Marco Minucio Rufo
Marco Minucio Rufo[1] (in latino Marcus Minucius Rufus; ... – Canne, 2 agosto 216 a.C.) è stato un politico, console e dittatore romano.
Marco Minucio Rufo | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Marcus Minucius Rufus |
Morte | 2 agosto 216 a.C. Canne |
Gens | Minucia |
Consolato | 221 a.C. |
Dittatura | 217 a.C. |
BiografiaModifica
Di nascita plebea, fu eletto console nel 221 a.C. con Publio Cornelio Scipione Asina; i due consoli condussero una campagna contro gli Istri, a cui inflissero sconfitte non decisive.
Successivamente, nel 217 a.C., fu nominato dal Senato magister equitum (maestro della cavalleria) di Quinto Fabio Massimo (il Temporeggiatore) all'epoca della seconda guerra punica.[2] In seguito divenne codittatore ma rinunciò alla sua carica.[3] Si mise alla testa dei malcontenti che serpeggiavano tra i soldati più giovani per la tecnica del dittatore. Non approvava la guerriglia che infatti non produceva le grandi vittorie che si aspettavano i romani.[3]
CodittatoreModifica
Marco Minucio colse al volo l'opportunità di comandare le truppe quando Fabio fu richiamato a Roma per motivi religiosi[4] e schierò le sue truppe contro qualche cartaginese uscito dal campo in cerca di cibo. Li uccise e esaltò il suo successo a Roma.[5] Il senato, che aspettava un'occasione simile, affidò la carica di dittatore anche a Marco Minucio. Mai prima di allora era accaduto che ci fossero due dittatori a Roma.[6] Quest'ultimo propose a Fabio di comandare l'esercito un giorno a testa ma Fabio decise che avendo strategie contrastanti sarebbe stato meglio dividere l'esercito.[7]
Annibale, conoscendo l'impazienza del nuovo dittatore preparò una trappola attirando l'esercito su una collina per poi accerchiarlo.[8] Minucio mandò prima pochi uomini ma fu subito costretto a mandarne di più finché tutto il suo esercito fu impiegato in battaglia.[9] Se Fabio non fosse intervenuto attaccando alle spalle il nemico, Marco Minucio Rufo sarebbe stato certamente sconfitto.[3][10] Riconoscendo la superiorità nel comando e nella tattica di Fabio, egli rinunciò alla sua carica.[11]
Si narra che Annibale vedendo Fabio scendere dalla collina disse: "la nuvola che soleva stare sui gioghi dei monti si è finalmente sciolta in tempestosa pioggia".[12]
Morì nella battaglia di Canne dell'anno seguente.
NoteModifica
- ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.3 p. 673 Archiviato il 4 maggio 2008 in Internet Archive.
- ^ Polibio, III, 87, 6-9.
- ^ a b c Periochae, 22.6.
- ^ Polibio, III, 94, 9-10.
- ^ Polibio, III, 101 - 102.
- ^ Polibio, III, 103, 1-4.
- ^ Polibio, III, 103, 7-8.
- ^ Polibio, III, 104, 1-3.
- ^ Polibio, III, 104, 4-7 e 105, 1-4.
- ^ Polibio, III, 105, 5-11.
- ^ Periochae, 22.7.
- ^ Plutarco, Vita di Fabio Massimo, 12.6.
BibliografiaModifica
- Fonti primarie
- (GRC) Appiano di Alessandria, Historia Romana (Ῥωμαϊκά), VII e VIII. Versione in inglese qui Archiviato il 20 novembre 2015 in Internet Archive..
- (LA) Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, III.
- (GRC) Polibio, Storie (Ἰστορίαι), III. Versioni in inglese disponibili qui e qui.
- (GRC) Strabone, Geografia, V. Versione in inglese disponibile qui.
- (LA) Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI-XXX.
- (LA) Tito Livio, Periochae, vol. 21-30.
- Plutarco, Vite parallele.
- Fonti storiografiche moderne
- Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Bologna, Patron, 1997, ISBN 978-88-555-2419-3.
- Giovanni Brizzi, Scipione e Annibale, la guerra per salvare Roma, Bari-Roma, Laterza, 2007, ISBN 978-88-420-8332-0.
- Guido Clemente, La guerra annibalica, in Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, XIV, Milano, Il Sole 24 ORE, 2008.
- Theodor Mommsen, Storia di Roma antica, vol.II, Milano, Sansoni, 2001, ISBN 978-88-383-1882-5.
- André Piganiol, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.
- Howard H.Scullard, Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, vol.I, Milano, BUR, 1992, ISBN 9788817119030.
Voci correlateModifica
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