Pierre Charles Silvestre de Villeneuve: differenze tra le versioni

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Proveniva da una famiglia aristocratica della [[Provenza]] con antiche tradizioni militari. Uno dei suoi antenati aveva lottato con il paladino [[Orlando (paladino)|Orlando]] contro i mori in Spagna<ref name=F1p17>{{Cita|Fremont-Barnes 2011|p. 17 }}.</ref> ed un altro, membro dell'''entourage'' del re d'Inghilterra [[Riccardo I Cuor di Leone]], era morto nelle [[Crociate]].<ref name=F1p17/>
 
== Biografia ==
=== L'inizio della carriera ===
Pierre Charles Jean Baptiste Sylvestre [[de Villeneuve]] entrò nella Marina Reale di [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] nel [[1778]], all'età di 15 anni,<ref name=F5p90>{{Cita|Frè 2005|p. 90 |Frè2005}}.</ref> facendosi le ossa come marinaio sulle navi del [[Sovrano Ordine Militare di Malta]].<ref name=F5p90/> Venne nominato aspirante guardiamarina nel luglio [[1778]], imbarcato prima sulla ''Flore'' e poi sulla ''Montréal'', prestando servizio nelle acque europee.
 
Sottotenente di vascello nel [[1781]], s'imbarcò sul vascello ''Le Marseillais'', appartenente alla squadra dell'ammiraglio [[François Joseph Paul de Grasse|De Grasse]], partendo per le Antille. Partecipò a tutti i combattimenti della [[Guerra di indipendenza americana]], combatté alla [[Martinica]] (29 aprile 1781), partecipò alla presa di [[Tobago]]<ref name=F1p17/> (30 maggio), alla [[battaglia della baia di Chesapeake]]<ref name=F1p17/> (5 settembre), alla presa di Saint-Christophe (gennaio [[1782]]) e alla [[battaglia delle Saintes]] (12 aprile). Terminò la guerra d'America imbarcato sul vascello ''Le Destin'', passando poi sulla fregata ''La Blonde''. I servizi resi durante il conflitto gli valsero la promozione a tenente di vascello nel maggio [[1786]]. Con il grado di [[tenente di vascello]]<ref name=F5p90/> partecipò alla spedizione dell'Ammiraglio [[Pierre André de Suffren de Saint Tropez]] nell'[[Oceano Indiano]], unica occasione in cui la marina francese riuscì a contrastare efficacemente la ''[[Royal Navy]]''.
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=== La campagna d'Egitto e la battaglia di Abukir ===
Nel 1798 partecipò alla spedizione in [[Egitto]], imbarcato sul vascello da 80 cannoni ''Guillaume Tell'',<ref name=F1p22>{{Cita|Fremont-Barnes 2011|p. 22 }}.</ref> al comando della divisione di retroguardia della squadra navale dell'ammiraglio [[François-Paul Brueys D'Aigalliers|Brueys]].<ref name=F5p90/>
 
Il 1º agosto [[1798]] la squadra francese venne sorpresa all'ancora, nella rada di [[Abukir]], dalla flotta inglese comandata dall'Ammiraglio [[Horatio Nelson]].<ref name=F1p39>{{Cita|Fremont-Barnes 2011|p. 39 }}.</ref> Durante il violentissimo combattimento che ne seguì, detto [[Battaglia del Nilo (1798)|battaglia del Nilo]] la divisione di retroguardia rimase indenne e Villeneuve si distinse per la sua inazione.<ref name=F1p75>{{Cita|Fremont-Barnes 2011|p. 75 }}.</ref> Le navi della sua divisione non presero parte al combattimento, rimanendo inerti anche quando la squadra francese risultava pesantemente impegnata dal nemico.<ref name=D2p115>{{Cita|Donolo 2012|p. 115 , in una lettera all'ammiraglio Blanquet du Chayla del novembre 1798, egli dichiarò che, data la sua posizione sottovento rispetto all'avanguardia francese ed avendo a mare due grosse ancore ed una più piccola, non era stato in grado di portare alcun aiuto.|Donolo2012}}</ref>
 
Divenuto comandante della squadra dopo la morte di Brueys e il grave ferimento di Blanquet du Chayla, approfittò del sopraggiungere del nuovo giorno<ref name=F1p80>{{Cita|Fremont-Barnes 2011|p. 80 }}.</ref> per lasciare la rada con la sua nave di bandiera il ''Guillaume Tell'', il vascello da 74 cannoni ''[[Le Genereux]]'' e le fregate ''Diane'' e ''Justice''<ref name=D2p114>{{Cita|Donolo 2012|p. 114, le sue navi, i vascelli ''Guillaume Tell'' e ''Genereux'', assieme a due fregate, tagliarono l'ancora e salparono alle 11:30 del 2 agosto, dirigendo verso il largo.|Donolo2012}}</ref>. Le navi inglesi, troppo danneggiate nella battaglia, rinunciarono ad inseguire la formazione francese. Durante la navigazione verso [[Malta (isola)|Malta]] le navi francesi s'imbatterono nel vascello inglese da 50 cannoni ''[[HMS Leander (1780)|Leander]]'', anch'esso reduce dalla battaglia. La nave recava a [[Gibilterra]] la notizia della grande vittoria inglese. Il ''Leander'', al comando del [[capitano di vascello]] [[Edward Berry]], si difese egregiamente, ma dovette arrendersi alla superiore potenza di fuoco avversaria. Il capitano Berry rimase gravemente ferito e la nave fu catturata. Ritirandosi a Malta, assieme a Decrés, Villeneuve concorse validamente alla difesa dell'isola attaccata dagli inglesi<ref name=F5p90/> venendo fatto prigioniero alla capitolazione dell'isola, nel settembre del 1800. Tra il 1801 ed il 1804 Villeneuve non ebbe incarichi operativi di rilievo,<ref name=F5p90/> fu Comandante delle forze navali francesi stazionanti nelle [[Piccole Antille]] e poi comandante della piccola squadra navale basata a [[Rochefort (Nuova Aquitania)|Rochefort]]. Il 30 maggio 1804, lo stesso giorno di [[Denis Decrès]] e [[Honoré-Joseph-Antoine Ganteaume]], fu promosso al grado di [[viceammiraglio]].
 
=== Il ritorno in azione ===
Il 26 aprile [[1803]] l'ambasciatore britannico a Parigi, [[Charles Whitworth]], presentò un ultimatum a Napoleone Bonaparte con cui perentoriamente si chiedeva la consegna dell'isola di Malta alla Gran Bretagna per dieci anni.<ref name=C0p21>{{Cita|Corbett 1910|p. 21 |Corbett1910}}.</ref> Visto il tergiversare dei francesi, che avevano richiesto la mediazione della Russia, il 12 maggio l'ambasciatore lasciava [[Parigi]] e la ''Royal Navy'', senza che vi fosse stata alcuna formale dichiarazione di guerra, iniziò le operazioni di blocco dei porti continentali francesi, interrompendo nel contempo il traffico commerciale coloniale. A partire dal 2 dicembre, forti contingenti di truppe francesi iniziarono a concentrarsi nella zona di [[Boulogne]], dando vita all<nowiki>'</nowiki>''Armée d'Angleterre'', iniziando contemporaneamente i preparativi per la costituzione di un'imponente flottiglia da sbarco.<ref name=C0p15>{{Cita|Corbett 1910|p. 15 |Corbett1910}}.</ref>
 
Il 19 agosto [[1804]] l'ammiraglio [[Louis-René-Madeleine de Latouche-Tréville|Latouche-Tréville]], comandante della squadra del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], morì a causa di una crisi cardiaca a bordo della sua nave, il vascello ''[[Bucentaure]]'', ancorato nella rada di Tolone.<ref name=F5p84>{{Cita|Frè 2005|p. 84 |Frè2005}}.</ref>
 
Il quarantunenne Villeneuve, considerato giovane e fortunato,<ref name=F5p90/> due qualità che Napoleone prediligeva, venne scelto per il comando della squadra di Tolone, preferito a [[Louis Thomas Villaret de Joyeuse|Villaret-Joyeuse]], che aveva fama di essere sfortunato.<ref name=F5p84/> L'ammiraglio raggiunse il suo nuovo comando nel mese di settembre, fiducioso di poter adempiere al piano di Napoleone relativo all'invasione dell'Inghilterra. Egli espresse subito valutazioni (errate) sia sulle navi inglesi («Non abbiamo motivo di temerle: i loro vascelli non hanno neanche 500 uomini a bordo e sono sfiniti da due anni di mare»), sia al riguardo delle condizioni della sua squadra. Latouche-Tréville aveva indubbiamente fatto un ottimo lavoro organizzativo, ma la realtà scoraggiò subito l'animo del nuovo comandante: «La squadra di Tolone sembrava bella e forte quando era in rada, gli equipaggi ben vestiti e addestrati: ma appena abbiamo incontrato un fortunale tutto è cambiato. Non erano addestrati per affrontarlo»<ref name="D2p225">{{Cita|Donolo 2012|p. 225 |Donolo2012}}.</ref>. Egli chiese di essere sostituito, ma il ministro rifiutò.<ref name="D2p225"/>
 
La squadra francese era bloccata nel porto di [[Tolone]] dalla flotta britannica dell'ammiraglio [[Horatio Nelson|Nelson]]. L'imperatore [[Napoleone Bonaparte]] gli affidò il compito di distogliere la ''[[Royal Navy]]'' dalla sorveglianza del canale della [[La Manica|Manica]], per poter invadere la [[Gran Bretagna]]: Villeneuve avrebbe dovuto rompere il blocco di Tolone, raggiungere la [[Spagna]] (nuova alleata della Francia), congiungersi con una flotta spagnola comandata dall'Ammiraglio [[Federico Carlo Gravina]] e puntare sulle [[Antille]].<ref name=R4p64>{{Cita|Roggero 2004|p. 64 |Roggero2004}}.</ref> Qui avrebbe solo finto di minacciare le colonie inglesi, per attirare laggiù la flotta britannica: in realtà si sarebbe solo ricongiunto con la squadra francese dell'ammiraglio [[Honoré-Joseph-Antoine Ganteaume]], salpata dal porto di [[Brest (Francia)|Brest]]. Le due squadre riunite si sarebbero subito dirette verso l'Europa per assumere il controllo del canale della Manica, dando via libera all'invasione dell'Inghilterra da parte dell'armata francese riunita a Boulogne.
 
Il 30 marzo [[1805]] Villeneuve, al comando di 11 vascelli di linea, riuscì a lasciare Tolone,<ref name=F5p91>{{Cita|Frè 2005|p. 91 |Frè2005}}.</ref> eludendo la sorveglianza di Nelson, per raggiungere la Spagna. A [[Cartagena (Spagna)|Cartagena]] non riuscì a congiungersi con i sei vascelli di linea dell'ammiraglio [[José Justo Salcedo y Arauco]]<ref name="D2p229">{{Cita|Donolo 2012|p. 229 |Donolo2012}}.</ref>, in quanto quest'ultimo non aveva ancora ricevuto ordini precisi. Il 9 aprile<ref name=F5p91/> a [[Cadice]] si riunì alla squadra spagnola dell'Ammiraglio Federico Carlo de Gravina,<ref name=F5p91/> forte di 6 vascelli di linea e di una fregata, più il vascello francese da 74 cannoni l<nowiki>'</nowiki>''Aigle<ref name="D2p229" />''. Con 18 vascelli Villeneuve oltrepassò l'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] giungendo alla [[Martinica]] il 14 maggio.<ref name="C0p157">{{Cita|Corbett 1910|p. 157 |Corbett1910}}.</ref> Qui non trovò né la squadra di Rochefort, comanda da [[Édouard Thomas Burgues de Missiessy]], che aveva già lasciato le Antille, né quella di Ganteaume, che non era riuscita a salpare dal porto di Brest,<ref name=F5p91/> sempre bloccata da una squadra inglese<ref name="D2p225"/> al comando del viceammiraglio [[William Cornwallis]].<ref name="C0p157"/> In compenso si riunì con altre due navi di linea da 74 cannoni, l<nowiki>'</nowiki>''Algésiras'' e l<nowiki>'</nowiki>''Achille'', e alla fregata ''La Didon'', giunte da [[Rochefort (Nuova Aquitania)|Rochefort]] al comando del Contrammiraglio Magon de Médinie.
 
Il 9 giugno, stimando che Ganteaume non sarebbe più arrivato e temendo l'arrivo delle squadre inglesi di Nelson e Cochrane, rinunciò ad invadere [[Barbados]] e decise di ripartire per l'Europa.
 
Napoleone reagì allo scacco elaborando un ulteriore piano: la squadra franco-spagnola avrebbe ripassato l'Atlantico, liberato i reparti bloccati a Le Ferrol, Rochefor e Brest, per poi fare irruzione in massa nel Canale della Manica, assumendone il controllo. Villeneuve fece rotta verso l'Europa, sorvegliato dalle [[fregata (nave)|fregate]] britanniche, con gli equipaggi già di per sé inesperti, infiacchiti dalla forzata inattività e per giunta logorati dalla doppia traversata oceanica, e con le navi danneggiate dal lungo tempo trascorso in mare. Il 22 luglio<ref name=R4p65>{{Cita|Roggero 2004|p. 65 |Roggero2004}}.</ref> la squadra franco-spagnola affrontò la flotta britannica della Manica, comandata da Sir [[Robert Calder]], presso [[capo Finisterre]]. Il combattimento, denominato [[Battaglia di Capo Finisterre (1805)|Battaglia dei Quindici-Venti]], terminò con un successo tattico a favore degli inglesi, che catturarono due vascelli spagnoli, il ''Firme'' ed il ''San Rafael'', ma il risultato strategico fu a favore dei franco-spagnoli.
Il 28 luglio la squadra franco-spagnola entrò nel porto di [[Vigo (Spagna)|Vigo]], con tre vascelli danneggiati e 1.200 ammalati a bordo. Il 1º agosto Villeneuve raggiunse [[Ferrol|el Ferrol]],<ref name=F5p91/> effettuando il ricongiungimento con le squadre di [[Antoine Louis Gourdon]] e [[Domingo Pérez de Grandallana y Sierra]].<ref name=C0p175>{{Cita|Corbett 1910|p. 175 |Corbett1910}}.</ref> Il 13 agosto Villeneuve, al comando di 29 vascelli di linea, salpò con il favore del vento, incontrastato e temporaneamente incontrastabile, verso Brest.<ref name=F5p91/> Il piano di Napoleone, emesso nella sua terza versione il 13 aprile [[1805]],<ref name=C0p127>{{Cita|Corbett 1910|p. 127 |Corbett1910}}.</ref> sembrava sul punto di riuscire, tanto che la flottiglia d'invasione fu posta in allerta. Purtroppo il 15 agosto<ref name=F5p91/> Villeneuve, dando adito ad alcune voci a lui pervenute, invertì nuovamente la rotta quando incontrò, nottetempo, un convoglio mercantile che scambiò per una squadra inglese di 25 vascelli, comandata da Nelson.<ref name=F5p91/> In realtà l'ammiraglio inglese stava rientrando a [[Spithead]] per un periodo di riposo, sostituito da Calder.<ref name=F5p91/> La flotta franco-spagnola si portò a sud, raggiungendo il porto di [[Cadice]], il 20 agosto. Qui fu bloccata dalla squadra inglese. La grande occasione era andata persa, Napoleone, al solito senza peli sulla lingua, darà di Villeneuve un giudizio spietato: «Quel Jean-foutre che mi ha tradito».<ref name=C8p420>{{Cita|Chandler 1998|p. 399 |Chandler1998}}.</ref> Il 25 agosto Napoleone sciolse l'Armata d'Inghilterra, pronto a trarne la Grande Armata, con cui dare vita all'invasione dell'Austria e della Germania. Nei confronti dell'ammiraglio Napoleone si esibì, davanti al Ministro della Marina, ammiraglio [[Denis Decrès|Dècres]], in una delle sue spettacolari scene di rabbia, decidendo di sostituirlo con il più anziano ammiraglio [[François Étienne de Rosily-Mesros]].<ref name=F5p91/> Nelson riprese il mare il 14 settembre, salpando dall'Inghilterra a bordo del vascello ''[[HMS Victory (1765)|Victory]]''. Egli arrivò davanti a Cadice due settimane dopo, assumendo il comando della squadra inglese al posto di Calder, richiamato in patria per essere sottoposto a corte marziale in seguito al deludente scontro del 22 luglio. Cavallerescamente Nelson si privò della nave ammiraglia di Calder, il vascello da 98 cannoni ''Prince of Wales'', che trasportò in patria l'ammiraglio inglese.<ref name=F5p91/> Il 27 settembre 1805 Villeneuve ricevette l'ordine di raggiungere Napoli, dove avrebbe dovuto sbarcare urgentemente 4.000 soldati.<ref name=F5p91/> Egli studiò una diversione affidando al contrammiraglio [[Charles René Magon de Médine]] il compito di attaccare le fregate inglesi,<ref name=F5p92>{{Cita|Frè 2005|p. 92 |Frè2005}}.</ref> mentre la squadra spagnola di Cartagena, al comando dell'ammiraglio Salcedo, si sarebbe ricongiunta alla flotta combinata durante il suo passaggio davanti a Cartagena.<ref name=R5p208>{{Cita|Romeo 2005|p. 208 , contrariamente agli ordini emessi da primo ministro [[Manuel Godoy]] Principe de la Paz, Almirante general de España e Indias.|Romeo2005}}</ref>
 
=== La battaglia di Trafalgar ===
{{vedi anche|battaglia di Trafalgar}}
Saputo della sua ormai imminente sostituzione con il viceammiraglio [[François Étienne de Rosily-Mesros]], Villeneuve decise infine di uscire da Cadice<ref name=F5p91/> e correre il rischio di accettare battaglia, senza sapere bene quale tattica adottare contro Nelson. Il servizio informazioni della marina francese gli aveva comunicato che la flotta inglese comprendeva 29 vascelli di linea ed un numero imprecisato di fregate e corvette.<ref name=R4p66>{{Cita|Roggero 2004|p. 66 |Roggero2004}}.</ref> Durante il consiglio di guerra tenutosi a bordo dell'ammiraglia francese il 5 ottobre,<ref name=D2p235>{{Cita|Donolo 2012|p. 235 |Donolo2012}}.</ref> Gravina espresse forti dubbi sulle capacità operativa della navi spagnole, facendo notare che alcune di loro erano appena uscite dall'arsenale di Cadice e che non erano state approntate adeguatamente.<ref name=D2p235/> Tale affermazione non fu bene accolta dagli ufficiali francesi, con il contrammiraglio Magon che apostrofò malamente Gravina. Tra gli ufficiali francesi e quelli spagnoli si giunse quasi alle mani e due di loro si sfidarono a duello.
 
Il mattino del 19 ottobre<ref name=R4p66/>, malgrado il parere contrario dell'ammiraglio Gravina,<ref name=D2p235/> la squadra franco-spagnola levò le ancore, salpando dalla rada di Cadice forte di 33 vascelli di linea, divisi in tre divisioni ed una squadra di riserva.<ref>Diciotto vascelli francesi e quindici spagnoli.</ref> Le navi erano accompagnate dalle cinque fregate e due corvette poste agli ordini del brillante commodoro [[Julien Marie Cosmao-Kerjulien]]. L'uscita delle navi dalla rada di Cadice fu molto lenta,<ref>Solo sette vascelli di linea e tre fregate riuscirono a schierarsi in formazione.</ref> tanto che vista la minaccia di un attacco inglese Villeneuve diede ordine di rientrare in porto.<ref name=R4p66/> La squadra combinata salpò nuovamente alle 7:00<ref name=R4p70>{{Cita|Roggero 2004|p. 70 |Roggero2004}}.</ref> del giorno dopo, riuscendo a mettersi in formazione al largo di Cadice solo nel pomeriggio del 20 ottobre.
 
Il 21 ottobre [[1805]] la squadra francese, disposta nella classica linea di fila, secondo i canoni tattici dell'epoca, fu attaccata dalle 27 navi inglesi, disposte in due colonne,<ref>Ciò andava contro tutti i principi di tattica e strategia navale dell'epoca.</ref> nelle acque antistanti Capo Trafalgar<ref name=R4p66/> sulla costa atlantica dell'[[Andalusia]].<ref>Davanti ad un piccolo villaggio di pescatori denominato Conil de la Frontera.</ref> La tattica inglese riuscì a spezzare la linea di fila franco-spagnola, suddividendola in tre tronconi. La formazione francese era lunga quasi nove chilometri e stava manovrando per ritornare a Cadice,<ref>L'ammiraglio Villeneuve alle 8:00 aveva emanato l'ordine di invertire la rotta ad un tempo in direzione nord, con mura a sinistra e Capo Trafalgar quattro miglia sottovento.</ref> in quanto Villeneuve temeva che gli inglesi volessero aggirare la retroguardia della flotta combinata.<ref name=F5p92/> Durante il combattimento l'ammiraglia inglese sfilò di poppa a quella francese, sparando tre bordate in rapida successione sulla parte più indifesa della nave francese, cui presto si aggiunsero le bordate dei vascelli che seguivano la nave di Nelson. In due minuti sul ''Bucentaure'' si registrarono 400 caduti e 20 cannoni distrutti.<ref name=F5p93>{{Cita|Frè 2005|p. 93 |Frè2005}}.</ref> Poco dopo le 16.30 l'ammiraglia francese, semidistrutta e completamente disalberata, con a bordo l'ammiraglio Villeneuve e tutto il suo Stato maggiore, si arrese agli'inglesi<ref name=D2p245>{{Cita|Donolo 2012|p. 245 , la nave francese, il cui comandante Magendie era stato gravemente ferito, si arrese al vascello ''Conqueror'' |Donolo2012}}.</ref>.
 
Al termine della gigantesca battaglia navale, delle trentatré navi franco-spagnole, 17 furono catturate, una, l'''Achille'', esplose ed affondò, mentre quindici riuscirono a fuggire.<ref name=R4p72>{{Cita|Roggero 2004|p. 72 |Roggero2004}}.</ref>
L'ammiraglio Nelson rimase ucciso, colpito da una palla di moschetto sparata dal vascello ''Redoutable'', sulla ''Victory'' mentre l'ammiraglio [[Federico Carlo Gravina|Gravina]] morì a Cadice il 9 marzo [[1806]],<ref name=F5p95>{{Cita|Frè 2005|p. 95 |Frè2005}}.</ref> in seguito ad un'infezione degenerata in [[gangrena]], per una ferita mal curata riportata in battaglia. {{citazione necessaria|A detta di molti testimoni oculari Villeneuve cercò in tutti i modi di rimanere ucciso durante il combattimento.}}
 
=== La prigionia ===
L'ammiraglio Villeneuve fu il primo prigioniero della battaglia di Trafalgar ad essere mandato in Inghilterra<ref name=F6p376>{{Cita|Fraser 1906|p. 376 |Fraser1906}}.</ref>. Infatti fu subito imbarcato sulla fregata ''Euryalus'', comandata dal capitano di vascello [[Henry Blackwood]], che trasportava anche il secondo rapporto dell'ammiraglio [[Cuthbert Collingwood]] all'Ammiragliato, le bandiere catturate al nemico e l'elenco completo dei danni subiti dalla flotta inglese.<ref name=F6p376/> Il capitano Blackwood lasciò la nave a Lizard, la domenica mattina del 24 novembre, procedendo per Falmouth sulla sua imbarcazione, e raggiungendo quindi Londra. Successivamente alla sua partenza, l'&nbsp;''Euryalus'' trovò cattivo tempo, arrivando a Spithead solamente la mattina del 29 novembre.<ref name=F6p376/> L'ammiraglio Villeneuve ed il capitano di vascello [[Jean Jacques Magendie]], comandante del ''Bucentaure'', vennero sbarcati a Gosport quello stesso pomeriggio, assieme ai loro servitori ed a ventidue altri ufficiali francesi e spagnoli. Il giorno dopo gli ufficiali furono portati a bordo della nave prigione ''San Damaso''.<ref name=F6p377>{{Cita|Fraser 1906|p. 377 |Fraser1906}}.</ref> Successivamente, dopo aver data la loro parola di ufficiali che non sarebbero fuggiti, Villeneuve e Magendie furono relegati alla Bishop's Waltham<ref name=F6p378>{{Cita|Fraser 1906|p. 378 |Fraser1906}}.</ref>, una proprietà presa in affitto per loro dal governo britannico. Successivamente furono trasferiti a Reading, dove esisteva un grande centro per ufficiali rilasciati sulla parola.<ref name=F6p378/> Ai due si aggiunsero anche i capitani [[Jean Jacques Étienne Lucas|Jean Lucas]] e [[Louis-Antoine-Cyprien Infernet]].<ref name=F6p378/> A Villeneuve e a Magendie fu concesso di partecipare ai funerali di Lord Nelson.
 
=== Il mistero della sua morte ===
L'ammiraglio Villeneuve fu rilasciato nell'aprile 1806,<ref name=F6p394>{{Cita|Fraser 1906|p. 394 |Fraser1906}}.</ref> dopo poco più di cinque mesi di prigionia, in cambio di quattro capitani britannici, secondo gli accordi presi dalle autorità dei due paesi.<ref name=F6p394/>. La sua partenza dall'Inghilterra fu effettuata con calma, passando inosservata. Accompagnato solamente dal suo servitore, egli lasciò Reading per le coste del Sussex,<ref name=F6p394/> attraversando il Canale della Manica a bordo di una piccola imbarcazione, raggiungendo quindi Morlaix, in Bretagna. Qui Villeneuve scrisse al Ministro della Marina<ref name=F6p395>{{Cita|Fraser 1906|p. 395 |Fraser1906}}.</ref> informandolo del suo arrivo in Francia e chiedendo ulteriori istruzioni. In attesa della risposta dell'ammiraglio Decrès egli raggiunse [[Rennes]], proponendosi quindi di proseguire per Parigi, fiducioso di poter presentare personalmente all'Imperatore il proprio rapporto sulla battaglia.<ref name=F6p395/> Villeneuve arrivò a Rennes, prendendo alloggio all'&nbsp;''Hotel de la Patrie'', in attesa dell'arrivo del corriere del Ministero della Marina. Da un giornale apprese che i capitani di vascello Lucas (del ''Redoutable'') ed Infernet (dell'&nbsp; ''Intrepide''), liberati con uno scambio di prigionieri alcune settimane prima, erano stati entrambi promossi al grado di contrammiraglio e ricevuti in pubblico dall'Imperatore a St.Cloud.<ref name=F6p395/> Scrisse subito a Lucas, congratulandosi di cuore con lui per la promozione ricevuta e spedì i suoi complimenti ad Infernet. Poi egli aggiunse una richiesta riguardo alle sue intenzioni verso di lui.<ref name=F6p395/> Egli aveva di fronte a lui, scrisse l'ammiraglio Villeneuve, il dovere doloroso di denunciare quelli la cui condotta a Trafalgar aveva vanificato i suoi piani di battaglia ed avevano condotto alla distruzione della flotta ed all'umiliazione della bandiera nazionale.<ref name=F6p395/> La sua propria giustificazione personale, gl'interessi più alti del servizio, l'onore della Francia e della Marina Militare Imperiale in particolare, richiedevano imperativamente che egli dovesse insistere su un piena indagine e su dure punizioni. Villeneuve propose di chiamare il capitano Lucas a testimoniare di fronte alla Commissione d'Inchiesta<ref name=F6p395/> e sperava sinceramente che questi fosse in grado di rimanere a Parigi alcuni giorni più a lungo, così che, probabilmente, potessero incontrarsi colà.<ref name=F6p395/> Questa lettera, della cui autenticità non c'è ragione di dubitare, dimostra quello che Villeneuve aveva in mente quando arrivò a Rennes.<ref name=F6p396>{{Cita|Fraser 1906|p. 396 |Fraser1906}}.</ref> Il suo umore, comunque, cambiò in un giorno o due. Nessuna risposta venne da Decrès e, sorpreso e ansioso che il silenzio del Ministro della Marina fosse di malaugurio, Villeneuve passò in uno stato di depressione nervosa che culminò in un profondo abbattimento. Decrès, fu detto, avrebbe intenzionalmente ritardato la sua risposta, per proprie ragioni, essendo attento a non compromettere la propria posizione con l'Imperatore.<ref name=F6p396/> Il caso di Villeneuve, secondo il ragionamento di Decrès, visto il presente umore di Napoleone verso lo sfortunato ammiraglio, era senza speranza.<ref name=F6p396/> Nessuna lettera dal Ministro della Marina era arrivata a Rennes la sera del 21 aprile.<ref name=F6p396/>
 
La mattina del giorno dopo l'ammiraglio francese venne trovato morto nel suo letto, colpito da sei pugnalate al torace, cinque al polmone e una al cuore. Quello che successe nella camera dell'ammiraglio quella notte non è mai stato chiarito in modo definitivo. La sua morte violenta divenne ben presto di dominio pubblico.
 
Secondo una teoria dell'epoca in voga su larga parte del Continente ed in Inghilterra, la sua morte era un caso di assassinio, che serviva agli scopi di Napoleone per prevenire eventuali rivelazioni, come il vero stato della flotta mandata a combattere a Trafalgar. Una teoria elaborata parlava di misteriosi estranei arrivati all'Hotel de la Patrie nella tarda sera del 21 e scomparsi prima della successiva mattina.<ref name=F6p397>{{Cita|Fraser 1906|p. 397 |Fraser1906}}.</ref> Essi erano vestiti da civili, ma in realtà si trattava di gendarmi, recanti istruzioni speciali ricevute da Barrere, Prefetto della Polizia Segreta di St. Cloud.<ref name=F6p397/> Il corpo dell'ammiraglio, si disse, fu trovato in una tale posizione per cui le ferite che recava erano compatibili solo in un caso di assassinio, non di suicidio.<ref>Più tardi un rapporto anonimo, circolato anche all'interno della Marina Imperiale francese, sosteneva che l'assassinio dell'ammiraglio fosse stato eseguito dallo stesso capitano Magendie, su istigazione di Décres. Esso circolò così estesamente che nel 1814 Magendie si vide costretto a pubblicare un memoriale di autodifesa: ''Et di Victoires Conquetes'' vi. p. 193.</ref> In realtà si trattava realmente di un caso di suicidio. Le circostanze del decesso furono investigate il giorno dopo la scoperta del corpo dell'ammiraglio da M. Mounier, Prefetto del Dipartimento dell'Ille-et-Vilaine,<ref name=F6p397/> un ufficiale di grande integrità e reputazione, assistito dal colonnello dell'artiglieria Camas e due giudici di pace.<ref name=F6p397/> L'esame ''post-mortem'', tenutosi quella mattina, venne condotto da tre medici.<ref name=F6p397/>
 
Il rapporto, redatto dal comandante della polizia di Rennes,<ref name=F6p397/> dimostrò che l'ammiraglio fu trovato morto svestito, giacente sul letto di schiena.<ref name=F6p398>{{Cita|Fraser 1906|p. 398 |Fraser1906}}.</ref> Sul corpo c'erano cinque ferite al torace ed una sesta al cuore con un coltello conficcato in essa fino all'elsa. Era un comune coltello da tavola che, probabilmente, l'ammiraglio aveva trattenuto dopo la cena. La porta della stanza era chiusa a chiave e la chiave era all'interno. Il servitore di Villeneuve fu interrogato ed affermò che il suo padrone era apparso molto strano nei due o tre giorni precedenti,<ref name=F6p398/> talmente strano che egli aveva pensato fosse consigliabile scaricare le sue pistole d'ordinanza.<ref name=F6p398/> Come l'ammiraglio avesse nascosto il coltello, egli non lo poteva spiegare.<ref name=F6p398/> Il servitore arrischiò la congettura, ricavata da qualche cosa che il suo padrone aveva detto, che l'incontro pubblico di cui Villeneuve aveva fatto domanda all'Imperatore, fosse stato rifiutato.
 
Il rapporto di polizia afferma che nella stanza fu trovata una lettera indirizzata a Madame de Villeneuve, la moglie dell'ammiraglio.<ref name=F6p398/> Accanto ad essa pacchetti di denaro, ognuno marcato con la somma contenente e il nome del destinatario,<ref name=F6p398/> scritti a mano dall'ammiraglio. Nei bagagli dell'ammiraglio fu trovato il binocolo di Villeneuve con la scritta ''A l'intrèpide Infernet!'' ed il suo megafono con la scritta ''Pour toi, prode Lucas!''.<ref name=F6p398/>
 
Il Prefetto Mounier, ed i suoi colleghi della commissione d'inchiesta registrarono la sua morte sul referto dell'esame autoptico come «...morte da ferite autoinflitte».<ref name=F6p400>{{Cita|Fraser 1906|p. 400 |Fraser1906}}.</ref> Essi spedirono tutti i documenti, con i bagagli, le carte personali ed ogni altra cosa appartenente all'ammiraglio, a Parigi, per essere messe a disposizione del Ministro di Polizia, [[Joseph Fouché|Fouché]], che ne doveva destinare il loro uso.<ref name=F6p400/> Il corpo dell'ammiraglio fu seppellito di notte, senza essergli resi gli onori di militari, in una tomba anonima.
 
=== L'ultima lettera alla moglie ===
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C'en est fait, j'en suis arrive au terme ou la vie est un opprobre et la mort un devoir. Seul ici,
frappe d'anathème par I'empereur, repousse par son ministre, qui fut mon ami, chargé d'une responsabilité immense dans un désastre qui m'est attribué et auquel la fatalité m'entraine, je dois mourir! Je sais que tu ne peux goûter aucune apologie de mon action. Je t'en demande pardon, mille fois pardon, mais elle est nécessaire et j'y suis entraine par le plus violent désespoir. Vis tranquille, emprunte les consolations des doux sentiments de religion qui t'animent; mon espérance
est que tu y trouveras un repos qui m'est refuse. Adieu! Adieu! sèche les larmes de ma famille et de tous ceux auxquels je puis être cher. Je voulais finir, je ne puis. Quel bonheur que je n'aie aucun enfant pour recueillir mon horrible héritage et qui soit charge au poids de mon nom! Ah! je n'etais pas népour un pareil sort; je ne l'ai pas cherche, j'y ai eté entraine malgré moi. Adieu! adieu!<br />Villeneuve.|lingua=fr}}<ref name=F6p399>{{Cita|Fraser 1906|p. 399 |Fraser1906}}.</ref>
 
== Onorificenze ==