God of War (videogioco 2018): differenze tra le versioni

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Tornati a casa, il fuoco ormai ha consumato il corpo di Feya, lasciandovi solo le ceneri, che vengono prese delicatamente da Kratos e messo in un sacchetto. Tutto è ormai pronto per il viaggio. Improvvisamente, uno sconosciuto bussa alla porta. Kratos ordinando il figlio di nascondersi lo va a incontrare. Egli afferma di sapere chi è e da dove viene, e che possiede dei poteri divini. In seguito a un violento scontro tra i due, Kratos riesce a ucciderlo, e insieme ad Atreus parte per il loro viaggio. Durante il cammino, i due incontrano per strada il [[nano (mitologia)|nano]] Brok, tra l'altro artefice dell'ascia Leviatano, di Kratos, che fornirà ad entrambi le sue abilità di fabbro, e una strega che vive nei boschi, in una casa sotto una gigantesca tartaruga, la quale prende subito in simpatia Atreus, mentre rivela a Kratos di sapere che egli è un dio di una terra straniera e lo avverte riguardo agli dèi norreni, che sono diffidenti nei suoi confronti. Arrivati al Lago dei Nove, i due incontrano il Serpente del Mondo [[Jörmungandr]] che, tuttavia, si dimostra amichevole verso di loro.
 
Arrivati sulla montagna, osservando l'orrizzonte, essi scoprono che la loro casa era protetta da un cerchio di alberi magici che li proteggeva dai mostri. Il cerchio tutta via è stato spezzato in quanto Kratos, all'inizio della storia ha abbattuto uno degli alberi, rompendo l'incantesimo. BenchèBenché egli affermi di averlo fatto perchèperché era stato desiderio di Faye usare uno di quegli alberi per il suo funerale. Sulla cima della montagna i due fanno la conoscenza di Sindri, il fratello di Brok, con cui non è in buoni rapporti, e si imbattono in una nebbia nera conosciuta come l<nowiki>'</nowiki>''Alito Nero''. In loro aiuto giunge la strega, la quale rivela che l'unico modo per farlo sparire è usare la Luce di [[Alfheim]], la terra degli [[Liósálfar|elfi chiari]]. Li conduce così ad una rappresentazione di [[Yggdrasill]], l'Albero del Mondo, dove, grazie al [[Bifrǫst]], apre un passaggio per il regno, ma, appena varcata la soglia, la strega viene riportata a [[Miðgarðr]], a causa di una maledizione impostale dagli dèi, ma fa appena in tempo a dare il Bifröst a Kratos e ad ordinargli di riempirlo con la luce di Alfheim. Avventurandosi nel regno, Kratos e Atreus scoprono che c'è una guerra tra gli elfi chiari e gli [[Døkkálfar|elfi oscuri]], che vede i secondi vicini alla vittoria. Kratos e Atreus non hanno altra scelta che affrontare gli elfi oscuri per raggiungere il cuore di Alfheim e riempire il Bifröst con la sua luce, scontrandosi nel viaggio di ritorno con Svartáljqfurr, il re degli elfi oscuri. Nello scontro finale, dopo avere restituito la piena luce al regno degli elfi chiari, Kratos riesce infine a prevalere contro il re degli elfi oscuri dandogli infine il colpo di grazia. Prima di spirare il re degli elfi dice qualcosa in elfico, che lascia Atreus terrorizzato. Kratos domanda al figlio che cosa ha detto il re degli elfi, alchè Atreus dice che lui e il padre nel avere aiutato gli elfi chiari ''hanno commesso un grave errore''.
 
Usando il Bifröst, Kratos e Atreus cominciano a salire per la montagna, scontrandosi con il [[drago]] sputafulmini Hræzlyr. Raggiunta la vetta di Miðgarðr, ascoltano una conversazione tra lo sconosciuto, che è ancora vivo, e che si rivela essere [[Baldur]], il dio immortale, insieme ai suoi nipoti [[Móði]] e [[Magni (mitologia)|Magni]], i figli di [[Thor]], e un fauno di nome [[Mímir]] sulle voci che circolano su Kratos e Atreus. Dopo che se ne sono andati, Kratos e Atreus parlano con Mímir, il quale rivela che il loro obiettivo non è la montagna dove si trovano, ma il picco più alto di [[Jötunheim]], la terra dei [[Jǫtunn|giganti]], ma non è più possibile arrivarci, in quanto tutti i passaggi sono stati distrutti per non farvi entrare [[Odino]] e Thor. Mímir, tuttavia, conosce un altro modo, dopodiché esorta Kratos a tagliargli la testa e farla rianimare dalla strega dei boschi. Tornati alla sua casa, la strega rianima la testa di Mímir, rivelandosi come la dea [[Freyja]], membro dei [[Vanir]], prima di essere ceduta come sposa a Odino per firmare la pace con gli [[Æsir]]. Ciò provoca subito lo sdegno di Kratos, che comincia a diffidare totalmente di lei, ma sia Freya che Mímir lo avvertono che deve dire ad Atreus della sua vera natura, altrimenti più il tempo passerà e più la verità sarà più grave da sopportare.
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Kratos e Atreus si rimettono così in viaggio con la testa di Mímir, il quale gli rivela che, per aprire un portale per Jötunheim, avranno bisogno dello scalpello magico del gigante Thamur, assieme alla Runa nera, nascosta nel Tempio di [[Týr]] al Lago dei Nove. Arrivati ai resti del corpo di Thamur, con lo scalpello conficcato nel cranio, i tre vengono attaccati da Magni e Móði. Al termine del combattimento, Kratos uccide Magni, e Móði, vedendo che un dio come suo fratello è stato ucciso, fugge. Kratos riesce così a prendere un pezzo dello scalpello di Thamur, ma Atreus comincia ad avvertire i sintomi di una malattia. Tornati al Lago dei Nove, Kratos e Atreus stanno per entrare nel Tempio di Týr, quando vengono attaccati di nuovo da Móði, che atterra Kratos con i suoi fulmini. Atreus cerca di aiutare il padre, ma un attimo di furia incontrollata lo lascia privo di forze, aggravando così il suo stato e facendogli perdere conoscenza. A questo punto, Kratos si fa di nuovo trasportare dalla rabbia e, incurante dei fulmini di Móði, lo colpisce duramente, costringendolo alla fuga.
 
Portato Atreus da Freya su consiglio di Mímir, la dea spiega che ciò che sta accadendo ad Atreus è una contraddizione mentale di un dio che crede di essere mortale, e che l'unico modo per guarirlo è portarle il cuore del guardiano del Ponte dei Dannati di [[Helheim]], ma il Leviatano sarebbe inutile lì. Kratos decide di tornare a casa per riprendere le sue vecchie armi, le Lame del Caos, e, durante la strada per il ritorno, viene perseguitato più volte dallo spirito di [[Atena]], la quale gli dice che, per quanto si sforzi, non potrà mai dimenticare il suo passato. Kratos non replica lo spirito della dea che lo ritiene un mostro, ma non è più un mostro al suo servizio, e che Atena non ha più alcun potere su di lui. Armato ancora una volta delle sue Lame, Kratos giunge a Helheim, dove sconfigge il guardiano del ponte dei dannati, il troll Máttugr Helson, e, una volta recuperato il suo cuore, ha una visione di suo padre Zeus, ma Mímir, anche se sorpreso, gli rivela che quella era solo un'illusione provocata dal regno per tormentare le anime dei dannati, e riconosce che Kratos è il famigerato Fantasma di Sparta, ma Kratos gli intima di non chiamarlo in questo modo, specialmente se vicino al piccolo Atreus. Mimir conoscendo l'intera storia, tutta via, non gliene fà una colpa allo spartano per quello che fece agli dei greci, in quanto sostiene che essi se la sono andata a cercare. Comprendendo infine perchèperché Kratos odi tanto gli dei e forse anche se stesso in quanto vecchio dio della guerra. Mimir però insiste con lo spartano che tutto ciò è collegato e se Kratos non rivelerà al figlio la verità, non potra mai renderlo completo e più passera il tempo, peggio sarà. Kratos domanda a Mimir di che luogo si tratta quello da dove è venuta la visione di Zeus, me egli lo avverte di non andarci per nessun motivo. Lo spartano riesce a portare il cuore a Freya, Atreus guarisce e Kratos decide di rivelargli il suo retaggio come dio. Atreus accetta serenamente la cosa, e finalmente entrano nel Tempio di Týr, dove scoprono che il dio era conosciuto in ogni angolo del mondo (vi sono, infatti, innumerevoli tesori non solo della [[Scandinavia]], ma anche della Grecia, dell'[[Egitto]] e del [[Giappone]]) grazie alla sua capacità di usare il potere di collegamento di Yggdrasill insieme a una runa che aveva creato, la Runa nera. Odino, tuttavia, pensò che Týr stesse complottando con i giganti, al che il dio decise di metterli al sicuro nel loro regno, distruggendo ogni ponte collegato a Jötunheim.
 
Trovata la Runa nera dopo lunghe ricerche, Atreus riesce a memorizzarla, scoprendo di avere un talento nel comprendere le varie lingue. Durante il viaggio verso la montagna con il portale, però, Atreus diventa sempre più arrogante e, quando all'interno della montagna rincontrano Móði, umiliato da suo padre Thor, che lo ha accusato di essere responsabile della morte del fratello, Atreus lo uccide, nonostante Kratos gli abbia ordinato di non farlo. Alla vetta di Miðgarðr vengono attaccati da Baldur, e, durante lo scontro, il portale per Jötunheim appena aperto viene distrutto. Baldur prende Atreus, che prova inutilmente ad uccidere l'immortale, e fugge in groppa a un drago verso il Lago dei Nove, mentre Kratos riesce a uccidere la bestia, atterrando sul Tempio. Baldur intende spedire Atreus e Kratos ad Asgard, ma quest'ultimo riesce a cambiare la destinazione, facendoli finire a Helheim.
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Capendo di essere l'artefice della loro situazione, Atreus decide di scusarsi con il padre e decidono di trovare un modo per fuggire dal gelido regno dei morti; inoltre, scoprono di nascosto, tramite una visione che sta avendo Baldur, che egli è il figlio di Freya, verso la quale nutre un profondo rancore in quanto, per fare in modo che nessuno avrebbe fatto del male al figlio, fece fare un giuramento ad ogni essere vivente ma, per quanto invulnerabile, Baldur diventò insensibile ad ogni cosa, fatto che ora trova intollerabile. Baldur attaccò inizialmente Kratos, consapevole di chi egli fosse e che probabilmente sperava che il vecchio spartano potesse ucciderlo per liberarlo dal tormento a cui era stato condannato. Kratos, Atreus e Mímir riescono a scappare usando una nave (qui Kratos ha una visione di lui quando fronteggiò il padre nello scontro in cui lo uccise e si preoccupa che anche Atreus l'abbia vista).
 
Attivato di nuovo l'Albero del Mondo, i tre viaggiano attraverso i Nove Regni, finché non riescono a trovare la porta di Jötunheim del Lago dei Nove nel regno tra i regni, riuscendo infine a riportarla a Miðgarðr. A quel punto, Mímir rivela che, per azionare il portale, non basta usare la Runa nera, ma è necessario recuperare il suo occhio mancante e, parlando con Brok e Sindri, scoprono che si trovava nella statua di Thor che Jörmungandr aveva in precedenza divorato. Ottenuto il consenso del Serpente di entrare al suo interno, Kratos, Atreus e Mímir ritrovano l'occhio ma, non appena stanno per uscire, scoprono che Jörmungandr sta lottando ed escono dal suo corpo vicino al cadavere di Thamur. L'assalitore si rivela essere Baldur, il quale intende uccidere i due, ma Freya interviene, bloccando sia Kratos che Baldur, nel tentativo di proteggere suo figlio. Durante il combattimento, Baldur colpisce Atreus e, inaspettatamente, viene trafitto da una punta di freccia formata dal [[vischio]] che Kratos aveva usato per rinforzare la corda della faretra di Atreus, rotta in seguito a un violento scontro. Il vischio infrange l'incantesimo di Freya su di lui, in quanto il vischio era troppo giovane per prendere parte al voto della dea, e rendendolo finalmente vulnerabile. Sentendosi libero dalla maledizione che gravava su di lui, Baldur decide di uccidere sua madre, poichèpoiché l'accusa di essere la responsabile del suo tormento. Venendo fermato da Kratos e Atreus, mentre Freya decide di usare il corpo stesso di Thamur contro i due. In questo frangente, Atreus dà prova delle sue capacità parlando l'antica lingua dei giganti dicendo a Jörmungandr di fermarlo. Alla fine, Baldur viene sconfitto e, sebbene Kratos gli dia l'opportunità di ritirarsi, tenta invece di strangolare Freya, in quanto, Baldur sà che la madre non lo avrebbe mai lasciato libero della sua vita, costringendo lo spartano a spezzargli nuovamente il collo. Distrutta dal dolore, Freya giura vendetta su Kratos e lo schernisce per aver nascosto la sua vera natura al suo stesso figlio. Kratos decide così di raccontare ad Atreus e Freyja del suo passato, del patto stretto con [[Ares]] che lo ha portato a uccidere molte persone e di come, alla fine, abbia ucciso gli dèi greci, incluso il proprio padre, Zeus. Alla domanda di Atreus se il patricidio è tutto ciò che riesce bene agli dèi, Kratos risponde che entrambi devono imparare dalle loro esperienze e non ripetere gli errori dei loro predecessori e che saranno loro a scegliere chi vorranno essere davvero. Affermando che saranno dei migliori di quelli del passato. Kratos promette infine davanti ad Atreus che non permetterà mai al figlio di diventare come lui. Freya silenziosa raccoglie il corpo del figlio Baldur. Nonostante tutto, la dea nel avere assistito, Kratos raccontare la verità, delle sue origini al figlio, il suo volto sembra addolcirsi lievemente mentre li guarda. Mímir è convinto che un giorno Freyja supererà la tragedia, in quanto Kratos ha fatto la cosa giusta. Lo spartano non nutre alcuna gioia nel avere ucciso Baldur e di essersi completamente svuotato, deciso a concludere il viaggio per lasciarsi alle spalle la tragedia.
 
Giunti finalmente a Jötunheim, Kratos e Atreus, lasciata indietro la testa di Mímir, scoprono che tutti i giganti sono morti ormai da molto tempo. Cosa al quanto sconcertante, poichèpoiché tutti i passaggi per Jötunheim erano andati distrutti, impedendo ogni accesso a Odino e gli altri dei di Asgard di accedervi. Kratos e Atreus, andando all'interno di un tempio, scorgono un murale che descrive le loro avventure, dimostrando che i giganti avevano previsto tutto ciò che sarebbe accaduto. Inoltre, scoprono che Faye era una gigantessa che decise di rimanere indietro a Midgard, facendo di Atreus metà gigante, metà semidio; Atreus scopre, inoltre, il nome che le diede la madre: [[Loki (mitologia)|Loki]].<ref>Leggendo le rune [[Futhark]] incise sopra le figure sul murale, è inoltre possibile notare come sopra la testa di Faye vi sia il nome Laufey e sopra quella di Kratos, Fárbauti: rispettivamente, madre e padre del dio Loki nella mitologia norrena. Il nome Fárbauti (“crudele colpitore”) fa probabilmente riferimento al passato violento di Kratos.</ref> Prima di raggiungere la vetta, solo Kratos nota che, dietro un arazzo malridotto, si cela un ultimo murale, collocandosi dopo la battaglia con Baldur e, pertanto, nel futuro: Atreus che sorregge il corpo del padre morente, dal cui cadavere fuoriesce un'anima serpentina e aggrovigliata che si dirige verso il figlio. Infine, Kratos e Atreus adempiono alla promessa di Faye e spargono le sue ceneri sul picco che si rivela della polvere dorata. Successivamente, durante il viaggio di ritorno, Kratos rivela ad Atreus che il suo nome era anche il nome di uno spartano compassionevole e altruista, che un tempo conosceva. Atreus ammette di apprezzare di più il nome che gli ha dato il padre a differenza di Loki che lo considera strano. Quando tornano a Midgard, Mímir li informa che il [[Fimbulvetr]] è appena iniziato, dato che è stato anticipato dalle loro azioni, il che significa che presto arriverà il [[Ragnarǫk]].
 
===Finale segreto===
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*'''[[Mímir]]''': conosciuto come l’uomo più saggio dei Nove Regni, è un essere dall'aspetto di un fauno che conosce ogni cosa del mondo; inoltre, sa della vera natura di Kratos. Racconterà ogni cosa sulla storia del mondo norreno ad Atreus e Kratos.
*'''[[Freyja]]''': conosciuta inizialmente come Strega della Foresta, solo in seguito si scoprono il suo vero nome e la sua appartenenza agli dèi Vanir. È una donna molto affascinante e dotata di un grande potere magico. Come Mimir, anche lei sa chi è Kratos. È la guardiana degli animali della foresta. Si affeziona particolarmente ad Atreus, ammettendo che lui e il padre gli ricordano com’era lei una volta. Freyja era in passato, la seconda moglie e sposa di Odino, e madre del secondogenito Baldur. Tutta via, il suo matrimonio con Odino fu solo per questioni d’interesse, in quanto il re degli dei norvegesi bramava la conoscenza dei suoi poteri magici, mentre Freyja, scelse di sposarsi per il bene della pace e della sua gente. Poiché tutti credevano fermamente che per fermare il ragnarok, fosse necessario un mondo di pace e armonia. Non passò molto però che Odino tornò a essere il re tiranno e spietato di prima. Freyja non potendo più sopportare le sue crudeltà, troncò infine il matrimonio e ogni rapporto con lui. Odino furibondo, le lanciò contro varie maledizioni nefaste, tra cui; impedirle di recare danno a qualsiasi tipo di creatura vivente e di abbandonare Midgard. Nonostante Freyja avesse grandi poteri magici, Odino ormai conosceva i suoi punti deboli, riuscendo così a sopraffarla. Alla dea non restò altro che isolarsi nel bosco. Freyja può lasciare la sua casa solo per un tempo limitato. Scaduto quel tempo, il sigillo di Odino la rispedisce nel bosco. Freyja è la responsabile dell'incantesimo che ha reso il figlio Baldur invulnerabile a ogni cosa. Freyja leggendo le rune non appena Baldur nacque più di cento anni fa, scoprì con terrore, che in un prossimo futuro, il figlio sarebbe morto. Presa dal panico impose su di lui la magia che lo rese invulnerabile. Ammette però che ciò che la spinse a farlo, fu solo il suo egoismo e suoi desideri personali. Infatti, l'incantesimo è diventato una maledizione per Baldur, in quanto egli, non sente più nulla. Freyja sa che suo figlio la odia profondamente per ciò che gli ha fatto. Aiutare Kratos e Atreus è un modo per espiare le sue colpe, avvertendo lo spartano di non commettere i suoi stessi errori.
*'''Brok''': fratello nano di Sindri. Lui e suo fratello sono noti agli dèi per la costruzione del Mjöllnir per Thor; a causa delle innumerevoli morti causate dalla loro creazione, i due nani litigarono e decisero di lavorare in proprio. Brok ha la pelle di colore blu per colpa del continuo contatto fisico con l’argento. Si scopre che sono stati loro a forgiare l'ascia di Kratos che un tempo apparteneva a Feya. Essi la fabbricarono insieme poichèpoiché videro quanto lei combattesse per i deboli e i bisognosi. Brok e Sindri ammettono che stimavano molto Feya. Nonostante tutto, anch'essi sono rattristati per la sua morte.
*'''Sindri''': conosciuto anche come Eitri, è il fratello di Brok. I due sono noti agli dèi per la costruzione del Mjöllnir per Thor; a causa delle innumerevoli morti causate dalla loro creazione, i due nani litigarono e decisero di lavorare in proprio. Nonostante sia un nano e un fabbro, Sindri è terrorizzato dai germi e dal contatto fisico con gli altri. Questo, tuttavia, non gli impedisce di svolgere il suo lavoro di fabbro. Fabbricò insieme a Brok in passato l'ascia di Feya che ereditò infine Kratos dopo la sua morte. Anche Sindri come Brok sente la mancanza di Feya.
*'''[[Magni (mitologia)|Magni]]''': è il fratello di Modi ed uno dei figli di Thor. Combatte sempre in coppia col fratello Modi, nonostante l’enorme astio tra i due. Impugna un'enorme spada impregnata del potere del tuono, come il martello del padre.