Marco Minucio Rufo: differenze tra le versioni

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Successivamente, nel [[217 a.C.]], fu nominato dal [[Senato romano|Senato]] ''[[magister equitum]]'' (maestro della cavalleria) di [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso|Quinto Fabio Massimo (il Temporeggiatore)]] all'epoca della [[seconda guerra punica]].<ref>{{cita|Polibio|III, 87, 6-9}}.</ref> In seguito divenne codittatore ma rinunciò alla sua carica.<ref name="Periochae22.6">{{cita|Periochae|22.6}}.</ref> Si mise alla testa dei malcontenti che serpeggiavano tra i soldati più giovani per la tecnica del dittatore. Non approvava la guerriglia che infatti non produceva le grandi vittorie che si aspettavano i romani.<ref name="Periochae22.6"/>
 
=== CodittatoreDittatore ===
Marco Minucio colse al volo l'opportunità di comandare le truppe quando Fabio fu richiamato a Roma per motivi religiosi<ref>{{cita|Polibio|III, 94, 9-10}}.</ref> e schierò le sue truppe contro qualche cartaginese uscito dal campo in cerca di cibo. Li uccise e esaltò il suo successo a Roma.<ref>{{cita|Polibio|III, 101 - 102}}.</ref> Il senato, che aspettava un'occasione simile, affidò la carica di [[dittatore romano|dittatore]] anche a Marco Minucio. Mai prima di allora era accaduto che ci fossero due dittatori a Roma.<ref>{{cita|Polibio|III, 103, 1-4}}.</ref> Quest'ultimo propose a Fabio di comandare l'esercito un giorno a testa ma Fabio decise che avendo strategie contrastanti sarebbe stato meglio dividere l'esercito.<ref>{{cita|Polibio|III, 103, 7-8}}.</ref>