Giacomo Leopardi: differenze tra le versioni

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Comunque, Ranieri continuò ad affermare che le ossa erano nell'atrio della chiesa di S. Vitale e che il certificato di inumazione fosse un falso redatto dal parroco su richiesta del Ministro di Polizia, onde aggirare la legge sulle sepolture in tempo di epidemia. Nel 1898 avvenne una prima ricognizione; secondo il senatore Mariotti, smentito da altri, durante i lavori di restauro di alcuni anni prima, un muratore ruppe inavvertitamente la cassa, danneggiata dalla troppa umidità, frantumando le ossa e provocando la perdita di parte dei resti contenuti, forse gettati nell'ossario comune.<ref name=garofano/><ref name=pierfrancesco>[http://www.radioerre.net/notizie/index.php?option=com_k2&view=item&id=100857:pierfrancesco-leopardi-sono-disponibile-alla-prova-del-dna,-ma-i-recanatesi-sono-d%E2%80%99accordo PIERFRANCESCO LEOPARDI: SONO DISPONIBILE ALLA PROVA DEL DNA, MA I RECANATESI SONO D’ACCORDO?]</ref>
[[File:tomba leopardi napoli.jpg|thumb|left|upright=0.7|La tomba di Leopardi (Parco Vergiliano a Piedigrotta o Parco della Tomba di Virgilio, Napoli)]]
Il 21 luglio 1900 venne effettuata la ricognizione ufficiale delle spoglie del recanatese e nella cassa, troppo piccola per contenere lo scheletro di un uomo con doppia gibbosità, vennero rinvenuti soltanto frammenti d'ossa (tra cui residui delle costole, delle vertebre recanti segni di deformità, e un femore sinistro intero, forse troppo lungo per una persona di bassa statura, e un altro femore a pezzi), una tavola di legno (con cui gli operai avevano tentato di riparare il danno alla cassa), una scarpa col tacco e alcuni stracci, mentre nessuna traccia vi era del cranio e del resto dello scheletro, per cui in seguito si arrivò anche a formulare la teoria di una sua trafugazione da parte di studiosi di [[frenologia]]<ref>{{Cita libro|autore=Loretta Marcon|titolo=Un giallo a Napoli. La seconda morte di Giacomo Leopardi|editore=Guida|anno=2012|isbn=978-886666142988-6666-142-9}}</ref><ref>Ida Palisi, ''Leopardi, strane ipotesi su morte e sepoltura'', “Il Mattino di Napoli”, 19.8.2012; recensione a: Loretta Marcon, ''Un giallo a Napoli. La seconda morte di Giacomo Leopardi'', Guida, 2012</ref>. Nonostante i dubbi la questione venne ben presto chiusa; secondo l'incaricato professor Zuccarelli, era plausibile che quelli fossero parte dei resti di Leopardi. La scarpa, o quello che ne rimaneva, venne poi acquistata dal tenore [[Beniamino Gigli]], concittadino di Leopardi, e donata alla città di Recanati.<ref name=garofano>[[Luciano Garofano]], Giorgio Gruppioni, Silvano Vinceti - ''Delitti e misteri del passato: Sei casi da RIS dall'agguato a Giulio Cesare all'omicidio di Pier Paolo Pasolini'', Rizzoli, pag. 179</ref><ref>Mario Picchi, ''Storie di casa Leopardi'', cit., pp. 14 e seguenti, dove si riporta anche il verbale ufficiale delle persone presenti.</ref><ref name=rep>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/24/vuota-la-tomba-di-leopardi-guerra.html|titolo=E' vuota la tomba di Leopardi. Guerra sulla riesumazione dei resti|autore=|accesso=16 febbraio 2014}}</ref>
 
Dopo vari tentativi di traslare i presunti resti a Recanati o a Firenze nella [[basilica di Santa Croce]] accanto a quelli di grandi italiani del passato, nel [[1939]] la cassa, per volontà di [[Benito Mussolini]]<ref name=rep/> che esaudì una richiesta dell'[[Accademia d'Italia]], venne riesumata e spostata al [[Parco Vergiliano a Piedigrotta]] (altrimenti detto ''Parco della tomba di Virgilio'') nel quartiere [[Mergellina]] - il luogo fu poi dichiarato [[monumento]] nazionale - dove tuttora sorge appunto il secondo sepolcro del poeta, eretto quello stesso anno; nei pressi venne traslata anche la lapide originale, mentre parte del monumento venne portata a Recanati. Nel [[2004]] venne anche chiesta (da parte dello studioso [[Leonardo da Vinci|leonardiano]] [[Silvano Vinceti]], che si è occupato anche della riesumazione e identificazione dei resti di [[Caravaggio]], [[Matteo Maria Boiardo|Boiardo]] e [[Lisa Gherardini|Monna Lisa]]) la riesumazione onde verificare se quei pochi resti fossero davvero di Leopardi tramite l'esame del [[DNA]] e del [[mtDNA]], comparato con quello degli attuali eredi dei conti Leopardi (Vanni Leopardi e la figlia Olimpia, discendenti diretti del fratello minore Pierfrancesco) e dei marchesi Antici, ma la richiesta fu respinta, sia dalla Soprintendenza sia dalla famiglia Leopardi (tramite la contessa [[Anna Leopardi|Anna del Pero-Leopardi]], vedova del conte Leopardi e madre di Vanni).<ref name=rep/> La posizione ufficiale della famiglia (esplicitata dal 1898 in poi<ref name=garofano/>) e della Fondazione Casa Leopardi da loro presieduta è che i resti nel parco Vergiliano non siano comunque del poeta e che quindi la riesumazione sia inutile, occorrendo inoltre rispettare il [[cenotafio]] lì situato.<ref>[http://www.ilcittadinodirecanati.it/notizie/29400-si-torna-a-parlare-dei-resti-di-leopardi-nato-comitato-per-l-esumazione-dal-sacello-nel-parco-virgiliano-di-napoli Si torna a parlare dei resti di Leopardi, nato comitato per l'esumazione dal sacello del parco Virgiliano di Napoli]</ref> Un altro membro della famiglia, Pierfrancesco, si è invece detto disponibile nel 2014.<ref name=pierfrancesco/>