Wilhelm Keitel: differenze tra le versioni

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Nel [[1929]], presso il ministero della Guerra, diventava responsabile dell'ufficio di riorganizzazione di questo esercito per promuovere l'opera di riarmo: riorganizzazione chiaramente segreta perché illegale, in aperta violazione al trattato di pace. Negli anni successivi, Keitel inanellò numerose promozioni nelle gerarchie dell'esercito. Nel [[1933]] divenne [[Gradi militari della Germania|Generalmajor]], nel [[1935]] capo del ''Wehrmachtsamt'', dipartimento delle forze armate, e nel [[1940]] fu promosso [[Generalfeldmarschall]].
 
Ma l'anno in cui la fortuna di Keitel giunse al culmine fu quello successivo. Già dall'ascesa al potere dei nazisti, egli era stato uno dei membri del corpo degli ufficiali più vicini ad [[Adolf Hitler]] e ai suoi accoliti. Nel [[1938]], Hitler dovette liberarsi per mezzo dello [[Scandalo Fritsch-Blomberg]] dell'allora ministro della Guerra, generale [[Werner von Blomberg]], e del comandante in capo delle forze armate, generale [[Werner von Fritsch]] (in quest'ultimo caso tramite un'accusa di [[omosessualità]], grazie ad un'ignobile montatura del capo delle [[Schutzstaffel|SS]], [[Heinrich Himmler]]), temendo che essi, legati alle vecchie tradizioni prussiane che sancivano l'indipendenza delle forze armate dal governo dello Stato, non sarebbero stati facilmente disposti a sottomettersi all'autorità del ''[[Führer]]''. Keitel fu fra i responsabili della campagna denigratoria che portò al siluramento dei due ufficiali<ref>{{cita|Biagi|p. 2504|Biagi}}.</ref>.
 
=== A capo dell'OKW ===
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Nel dicembre [[1941]] Keitel, pressato dai comandanti militari impegnati nella [[Operazione Barbarossa|campagna di Russia]], osò per la prima e unica volta nella sua carriera opporsi a una decisione del Führer, proponendo che le truppe sfinite e male equipaggiate si ritirassero dalle posizioni davanti a [[Mosca (Russia)|Mosca]] per ricostituire un fronte più solido diversi chilometri indietro, in attesa che fosse possibile riprendere l'offensiva dopo la fine dell'inverno. Hitler lo aggredì con un "''Lei è un imbecille''", che lo portò a un passo dal [[suicidio]]. Pare che il generale Jodl lo avesse trovato intento a scrivere una lettera di dimissioni al capo del governo con una [[rivoltella]] posata al suo fianco. Jodl gli sottrasse la pistola e lo convinse, sembra senza incontrare troppa resistenza, a rinunciare ai suoi orgogliosi propositi per continuare ad ingoiare le umiliazioni quotidiane impostegli dal dispotico capo, cosa che Keitel continuò poi stoicamente a fare fino alla fine.
 
Keitel svolse un ruolo importante nello sventare il [[Attentato a Hitler del 20 luglio 1944|complotto del 20 luglio 1944]] contro Hitler. Dopo il suicidio del Fuhrer, il 30 aprile [[1945]], fu per breve tempo membro del governo dell'ammiraglio [[Karl Dönitz]]. Nonostante si fosse fin da subito dichiarato contrario ad accettare la proposta di una [[resa incondizionata]] agli Alleati<ref>{{cita|Biagi|p. 2514|Biagi}}.</ref>, toccò proprio a lui siglare, l'8 maggio [[1945]], l'atto di resa della Germania all'Unione Sovietica nel quartier generale del comandante [[Georgij Konstantinovič Žukov|Georgij Žukov]], a [[Berlino]].
 
== Il processo di Norimberga ==
{{Vedi anche|Processo di Norimberga}}
[[File:Dead wilhelmkeitel.jpg|thumb|right|Il cadavere di Keitel dopo l'esecuzione, 16 ottobre 1946.]]
Arrestato a [[Flensburg]] il 12 maggio [[1945]]<ref>{{cita|Biagi|p. 2741|Biagi}}.</ref>, fu a causa del suo grado uno dei principali imputati al Processo di Norimberga. Accusato di aver diramato ordini illegali contro le popolazioni dei paesi occupati e i prigionieri di guerra, Keitel fu riconosciuto colpevole di tutti e quattro i capi di accusa a lui contestati e fu il secondo ad essere impiccato, subito dopo [[Joachim von Ribbentrop]], nelle prime ore del mattino del 16 ottobre [[1946]].
 
Keitel aveva però espresso il desiderio a [[Norimberga]] di essere fucilato come un soldato, invece di essere [[impiccagione|impiccato]]<ref>{{cita|Biagi|p. 2759|Biagi}}.</ref>, ma il Tribunale rifiutò la proposta. Le sue ultime parole furono:
 
{{citazione|Chiedo all'Onnipotente di avere pietà per il popolo tedesco. Prima di me, oltre due milioni di soldati tedeschi sono andati incontro alla morte per la loro patria. Ora vado a riunirmi ai miei figli. Tutto per la Germania!|Wilhelm Keitel|Ich rufe den Allmächtigen an, er möge sich des deutschen Volkes erbarmen. Über zwei Millionen deutsche Soldaten sind vor mir für ihr Vaterland in den Tod gegangen. Ich folge meinen Söhnen nach. Alles für Deutschland!|lingua=de}}