Serie A 1999-2000: differenze tra le versioni

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Nel girone di ritorno i sabaudi riuscirono a mantenere la vetta per diverse domeniche; furono tuttavia costretti a far fronte anche all'assalto del Milan campione uscente che, battendo proprio i biancocelesti 2-1 a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] il 20 febbraio 2000, parve reinserirsi nella lotta allo scudetto raggiungendo i romani al secondo posto, a −4 dai bianconeri. Quello dei rossoneri fu però uno slancio breve; perdendo infatti il 5 marzo il [[Derby di Milano|derby milanese]] abbandonarono la possibilità di un ''bis'' tricolore. La lotta diventò quindi definitivamente a due, ma il 19 marzo, complice la sconfitta della Lazio sul campo del {{Calcio Verona|N}}, il vantaggio della Juventus capolista crebbe a un rassicurante +9.
 
Il campionato sembrava chiuso, ma a riaprirlo ci pensò ancora il Milan che la domenica dopo batté i bianconeri a Milano con una doppietta di Shevchenko — capocannoniere a fine stagione — e consentì alla Lazio, vittoriosa a sua volta nel derby capitolino, di ridurre il distacco a −6; il 1º aprile ci poi fu lo scontro al vertice al [[Stadio delle Alpi|Delle Alpi]] dove i biancocelesti, grazie a un gol di Simeone, si riavvicinarono ulteriormente riducendo lo svantaggio a −3. La Lazio tornò quindi a credere nel titolo; tuttavia, alla trentesima giornata, un pasopasso falso a Firenze dell<nowiki>'</nowiki>''undici'' di Eriksson permise alla Juventus di tornare a +5 sulla diretta rivale. A questo punto, però, i torinesi iniziarono ad accusare il sorgere della fatica dovuta alla decisione estiva di partecipare all'[[Coppa Intertoto 1999|Intertoto]]: a due turni dal termine, come già accaduto alla stessa Lazio, anche la squadra di Ancelotti cadde a sorpresa a Verona vedendo riavvicinarsi i rivali a –2.
[[File:Alessandro Nesta.jpg|thumb|[[Alessandro Nesta]], capitano e simbolo della Lazio che nel 2000 rivinse dopo 26 anni lo scudetto.]]