Anticlericalismo: differenze tra le versioni

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[[File:Flag of the Roman Republic (19th century).svg|thumb|Bandiera della [[Repubblica Romana (Risorgimento)|Repubblica Romana]]]]
 
Il tentativo [[mazziniano]] di instaurare la [[Repubblica Romana (Risorgimento)|Repubblica Romana]] (febbraio-luglio [[1849]]) fu accompagnato da assassinii di sacerdoti, saccheggi di chiese e requisizioni forzose.<ref>Cammilleri, pp. 90-91.</ref> Nei pochi mesi di vita della Repubblica, Roma passò dalla condizione di stato tra i più arretrati d'Europa a banco di prova delle nuove idee liberali che allora si diffondevano nel continente, fondando la sua vita politica e civile su principi - quali, ''in primis'', il [[suffragio universale]] maschile, la libertà di culto e l'abolizione della [[pena di morte]] (facendo seguito, in questo caso, all'esempio del [[Granducato di Toscana]] che aveva definitivamente abolito la pena capitale nel [[1786]]) e - che sarebbero diventate realtà in Europa solo circa un secolo dopo.
 
Nella difesa di Roma dall'esercito francese, che accorse a sostenere lo Stato pontificio insieme alle armate austriache, borboniche e spagnole, perseroperse la vita numerosifra padrigli della patria tra cuialtri [[Goffredo Mameli]]. Tra i politici di maggior spicco in questa fase storica emerge la figura di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Camillo Benso Conte di Cavour]], che nel 1861, poco dopo la proclamazione dell'UnitaUnità d'Italia, formulò, inascoltato, il principio della «[[Libera Chiesa in libero Stato]]», tentando con questa principio di regolare la convivenza tra Chiesa e Stato.
 
[[File:Giuseppe Mazzini.jpg|thumb|upright|left|Giuseppe Mazzini]]
Nel [[1869]] quando venne convocato il [[Concilio Vaticano I]], a [[Napoli]] si riunì un [[Anticoncilio di Napoli|anticoncilio]] di liberi pensatori, soprattutto massoni, organizzato dal deputato [[Giuseppe Ricciardi (1808)|Giuseppe Ricciardi]]. Il Concilio Vaticano I fu poi interrotto dalla presa di Roma e non più convocato. Negli anni seguenti Roma divenne teatro di numerosi episodi di anticlericalismo, soprattutto in occasione di manifestazioni pubbliche: «fra il 1870 e il [[1881]] si possono contare oltre trenta casi gravi di intolleranza, di provocazione, talora scontri fisici».<ref>Lucetta Scaraffia ''Il contributo dei cattolici all'unificazione'' in ''I cattolici che hanno fatto l'Italia'', a cura di Lucetta Scaraffia, Lindau, Torino, 2011, p. 217</ref> Per lungo tempo il Papa, rifugiatosi in [[Vaticano]], impose ai cattolici di non partecipare alla vita pubblica del Regno d'Italia con un pronunciamento conosciuto come ''[[non expedit]]''.
 
==== Il rapporto con l'episcopato ====