L'amore dei tre re: differenze tra le versioni
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=== Primo atto ===
Siamo nel [[medioevo]], in un remoto [[castello]] d'[[Italia]] quarant'anni dopo un'[[invasioni barbariche|invasione barbarica]].
La scena rappresenta il terrazzo sulla torre del castello.
Appaiono Fiora e Avito; stanno per salutarsi dopo la notte d'amore, erano promessi sposi, ma ella era dovuta andare in sposa a Manfredo per suggellare la pace tra invasori e vinti. Si scambiano dolci parole, ma Avito si sgomenta al vedere spenta la lanterna, temendo che qualcuno sia giunto la notte a controllarli. La paura si rivela certezza al giungere di Archibaldo; Manfredo fugge, Archibaldo chiama Fiora e la interroga con chi parlava perché egli non può vedere Avito e Flaminio è solidale con i due e dichiara che Fiora è sola. Fiora dissimula abilmente alle interrogazioni, quando squillano le trombe e Flaminio annuncia il ritorno di Manfredo. Archibaldo sospettoso invita Fiora a tornare in camera per presentarsi al marito più tardi. Entra Manfredo, che si presenta come un valoroso [[cavalleria medievale|cavaliere]] medioevale, contento di rivedere il padre e la giovane sposa. Ella si presenta con dolcezza affettata, avallata dalla repressa rabbia di Archibaldo. Manfredo è felice di riabbracciare il suo "tesoro aulente" e si incammina verso la camera da letto. Archibaldo sente e rimane inorridito e implora il Signore di renderlo cieco anche nel sentire.
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