Thorin Scudodiquercia: differenze tra le versioni

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All'interno del ''corpus'' dello scrittore, Thorin è un [[Nani della Terra di Mezzo|nano]], erede del [[Re sotto la Montagna|Regno sotto la Montagna]]. Il drago [[Smaug]] attaccò il regno e si impadronì del vastissimo tesoro al suo interno, motivo per cui, ne ''[[Lo Hobbit]]'', Thorin guida una compagnia di suoi simili, di cui fanno parte anche lo [[Hobbit]] [[Bilbo Baggins]] e lo stregone [[Gandalf]], con l'obbiettivo di riconquistare la sua terra d'origine e uccidere il drago usurpatore. Nonostante ''Lo Hobbit'' sia stato concepito come un libro per bambini, il personaggio di Thorin affronta tematiche decisamente più complesse e problematiche: ossessionato dal proteggere le sue ricchezze, egli dimentica amicizie, onore e dignità e cade nella follia più pura, salvo poi redimersi a costo della propria vita. Il personaggio di Thorin, dunque, introduce palesemente tematiche e problemi ricorrenti che saranno affrontati ne ''[[Il Signore degli Anelli]]'', seguito de ''Lo Hobbit''.
 
Nelle altre opere, Thorin viene citato nelle appendici de ''Il Signore degli Anelli'' e nei ''Racconti Incompiuti'', nei quali vengono aggiunti dettagli sulla sua origine e alcuni fatti antecedenti la trama de ''Lo Hobbit''<ref name="UnfTalesIndex">{{Cita | J.R.R. Tolkien, ''Racconti incompiuti''|parte terza, capitolo III, p. 425 e ss.|Racconti incompiuti}}.</ref>.
 
== Creazione e sviluppo ==
[[J. R. R. Tolkien]] concepì ''[[Lo Hobbit]]'' come un romanzo per bambini. Per questa ragione, quando concepì Thorin e la sua compagnia, Tolkien trasse ispirazione dai nani protagonisti delle favole. Come i nani delle fiabe, quelli de ''Lo Hobbit'' amano cantare canzoni e sono più o meno buffi<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|no. 19, p. 33|La realtà in trasparenza}}.</ref>. Nonostante un'indiscutibile somiglianza, i nani di Tolkien sono molto diversi e più complessi. Con l'incedere del racconto, i nani, e lo stesso Thorin, diventano molto più simili ai personaggi della [[mitologia norrena]]<ref>{{Cita |Shippey| p. 91|Shippey}}.</ref>, di cui Tolkien era un grande stimatore, specialmente nell'ultima parte in cui si narra della sconfitta di [[Smaug]] e della [[Battaglia dei cinque eserciti]].
 
Come osserva John D. Rateliff, i nani tolkieniani conservano molte delle caratteristiche di quelli dell'''[[Edda poetica]]'': sono grandi artigiani e costruttori, sovrani e guerrieri rispettati e vivono in regni sotto le montagne. La similitudine con i nani scandinavi risulta ancora più evidente se si considera che Tolkien trasse ispirazione dal [[Vǫluspá]], il primo e più famoso poema dell'Edda poetica, per scegliere i nomi di Thorin e della sua compagnia<ref name="voluspa">{{Cita|J.R.R. Tolkien|no. 37, p. 430|La realtà in trasparenza}}.</ref>.
 
Nella prima versione del romanzo, la [[Battaglia dei Cinque Eserciti]] non si concretizzava e Thorin sopravviveva, diventando [[Re sotto la Montagna]] dopo essersi riappacificato con [[Uomini (Terra di Mezzo)|Uomini]] ed [[Elfi (Terra di Mezzo)|Elfi]]<ref name="rateliff2">{{Cita |Rateliff| pag. 703|Rateliff2}}.</ref><ref>{{Cita |Rateliff| pag. 572|Rateliff2}}.</ref>. Tolkien, successivamente, decise di ideare la battaglia e di far morire Thorin<ref>{{Cita |Shippey| p. 91|Shippey2}}.</ref>. Rateliff giustificò la morte del personaggio come un modo più credibile ed efficace per concludere il racconto<ref>{{Cita | Rateliff| p. 707|Rateliff2}}.</ref>.
 
Per quanto riguarda il cambiamento psicologico di Thorin, molti critici concordano che Tolkien si fosse ispirato ai tormentati sovrani di [[William Shakespeare]] corrosi dall'ambizione e dalla voglia di potere come [[Macbeth]] e [[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo III]]<ref>{{Cita |Petty| pp. 162-165|Petty}}.</ref>. Per John D. Rateliff, invece, Thorin sembra anticipare [[Boromir]], uno dei personaggi de ''[[Il Signore degli Anelli]]''. Allo stesso modo di Thorin, Boromir si redime con delle gesta eroiche in battaglia, ma alla fine rimane ucciso<ref>{{Cita | Rateliff| pp. 702-704|Rateliff2}}.</ref>.
 
== Biografia ==
=== L'esilio ===
Thorin nasce nell'anno 2746 della [[Terza Era]], figlio maggiore di [[Thráin II]] e nipote di [[Lista di Nani di Arda#Thrór|Thrór]], sovrano di [[Montagna Solitaria|Erebor]]. Nell'anno 2770, il [[Draghi della Terra di Mezzo|drago]] [[Smaug]] conquista Erebor, ponendo così fine al regno di Thrór. Il drago, inoltre, si impossessa di tutti i tesori dei Nani e li accumula nella sala centrale delle caverne, facendone così il proprio giaciglio. Thorin perde la sua casa e fugge insieme ai nani sopravvissuti.
[[File:Thorin in blue mountains.jpg|thumb|Immagine non ufficiale raffigurante Thorin al lavoro sulle Montagne Azzurre.<br />«Il martello manterrà forti e agili le mie braccia in attesa di poter adoperare strumenti più micidiali!».<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Appendice A - ''Il popolo di Durin'', p. 417|Il ritorno del re}}.</ref>]]
Nell'anno 2799 ha luogo presso il Cancello Orientale di [[Moria (Terra di Mezzo)|Moria]] la sanguinosa [[battaglia di Azanulbizar]]. In questa battaglia, lo scudo di Thorin viene infranto e lui usa la sua ascia per tagliare il ramo di una quercia usandolo come uno scudo, guadagnando così il soprannome di ''"Scudodiquercia"''<ref group="nb">«Pare che lo scudo di Thorin fosse spaccato; egli lo gettò via, e staccato con l'ascia il ramo di una quercia lo strinse nella mano sinistra per difendersi dai colpi degli avversari, o per attaccarli come una mazza. Ed è per questo motivo che ricevette il soprannome di Scudodiquercia». {{Cita|J.R.R. Tolkien|Appendice A - ''Il popolo di Durin'', p. 416|Il ritorno del re}}</ref>.
 
Successivamente, Thorin si stabilisce con il resto del suo popolo sulle Montagne Azzurre, a ovest di [[Eriador]]. Dopo la scomparsa di suo padre Thráin, Thorin diventa l'Erede di Durin. Lavora molto, commerciando e guadagnando grosse ricchezze, e il suo popolo cresce grazie alla venuta di molti Nani del [[Popolo di Durin]]<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Appendice A - ''Il popolo di Durin'', p. 418|Il ritorno del re}}.</ref>. Thorin, tuttavia, non dimentica Erebor e negli anni successivi inizia a meditare un piano per riconquistare la sua patria e vendicarsi di Smaug. Un giorno si imbatte casualmente in [[Gandalf il Grigio]], un saggio e stravagante stregone. Thorin gli chiede consiglio sulla questione Erebor e lo stregone lo esorta a mobilitarsi per raggiungere la Montagna Solitaria ed affrontare Smaug. Gandalf, infatti, teme che il drago si possa alleare con il malvagio [[Sauron]]<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Appendice A - ''Il popolo di Durin'', p. 419|Il ritorno del re}}.</ref>.
 
=== ''Lo Hobbit'' ===
{{vedi anche|Lo Hobbit}}
Ne ''[[Lo Hobbit]]'', Thorin guida una compagnia dei Nani per riconquistare Erebor e vendicarsi di Smaug. Della compagnia organizzata da Gandalf fa parte anche lo hobbit [[Bilbo Baggins]]. Lungo il viaggio, però, la compagnia è costretta ad affrontare tanti nemici ([[Troll della Terra di Mezzo|Troll]], [[Orchi della Terra di Mezzo|Goblin]], [[Warg|lupi mannari]], [[Teleri#Nandor|Elfi Silvani]]) e Thorin entra in possesso di [[Armi della Terra di Mezzo#Orcrist|Orcrist]], una spada creata dai fabbri elfici di [[Gondolin]] e trovata nella tana di [[Berto, Maso e Guglielmo]]<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 2 - ''Abbacchio arrosto'', p. 43|Lo Hobbit}}.</ref>. Nel corso del viaggio, Thorin supera ogni diffidenza nei confronti di Bilbo, che prima riteneva inadatto per la missione, diventandone grande amico.
 
Quando Smaug muore e i nani reclamano la loro patria, Thorin contrae "la malattia del drago"<ref group="nb">La malattia del drago è una sindrome che rende chi ne è afflitto schiavo di tesori e ricchezze, che brama più di ogni altra cosa. Chi soffre di questa malattia subisce un'alterazione del proprio carattere, divenendo cinico e con l'unica paura di perdere il proprio denaro.</ref> e, colto da una bramosia insaziabile, decide di non dividere il gigantesco bottino del suo popolo né con gli uomini di [[Pontelagolungo]] comandati da [[Bard l'Arciere]] e né agli Elfi comandati da Thranduil. Per difenderlo, inoltre, invoca con l'aiuto dei Corvi Imperiali l'aiuto di suo cugino [[Dáin II Piediferro]] e del suo esercito<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 15 - ''Le nuvole si addensano'', p. 293|Lo Hobbit}}.</ref>. Per evitare una guerra Bilbo porta l'[[Arkengemma]], l'oggetto più prezioso del tesoro appartenente alla famiglia di Thorin, da Thranduil e Bard, così che possano scambiarla con la loro parte di tesoro. Thorin, scoperto il gesto di Bilbo, non solo deteriora il rapporto con lo hobbit, ma dichiara guerra a Thranduil e a Bard<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 17 - ''... e scoppia il temporale'', p. 310|Lo Hobbit}}.</ref>.
 
Il conflitto viene evitato da un attacco di orchi e lupi mannari. I nani, gli elfi e gli uomini, prima divisi, decidono di combattere insieme contro il nemico in comune. Thorin rinsavisce ed esce allo scoperto, guidando i suoi compagni in battaglia e risollevando le sorti della battaglia<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 17 - ''... e scoppia il temporale'', p. 319|Lo Hobbit}}.</ref>. Ben presto si ritrova circondato dai nemici e viene gravemente ferito da Azog<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 17 - ''... e scoppia il temporale'', p. 320|Lo Hobbit}}.</ref>. In suo soccorso giunge [[Legolas]] che, riesce ad uccidere [[Bolg]] e permette al Re dei Nani di sconfiggere [[Azog il Profanatore]]. I danni subiti sono però troppo profondi e portano Thorin a spegnersi.<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 18 - ''Il viaggio di ritorno'', p. 326|Lo Hobbit}}.</ref>.
 
Sul letto di morte, Thorin si riappacifica con Bilbo<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 18 - ''Il viaggio di ritorno'', p. 324|Lo Hobbit}}.</ref>:
 
{{Citazione|'''Thorin''': Addio, buon ladro. Io vado ora nelle sale di attesa a sedermi accanto ai miei padri, finché il mondo non sia rinnovato. Poiché ora l'oro e l'argento abbandono, e mi reco là dove essi non hanno valore, desidero separarmi da te in amicizia, e ritrattare quello che ho detto e fatto alla Porta.<br />'''Bilbo''': Addio, Re sotto la Montagna! Amara è stata la nostra avventura, se doveva finire così; e nemmeno una montagna d'oro può essere un adeguato compenso. Tuttavia sono felice di avere condiviso i tuoi pericoli: questo è stato più di quanto un Baggins possa meritare.<br />'''Thorin''': No! In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!}}
 
La sua spada Orcrist, che gli fu tolta dagli Elfi Silvani, gli viene restituita dopo la sua morte e viene posta sulla sua tomba (assieme all'Arkengemma) in modo che mai in seguito, per il bagliore blu emanato dalla spada all'avvicinarsi di nemici, la Montagna potesse essere attaccata di sorpresa come accaduto in passato. A Thorin succede, come capo del [[Popolo di Durin]], suo cugino Dáin II Piediferro<ref>{{Cita|J.R.R. Tolkien|Capitolo 18 - ''Il viaggio di ritorno'', pp. 326-327|Lo Hobbit}}.</ref>.
 
== Descrizione ==
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{{Citazione|I nomi dei nani ne ''Lo Hobbit'' (e quelli aggiunti nel ''Signore degli Anelli'') derivano dalle liste dei nomi di dvergar del [[Vǫluspá]]; ma questa non è una chiave utile a capire le leggende dei nani nel ''Signore degli Anelli''. I nani delle mie leggende sono molto più simili ai nani delle leggende germaniche di quanto lo siano gli elfi, ma sotto certi aspetti sono anche molto diversi da loro}}
 
Il nome "Thorin" deriva da "Thorinn", cioè coraggioso. È interessante precisare che il primo nome che Tolkien diede al personaggio fu "[[Gandalf]]"<ref>{{Cita|Rateliff|p. 11|History}}.</ref>, poi modificato in Thorin durante la realizzazione del decimo capitolo de ''[[Lo Hobbit]]''<ref>{{Cita | Rateliff| pp. 301-455|Rateliff}}.</ref>.
 
Come i re norvegesi, anche Thorin ha un soprannome regale, cioè "Scudodiquercia" ("Oakenshield" in [[Lingua inglese|lingua originale]]). Secondo alcune fonti, il nome Thorin potrebbe benissimo derivare dagli annali dei sovrani nordici. Il soprannome Scudiquercia è presente anche nella Völuspá<ref>{{Cita | Rateliff| pp. 399-404|Rateliff2}}.</ref>, come spiega lo stesso Tolkien in una lettera<ref name="voluspa" />:
 
{{Citazione|Nella Völuspá, Eikinskjaldi reso con Oakenshield è un nome, non un soprannome; e l'uso del nome al posto del cognome e la leggenda della sua origine non si trovano in norvegese.}}