Sacro Romano Impero: differenze tra le versioni

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[[Corrado III di Svevia|Corrado III]] salì al trono nel [[1138]], fu il primo imperatore della [[dinastia]] [[Hohenstaufen]] (o di [[Svevia]], in quanto gli Hohenstaufen erano duchi di Svevia), il cui periodo coincise con la restaurazione della gloria dell'Impero anche sotto le nuove condizioni del [[concordato di Worms]]. Fu [[Federico Barbarossa|Federico I "Barbarossa"]], il secondo della dinastia di Svevia (Re nel [[1152]], Imperatore dal [[1155]] al [[1190]]) a chiamare per primo "Sacro" l'Impero.
 
Inoltre sotto il Barbarossa l'idea della "Romanità" dell'Impero tornò a crescere,{{Senza fonte|quasi fosse un tentativo di giustificare il potere imperiale indipendente dal Papa}}. Un'assemblea imperiale nelle campagne di [[Roncaglia]] nel [[1158]] esplicitamente giustificò i diritti imperiali con la opinione di ''quattuor doctores'' del nuovo organismo giuridico della [[Università di Bologna]], che cita frasi come ''princeps legibus solutus'' (il Principe non è soggetto alla legge) tratte dai ''Digesta'' del [[Corpus iuris civilis]]. Che i legislatori romani l'avessero creato per un sistema completamente diverso che non coincideva affatto con la struttura dell'Impero era considerato del tutto secondario; la corte dell'imperatore aveva la necessità di legittimarsi storicamente.
 
Ai diritti imperiali ci si era riferiti con il termine generico di ''[[regalia]]'' fino alla [[Lotta per le investiture]], ma furono enumerati per la prima volta a [[Roncaglia]]. Questo elenco includeva strade pubbliche, tariffe, emissione di moneta, raccolta di imposte punitive e la nomina e revoca dei funzionari. Questi diritti furono radicati esplicitamente nella [[Legge Romana]], come fosse una legge costituzionale; il sistema fu anche connesso alla [[legge feudale]], e il cambiamento più evidente fu il ritiro dei feudi di [[Enrico il Leone]] nel [[1180]] che portò alla sua [[scomunica]]. Barbarossa, quindi, per un certo tempo, cercò di legare più strettamente i riottosi duchi tedeschi all'impero come un tutt'uno.