Paolo Veronese: differenze tra le versioni

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Le sue opere più famose sono elaborati cicli narrativi, eseguiti in uno stile drammatico e colorato, pieno di maestosi scenari architettonici e sfarzosi dettagli. Sono particolarmente famosi i suoi grandi dipinti rappresentanti feste bibliche, affollati di figure, che dipinse per refettori di monasteri a Venezia e Verona. Fu anche il principale pittore veneziano di soffitti. Essendo dipinte per la decorazione di palazzi ed edifici pubblici, la maggior parte di queste opere rimane ancora oggi ''in situ'', come nel caso dei dipinti per [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale a Venezia]], per la [[Chiesa di San Sebastiano (Venezia)|chiesa di San Sebastiano]] e per [[Villa Barbaro]], o almeno a Venezia, mentre le sue opere conservate nei musei, come i ritratti, hanno dimensioni più contenute e non sempre mostrano il carattere più tipico del pittore.
 
Caliari è sempre stato apprezzato per "la brillantezza cromatica della sua tavolozza, per lo splendore e la sensibilità della sua pennellata, per l'eleganza aristocratica delle sue figure e per la magnificenza del suo spettacolo", ma il suo lavoro è stato percepito "per non consentire l'espressione del profondo, umano o sublime. Del "grande trio" è stato il meno apprezzato dalla critica moderna.<ref name="Rosand107">{{Cita|Rosand, 1997|p. 107}}.</ref> L'opera di Paolo ha anticipato l'[[pittura barocca|arte barocca]], ispirando numerosi artisti come [[Annibale Carracci]], [[Sebastiano Ricci]], [[Pietro da Cortona]], [[Giambattista Tiepolo]], fino a [[Eugène Delacroix]].<ref name="Pal164"/><ref name="P8-9">{{cita|Pignatti, 1976|pp. 8-9}}.</ref>
 
== Biografia ==