Benito Juárez: differenze tra le versioni

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I liberali, entrati a [[Città del Messico]], iniziarono subito un vasto piano di riforme per modernizzare il Paese; anche Juárez vi partecipò attivamente, specie quando il vecchio compagno di lotta Álvarez divenne [[Presidente del Messico]] e lo nominò ministro della Giustizia e dei Culti. Nella nuova carica ministeriale, il politico messicano, di idee anticlericali, avviò una lotta contro i privilegi del clero e dell'esercito, emanando, il 25 novembre [[1855]] una legge per la soppressione dei tribunali ecclesiastici e militari. Dopo le dimissioni di Álvarez, l'11 dicembre, e la salita alla presidenza di Comonfort, Juárez divenne vicepresidente e governatore dello Stato di Oxaca, ma, deposto Comonfort nel gennaio [[1858]] ad opera del generale reazionario [[Félix María Zuloaga]], si ritirò con i membri del partito liberale a [[Veracruz]], dove diede vita ad un governo provvisorio. Scoppiata la guerra civile, i liberali vennero dapprima sconfitti dall'esercito del generale [[Miguel Miramón]], che nel frattempo era succeduto, il 23 dicembre [[1858]], allo stesso Zuloaga alla presidenza della Repubblica.
 
Miramòn mise d'assedio Veracruz, centro del governo provvisorio di Juárez, il quale riuscì ad accordarsi con il Governo degli Stati Uniti, che, in cambio del protettorato sugli Stati messicani di [[Sonora (stato)|Sonora]] e [[Chihuahua (stato)|Chihuahua]], confinanti con la [[California]], concesse al governo provvisorio armi, denaro e rifornimenti di vettovaglie. Grazie all'aiuto statunitense, dunque, i liberali ripresero l'iniziativa, prima costringendo le truppe di Miramón ad abbandonare l'assedio, sconfiggendolo due volte durante la ritirata, per poi riuscire a sbaragliare il presidente conservatore nella battaglia di San Miguel de Calpulalpam, il 22 dicembre [[1860]].
 
Allo stesso tempo, il presidente liberale apportò significative riforme alla Costituzione messicana, emanando provvedimenti contro i privilegi ecclesiastici e nobiliari e favorevoli ai ceti umili (legge del 12 luglio [[1859]] per la nazionalizzazione dei beni ecclesiastici; legge del 23 luglio [[1859]] per l'introduzione del matrimonio civile; legge del 4 dicembre [[1860]] per la libertà di culto). Infine Miramón, battuto, dovette abbandonare Città del Messico e rifugiarsi prima a [[Cuba]] e poi in [[Europa]]. Alla fine Juárez rientrò a [[Città del Messico]] l'11 gennaio [[1861]], e, dopo essersi vista riconosciuta la sua autorità da [[Francia]] e [[Inghilterra]], l'11 giugno dello stesso anno venne eletto [[Capi di Stato del Messico|Presidente del Messico]].