Maggioriano: differenze tra le versioni

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Si rivolse poi alla Gallia, che aveva rifiutato di riconoscerlo come il successore dell'imperatore gallo-romano [[Avito]]. È noto infatti come vi fosse nata una congiura con un tentativo di usurpazione;<ref>L'usurpazione, raccontata da [[Conte Marcellino]] (''Lettere'', i.11.6), fu centrata attorno a un certo Marcello (''coniuratio Marcellana''): l'ipotesi che si trattasse del ''comes'' semi-indipendente di [[Dalmazia (provincia romana)|Illirico]] [[Marcellino (generale romano)|Marcellino]] è probabilmente da scartare. Lo scopo della congiura era quello di riconquistare il potere imperiale dopo la caduta di Avito e di impedire che l'aristocrazia gallica finisse sotto il controllo di quella italica ({{Cita|Oppedisano 2009|p. 553, n. 36}}).</ref> la [[Prefettura del pretorio delle Gallie]] era stata poi assunta da [[Peonio (prefetto del pretorio)|Peonio]] (membro della congiura) senza il consenso del governo centrale; una delegazione della città di [[Lione]], la quale si era lasciata occupare dai [[Burgundi]] di re [[Gundioco]] alla morte di Avito, si rivolse all'imperatore d'Oriente per avere l'esenzione dalle tasse; i [[Visigoti]] di [[Teodorico II (Visigoti)|Teodorico II]] penetrarono nella Gallia dall'Iberia e puntarono su [[Arelate]].<ref>{{Cita|Mario di Aventico|p. 232}}; ''Addit. ad Prosp. Haun.'' p. 305.</ref> È poi significativo un'iscrizione del [[458]] ritrovata in Gallia fu datata col solo consolato di [[Leone I il Trace|Leone I]];<ref>{{CIL|13|2363}}</ref> tipicamente le iscrizioni venivano datate con l'indicazione dei due consoli in carica per l'anno: il fatto che questa iscrizione, a Lione, portasse il nome di Leone ma non quello di Maggioriano mostra come solo il primo venisse riconosciuto come imperatore legittimo.<ref>{{Cita|Oppedisano 2009|pp. 552–3}}.</ref>
 
Maggioriano inviò in Gallia il suo generale [[Egidio (generale romano)|Egidio]], che liberò Lione e la sua regione dai [[Burgundi]] ed entrò poi ad Arelate; qui fu messo sotto assedio dai Visigoti. Nel tardo 458 Maggioriano portò il suo esercito, rafforzato da un contingente di barbari, in Gallia:<ref>{{cita|Sidonio Apollinare, ''Carmina''| vv. 474–477}}.</ref> l'imperatore condusse personalmente l'azione, lasciando persino [[Ricimero]] in Italia e avvalendosi della collaborazione ''magister militiae'' [[Nepoziano (magister militiae)|Nepoziano]]. L'attacco imperiale ruppe l'assedio dei Visigoti contro Arelate, costringendoli a ritornare nella condizione di ''[[Socii e Foederati|foederati]]'' e di riconsegnare la diocesi di Spagna, che [[Teodorico]] aveva conquistato tre anni prima a nome di Avito; l'imperatore mise il proprio ex-commilitone Egidio a capo della provincia, nominandolo ''[[magister militum]] per Gallias'' e inviò dei messi in Hispania ad annunciare la propria vittoria sui Visigoti e l'accordo raggiunto con Teodorico.<ref>{{cita|Idazio|197, ''s.a.'' 459}}; [[Gregorio di Tours]], ''Storia dei Franchi'', ii.11.</ref> Con l'aiuto dei suoi nuovi ''foederati'', Maggioriano penetrò nella valle del [[Rodano]], conquistandola sia con la forza sia con la diplomazia:<ref name=prisco27>{{cita|Prisco di Panio|fr. 27}}.</ref> riprese Lione dopo un assedio, condannando la città a pagare una forte indennità di guerra, mentre i [[Bagaudi]] furono convinti a schierarsi con l'impero.<ref name="mathisen" />
 
Una volta ripreso il controllo della parte dell'impero che più aveva osteggiato la sua ascesa al potere, Maggioriano dimostrò però che la sua intenzione era quella di riconciliarsi con la Gallia, malgrado la nobiltà gallo-romana avesse preso le parti di Avito: significativo è il fatto che il poeta [[Gaio Sollio Sidonio Apollinare|Sidonio Apollinare]], genero di Avito e colpevole di aver accolto i Burgundi nelle sue proprietà, ottenesse di poter declamare un panegirico all'imperatore<ref>Si tratta del ''Carmen'' v.</ref> (inizio di gennaio [[459]]), forse grazie all'intercessione del ''magister epistularum'' Pietro,<ref name="mathisen" />, ricevendo probabilmente in cambio il titolo di ''comes spectabilis''; a Peonio fu confermata la carica e gli fu garantita la promozione quando fu poi congedato; sicuramente molto più efficace fu la concessione della esenzione dalle tasse alla città di Lione,<ref>{{cita|Sidonio Apollinare, ''Carmina''| vv. 574–585}}.</ref> e il mantenimento dei nobili gallici negli incarichi più prestigiosi dell'amministrazione imperiale.<ref>{{Cita|Oppedisano 2009|pp. 554–5}}.</ref>