www.totustuustools.net/magistero/b14pereg.htm; Estratto dalla bolla ''Peregrinantes a Domino'']}}
 
Benedetto XIV, con la bolla ''Peregrinantes'', promulgò per il 1750 il [[Giubileo universale della Chiesa cattolica|Giubileo]]<ref>{{Cita web|url = http://www.scalve.it/progettoconservativo/Crono/Vilm_out/Giubilei.html#1750|titolo = I Giubilei|accesso = 7 giugno 2015|sito = www.scalve.it|citazione = 1750: Benedetto XIV con la Bolla "Pellegrinantes" indice l'Anno Santo per il 1750}}</ref>. Quest'ultimo fu improntato ad un profondo clima spirituale (il papa chiamò [[Leonardo da Porto Maurizio|san Leonardo da Porto Maurizio]] a predicare<ref name="Ravaglioli">{{Cita|Ravaglioli}}.</ref>), senza però quelle teatralità che davano alle funzioni religiose un'aura di bigotteria<ref name="rendina730">Benedetto XIV «...combatte certe teatralità nelle funzioni religiose e le proibisce in una serie di notificazioni"...»</ref> in base allo spirito di riforma liturgica che stava promuovendo in quegli anni. Il Pontefice curò ogni singolo dettaglio dell'anno santo, stabilendo le principali iniziative spirituali (tra cui anche l'unità dei cristiani<ref name=rendina730/>), organizzando le strutture ricettive (l'ospitale della Trinità accolse, su disposizione del papa, per tre giorni i pellegrini poveri<ref name="Rendina-IPapi-731" />) e accogliendo lui stesso i pellegrini che giungevano nella città eterna<ref name="Rendina-IPapi-731" />.
 
Strettissimo fu il rapporto che ebbe con il già citato San Leonardo: già presente a Roma nel luglio del 1749 per tenere dei sermoni sulla penitenza e sulla conversione del cuore, il predicatore francescano si recava ogni domenica dal Papa<ref name="Ravaglioli" />. Benedetto, secondo il suo stile consueto, era solito sbalordire partecipando lui stesso agli incontri che teneva il frate. Sempre sulla spinta di San Leonardo, Benedetto fu il primo pontefice a istituire la ''[[Via Crucis]]'' (pratica quotidiana per la vita spirituale del frate<ref name="Ravaglioli" />) al [[Colosseo]], monumento che Benedetto volle preservare dallo smantellamento progressivo (veniva utilizzato come cava di marmo) consacrandolo in quanto luogo di martirio dei primi cristiani<ref name="Russomanno"/>. A segno di questa consacrazione (la ''Via Crucis'' si tenne il 27 novembre dell'Anno Santo<ref name="Ravaglioli" />), il Papa pose nell'arena una croce con 14 edicole della ''Via Crucis'', che verranno tolte nel 1874. La sola croce verrà ripristinata nel 1925<ref name="Ravaglioli" />.
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Benedetto non trascurò la promozione della cultura, attraverso la fondazione di nuove biblioteche e l'arricchimento di quelle già esistenti.
* Fondò, già nel 1740, l'Accademia delle Romane Antichità (divenuta poi nel 1810 [[Accademia Romana di archeologia]], oggi conosciuta come [[Pontificia accademia romana di archeologia|Pontificia Accademia Romana di Archeologia]]), con l'aiuto dell'archeologo [[Johann Joachim Winckelmann]]<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi" /><ref>{{Cita web|url = http://www.cultura.va/content/cultura/it/collegamenti/accademie-pontificie/archeologia.html|titolo = Pontificia Accademia Romana di Archeologia - note storiche|accesso = 7 giugno 2015|editore = Pontificia Accademia Romana di Archeologia}}</ref>.
* Incrementò la dotazione di quella [[Biblioteca apostolica vaticana|Vaticana]], per la quale acquistò il fondo [[ottoboni]]ano, e creò anche il [[Museo di antichità cristiane]] (con la bolla ''[[Ad optimarum artium]]'', 30 settembre 1757<ref>{{Cita|Lega}}.</ref>).
* Rese accessibile la Biblioteca Corsiniana e diede impulso a molte biblioteche di ordini religiosi o conventuali<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi" />.
* Arricchì le collezioni dei [[Musei Capitolini]], attraverso la fondazione della Pinacoteca nel 1748<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi" />.
*La riforma dell'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università La Sapienza]]. Lo Studio fu riordinato in base a due bolle, ''Inter conspicuos ordines'' del settembre 1744 e ''Quanta Reipublicae obveniat'' del 14 ottobre 1748. Con il primo atto il pontefice sostituì la lettura di ''philosophia ordinarie'' con un insegnamento di «fisica sperimentale»; in pratica il corso di [[fisica]] si sdoppiò in due insegnamenti: uno teorico, l'altro basato sulla pratica dell'osservazione e della sperimentazione dei fenomeni, che integrava l'insegnamento ''ex cathedra''. Il secondo provvedimento istituì una cattedra di [[chimica]] per la classe medica ed una cattedra di matematica superiore (''matematica sublime''), da affiancare all'insegnamento di [[geometria]]<ref>{{cita web|url=https://books.openedition.org/efr/1956?lang=it|titolo=Università e scienza. La «grande riforma» della Sapienza di Benedetto XIV|accesso=13 febbraio 2019}}</ref>;
*[[File:Trastevere - Accademia dei Lincei alla Lungara 01593.JPG|thumb|L'Accademia dei Lincei, rinata col favore di papa Lambertini che le diede nuovo impulso e protezione per tutta la durata del suo pontificato.]] La riforma dell'[[Accademia Nazionale dei Lincei|Accademia dei Lincei]]. Convinto che «...il miglior servizio che si potesse fare alla [[Santa Sede]] fosse di portare a Roma "uomini dotti e onesti"», Benedetto protesse la rinata Accademia dei Lincei grazie all'ausilio di [[Giovanni Paolo Simon Bianchi]] (latinizzato in Janus Plancus), medico e scienziato [[Rimini|riminese]] che, nel 1745, rifondò l'antica accademia voluta da [[Federico Cesi (scienziato)|Federico Cesi]] nel 1603. Sotto il patronato lambertiniano, i lincei si occuparono principalmente di anatomia, storia naturale e fisica<ref>{{cita web|url=http://www.lincei-celebrazioni.it/isimon_bianchi.html|titolo=Giovanni Paolo Simon Bianchi|editore=Comitato Nazionale per il IV Centenario della Accademia dei Lincei|accesso=15 settembre 2015}}</ref>.
* La protezione dell'[[Università di Bologna]]. Nonostante fosse divenuto papa, il Lambertini mantenne un forte legame con la sua città natale, interessandosi dell'Università di Bologna, alla quale donò la sua biblioteca privata<ref name="Miani">{{Cita|Miani}}.</ref>.
 
=== L'impulso scientifico ===
L'alacre attività culturale di Benedetto non si fermò soltanto al mero campo artistico e/o [[Umanesimo rinascimentale|umanistico]], come fecero i suoi predecessori. Primo dopo molti secoli, Benedetto comprese l'importanza dello sviluppo della [[scienza]], perché potesse diventare strumento per il miglioramento materiale dell'umanità<ref name="Rogier-Bertier-Hajjar-77">{{Cita|Rogier-Bertier-Hajjar|p. 77}}.</ref>. Papa Lambertini continuò, inoltre, anche il patronato nei confronti delle [[medicina|scienze mediche]], [[fisica|fisiche]] e [[astronomia|astronomiche]] già perseguite durante il periodo in cui fu arcivescovo di Bologna<ref name="Rogier-Bertier-Hajjar-77" />. Nel 1748, oltre alla Bassi, invitò a insegnare a Bologna anche la matematica milanese [[Maria Gaetana Agnesi]]<ref name=liberpers/> e nel 1757 aprì nella sua città natale la prima cattedra di [[ostetricia]] in Italia, chiamando come insegnante Giovanni Antonio Galli<ref name=liberpers/>.
 
== Giudizi su Benedetto XIV ==
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==== Giudizi positivi ====
{{Citazione|Dopo Marcello II, troppo presto tolto alla cristianità, nessun papa era salito al seggio di Roma che per ingegno e per prudenza fosse con Lambertini da paragonarsi. Trovò modo che per mantenere le ragioni, il miglior mezzo è il non irritare gli avversari. Egli fu papa quale il secolo voleva. Le controversie con Roma non furono più ostilità, ma discussioni, e l'incredulità che pur troppo andava serpeggiando tra le generazioni, in cospetto di un papa amabile e spiritoso s'arrestava.|[[Carlo Botta]], ''Storia d'Italia'', libro XLI}}
Con queste parole [[Carlo Botta]] descriveva in poche righe la figura di Benedetto XIV. Lo stesso Lambertini fu visto, da parte della storiografia di tendenza [[Cristianesimo liberale|cattolico-liberale]] e da quella liberale (come [[Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi|Simonde de Simondi]]) come il fulgido esempio di una Chiesa che si intendeva rinnovare dal profondo<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi" />. Però, Benedetto non fu soltanto apprezzato dal mondo cattolico. Come già ricordato prima, Papa Lambertini fu benvoluto dagli atei e dai protestanti, per il suo atteggiamento conciliante e illuminato<ref name="Rogier-Bertier-Hajjar-77" />. Infatti, all'indomani della sua morte, lo scrittore [[Horace Walpole]], figlio del primo ministro britannico [[Robert Walpole|Sir Robert Walpole]], fece erigere un monumento la cui epigrafe riportava la dedica da parte degli anglicani "al migliore dei pontefici"<ref>{{Cita|Rendina-I Papi|p. 734}}.</ref>:
 
[[File:Horace Walpole.jpg|thumb|[[Joshua Reynolds]], ''Ritratto di Horace Walpole'', 1756-1757 circa, Olio su tela, [[National Portrait Gallery (Londra)|National Portrait Gallery]], [[Londra]].]]
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==== I critici dell'operato lambertiniano ====
[[File:Ludwig von Pastor.JPG|thumb|284x284px|[[Ludwig von Pastor]], in una fotografia scattata da anonimo nel XIX secolo. Cattolico conservatore, apprezzò lo spirito umano e le iniziative culturali di Benedetto XIV, ma non la sua politica estera.]]
Nel corso del [[XIX secolo]], quando la religione era posta sulla difensiva a causa del liberalismo e dell'indifferentismo religioso, il papato lambertiniano non fu giudicato così entusiasticamente dagli storici di matrice cattolica. Per esempio, [[Ludwig von Pastor]]<ref>{{Cita|Pastor|pp. 461-462}}.</ref>, benché ne sottolineasse la grandezza d'animo, si dimostrò invece critico verso la sua politica concordataria, in quanto arrendevole e priva di spirito autoritario nella difesa dei benefici ecclesiastici.
 
Un altro storico e teologo cattolico tedesco, [[Joseph Hergenröther|il cardinale Joseph Hergenröthe]] (1824-1890)<ref>{{Cita|Hergenröther}}.</ref>, giudicò l'atteggiamento conciliante di Benedetto XIV come fuori luogo per un pontefice, e che «si fosse lasciato trascinare al di là di quel che sarebbe stato ragionevole e per principio ammissibile»<ref>{{Cita|Rogier-Bertier-Hajjar|p. 79}}.</ref>.
 
=== Le posizioni del XX secolo ===
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La figura di Benedetto fu ampiamente rivalutata nel corso del [[XX secolo]], sia dalla Chiesa (come riassunto poco sopra), quanto dalla storiografia e dal giornalismo [[vaticanista]]. Infatti, per la straordinaria modernità con cui si rivolse al mondo secolare e per la bonomia di carattere, tanto da definirlo come il "cardinale Roncalli del '700"<ref name="Russomanno" /> o come il «...modesto ma convinto anticipatore della linea giovannea»<ref>[[Carlo Falconi]], citato in {{Cita|Rendina-I Papi|p. 730}}</ref>, Benedetto XIV godette di giudizi assai positivi. Nonostante ciò, come sottolinea il curatore della voce sull'''[[Enciclopedia dei Papi]]'' dedicata al Lambertini, lo storico [[Mario Rosa]], manca ancora uno studio organico sulla figura del pontefice<ref>{{cita|Rosa-Enciclopedia dei Papi}}{{citazione|Manca una biografia articolata e completa su Benedetto XIV.}}</ref>. Infatti, nonostante ci siano alcuni studi critici di qualità, come quelli compiuti da Emilia Morelli sull'epistolario col cardinale De Tencin<ref>{{cita|Rosa-Enciclopedia dei Papi}}{{citazione|Di grande importanza l'edizione de Le lettere di Benedetto XIV al cardinale de Tencin, a cura di E. Morelli, I, 1740-1747, Roma 1955; II, 1748-1750, ivi 1965; III, 1751-1758, ivi 1984, che supera la vecchia Correspondance de Benoît XIV (1742-1756), I-II, a cura di E. de Heeckeren, Paris 1912.}}</ref> o il congresso di studi lambertiniani tenutisi a [[Cento (Italia)|Cento]] nel 1981, la figura del pontefice nel corso del Novecento non è stata studiata nella sua complessità: unica eccezione sono gli interventi artistici e urbanistici effettuati a Roma<ref>per esempio, {{Cita|Debenedetti|titolo = L'Architettura da Clemente XI a Benedetto XIV: pluralità ̀di tendenze}}.</ref>, e il legame con gli ordini religiosi<ref name="Rosa Enciclopedia dei Papi"/>.
 
La storiografia degli ultimi anni non è però totalmente concorde sulla validità dell'operato lambertiniano. Gaetano Greco, in un recente saggio<ref>{{Cita|Greco}}.</ref>, riconosce sì lo spirito d'apertura e la grandezza del papa bolognese, ma ne sottolinea contemporaneamente anche il carattere conservatore, volto a far rispettare a tutti i costi i dettami del [[Concilio di Trento]], ad imporre una visione del cristianesimo in chiave "europea" (in relazione alla condanna dei riti malabrici e degli antenati) e a mantenere la legislazione antiebraica<ref>{{Cita|Scaraffia}}.</ref><ref>{{Cita|Miani}}{{citazione|...per Gaetano Greco, dell'Università di Siena, Benedetto XIV è paragonabile ai «sovrani delle riforme senza la riforma», come furono Vittorio Amedeo II di Savoia e Cosimo III di Toscana, fu «certo operosissimo, ma senza intaccare la continuità dell'esistente» e «rimase ancorato alle carte su cui si era formato».}}</ref>. Al contrario Gianvittorio Signorotto, davanti alle critiche portate da Greco, invita a «tene[re] conto dell'ambiente in cui Lambertini si trovò ad agire, la Curia romana, e, soprattutto, ricordando che la sua formazione era profondamente radicata nella cultura della fine del [[XVII secolo|Seicento]]»<ref name="Miani" />. A moderare le due posizioni, può essere utile la conclusione tratta da Luigi Mezzadri e Paola Vismara:
 
{{Citazione|In un bilancio complessivo, si può affermare che Benedetto XIV intendesse favorire un rinnovamento della Chiesa su basi tridentino-muratoriane, mediando tra tradizione e idee nuove; ma molte prospettive erano destinate a chiudersi per i gravi problemi dall'esterno (politica giurisdizionalistica degli Stati, cultura illuministica di matrice anticristiana).|2={{Cita|Mezzadri-Vismara|p. 316}}}}
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[[File:Alfredo Testoni.jpg|thumb|284x284px|Alfredo Testoni, il commediografo che scrisse e portò in scena ''Il cardinale Lambertini'', rendendo famoso il pontefice bolognese presso il grande pubblico.]]
 
Benedetto XIV raggiunse il grande pubblico grazie al commediografo bolognese [[Alfredo Testoni]] che, dopo aver studiato i documenti e le testimonianze storiche coeve all'episcopato lambertiniano<ref name="Poli">{{Cita|Poli}}.</ref>, ne diede un simpatico ritratto nella sua commedia ''[[Il cardinale Lambertini]]'', del 1906<ref>{{Cita web|url = http://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1905/41|titolo = Debutta la commedia "Il cardinale Lambertini" di Alfredo Testoni|accesso = 10 luglio 2015|editore = Biblioteca Salaborsa}}</ref>. La rappresentazione teatrale, che ebbe un successo assai significativo presso il pubblico degli spettatori (tra il 1906 e il 1921, ci furono più di mille repliche<ref name="Poli" />), fu poi portata con successo sul grande schermo da [[Ermete Zacconi]] nel 1934<ref>{{Cita web|url = https://www.imdb.com/title/tt0024953/|titolo = Il cardinale Lambertini (1934)|accesso = 7 giugno 2015|sito = IMDb.com}}</ref> e successivamente da [[Gino Cervi]], nel film del 1954 diretto da [[Giorgio Pàstina]]<ref>{{Cita web|url = https://www.imdb.com/title/tt0046827/?ref_=fn_al_tt_1|titolo = Il cardinale Lambertini (1954)|accesso = 7 giugno 2015|sito = IMDb.com}}</ref>.
 
== Onorificenze ==
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Papa Benedetto XIV iniziò una nuova forma di corrispondenza con i vescovi, sostanzialmente documenti di ampio respiro pastorale, per i quali coniò il termine di ''[[Enciclica|Lettere encicliche]]''<ref>{{cita|Bertone|p. 12}}.</ref>. Durante il suo Pontificato scrisse diverse [[Enciclica|encicliche]] tra il [[1740]] e il [[1757]].
 
== [[Genealogia episcopale]]<ref name="Cheney">{{Cita|Cheney}}.</ref> ==
* Cardinale [[Scipione Rebiba]]
* Cardinale [[Giulio Antonio Santori]]