Campoleone: differenze tra le versioni

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A partire dal Cinquecento le carte topografiche riportano presso l’odierno incrocio di Campoleone, l’Osteria di Civita, per il ristoro ed il pernottamento dei viandanti. Nel corso dell’Ottocento l’Osteria venne gravemente danneggiata da un incendio doloso ed a causa del suo cattivo stato di conservazione divenne nota come Osteriaccia. Questo edificio era collocato presso la biforcazione tra la Via Nettunense e la Via Cisternense ed oggi, completamente ristrutturato, è stato adibito a tabaccaio.
 
Almeno dal secolo XVI Campoleone dava il nome a una tenuta che apparteneva ai [[Savelli (famiglia)|Savelli]] di Albano<ref>[[Jean Coste]], ''I casali della Campagna di Roma nella seconda metà del Cinquecento'', in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, XCIV, 1971, pp. 31-143</ref>, per passare agli inizi del Settecento alla famiglia [[Chigi]], con una un'estensione di 506 rubbia pari a circa 911 ettari<ref>[[Nicola Maria Nicolai]], ''Catasto annonario delle tenute dell'agro romano''..., Roma 1803, p.200</ref> e confinava con il territorio di [[Ariccia]] e con le tenute di [[Montagnano (Ardea)|Montagnano]], Tor di Bruno, Pescarella, [[Casalazzara]], Valle Oliva e Colli di S. Paolo.
 
La [[stazione di Campoleone]] rappresenta il più importante snodo ferroviario di Roma sud, è dotata di sette binari passanti ed è il punto di biforcazione della linea per [[Nettuno (Italia)|Nettuno]].