Saga Separata di Sant'Olaf: differenze tra le versioni

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Come molte altre saghe dei re, l'opera cita [[poema scaldico|poemi scaldici]] per verifiche storiche o ricami letterari. L'opera è importante anche per il fatto che è stata preceduta da due prologhi. Il principale dei due è l'MS nr. 2 4° della [[Biblioteca nazionale svedese]] (''Kungliga biblioteket'') di [[Stoccolma]].
 
Nel prologo più lungo Snorri Sturluson si sofferma sul valore storico della [[Scaldo|poesia scaldica]].<ref>Bjarni Aðalbjarnarson, ''Heimskringla'', vol. 2, p. 422; trad: Gade, "Poetry and its changing importance", p. 67.</ref>. ProsegueLa conversione contenuta nel ''Flateyjarbók'' narra una fantasiosa storia di [[Olaf Geirstad-Alf|re Ólafr Guðröðsson]], denominato "Elfo di Geirstad", su come fece da esca andando a pescare da solo, su come morì (non completamente, divenendo "[[draugr]]") e come rinacque divenendo [[Olaf II di Norvegia|Olaf il Santo]]<ref>{{cita|Davidson 1943|pp.101,112,138–139}}.</ref>.
 
Secondo alcuni studiosi ([[Guðbrandur Vigfússon]] e Frederick York Powell), la denominazione "elfo" non andrebbe presa in senso letterale; inoltre fanno notare che, nelle modalità della morte di Olaf descritta ''Flateyjarbók'', secondo del culto degli antenati in uso, "i morti erano chiamati elfi"<ref>{{cita|Vigfússon, Powell 1883|vol.1, pp.414-5}}.</ref>.