Umberto I di Savoia: differenze tra le versioni
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[[Roma]] fu luogo simbolico dal momento che la sua presa aveva rappresentato il completamento dell'agognata unità nazionale. Infine, il 19 gennaio, avvenne il solenne giuramento sullo [[Statuto albertino]], nell'aula di [[Montecitorio]], alla presenza di senatori e deputati. Molti erano i problemi da affrontare per il secondo sovrano d'Italia: l'ostilità del [[Vaticano]], che, dopo la morte di [[papa Pio IX]] il 7 febbraio dello stesso anno e l'elezione al soglio di [[Leone XIII]], continuava a disconoscere il [[Regno d'Italia]]; il tentativo di bloccare sia i fermenti [[Irredentismo italiano|irredentistici]] e [[repubblicani]] che attraversavano il Paese sia i propositi anti-unitari di certi circoli politici occulti, nazionali ed esteri; l'assoluta necessità di creare un ampio fronte di riforme sociali di cui potessero godere le classi meno abbienti; il rilancio dell'economia nazionale, già da troppo tempo stagnante; e soprattutto l'urgentissimo problema di porre fine all'isolamento internazionale dell'Italia e di aumentare il suo prestigio in politica estera.
Il problema più spinoso che il suo governo dovette affrontare fu la crisi nei [[Balcani]], nata dalla recente guerra tra [[Impero russo|Russia]] e [[Impero ottomano|Turchia]], fatto per cui fu convocato dal cancelliere tedesco [[Otto von Bismarck|Bismarck]] il [[Congresso di Berlino]]. L'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]], nel timore di prendere impegni troppo gravosi, non vi ottenne nulla.
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