7Q4: differenze tra le versioni
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[[File:7Q4.png|thumb|I frammenti 7Q4, [[7Q5]] e 7Q8]]
I frammenti '''7Q4''' sono i resti di un papiro datato dal paleografo [[Colin H. Roberts]] tra il 50 a.C. e il 50 d.C., appartenente a quelli che vengono chiamati [[manoscritti del Mar Morto]], ritrovato nella grotta n 7 di [[Qumran]] e scritti con lettere greche. La loro identificazione è incerta e dibattuta<ref name=Evans>{{en}}[[Craig Evans|Craig A. Evans]], ''Holman QuickSource Guide to the Dead Sea Scrolls'', B&H Publishing Group, 2010, ISBN 9780805448528, [http://books.google.it/books?id=kzFM8e46pTYC&lpg=PA370&ots=wOx_3M8QWk&dq=%22Ernest%20Muro%22&hl=it&pg=PA369#v=onepage&q&f=false pag 369 e seg]</ref>.
==Caratteristiche==
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La tesi, che ebbe ed ha tuttora una grande eco nella divulgazione giornalistica e seppur sostenuta da altri esperti ([[Herbert Hunger]], [[Carsten Peter Thiede]], ecc...<ref>{{it}}{{cita libro| Antonio | Socci | Caccia al tesoro della grotta 7, in Alberto, Vangelo e storicità | 1995 }}</ref>), non convinse tuttavia la maggior parte degli studiosi del campo, che continuarono a considerare i frammenti come non identificati<ref name=Pazzini>[[Massimo Pazzini]], ''{{collegamento interrotto|1=[http://198.62.75.4/www1/ofm/sbf/essays/essay13.pdf I Manoscritti di Qumran e il Nuovo Testamento] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}'', in Essays n 13, Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem, 2003</ref><ref>{{en}}[[Joseph A. Fitzmyer]], ''The Dead Sea Scrolls and Christian Origin'', Wm. B. Eerdmans Publishing, 2000, ISBN 9780802846501, [http://books.google.it/books?id=9d6gq_bR1AIC&lpg=PA25&ots=_Wo7RH33EJ&dq=Muro%20Puech%20%20Callaghan&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false pag 24 e seg]</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore= Elio Jucci|titolo= I manoscritti ebraici di Qumran: A che punto siamo?|pp= 243-273|editore= Istituto Lombardo (Rend. Lett.)|data= 1995|url= http://lettere.unipv.it/seth/lombardo.pdf|formato= pdf|accesso= 1º ottobre 2012}}</ref>.
Il dibattito scientifico sul papiro 7Q4 è legato alla questione della datazione dei Vangeli. Riconoscere come autentica la [[Prima lettera a Timoteo]], e quindi contemporanea alla vita di [[Paolo di Tarso|San Paolo]], significherebbe ammettere implicitamente che i Vangeli circolavano in forma scritta già negli anni 60 d.C., giacché nella lettera Paolo cita il Vangelo definendolo Sacra Scrittura: "Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia, e: "Chi lavora ha diritto alla sua ricompensa" (1Tim 5,18). Se la prima citazione è riconducibile al [[Deuteronomio]] (25,4), la seconda va riferita al [[Vangelo di Luca]] (10,7).
Nel 1972 e 1973, in risposta alle tesi di O'Callaghan, C.H. Roberts e lo studioso canadese [[Gordon Donald Fee]] hanno proposto, in due articoli differenti, la corrispondenza tra 7Q4,1 e Num 14:23-24<ref>C.H. Roberts, "On some presumed papyrus fragments of the New Testament from Qumran," Journal of Theological Studies ns 23.2 (Oct. 1972): 446-447.</ref><ref>Gordon Fee, "Some Dissenting Notes on 7Q5=Mark 6:52-53," Journal of Biblical Literature 92 (1973): 109-12</ref>, tuttavia la tesi non ha avuto molto seguito.
Nel 1988 lo studioso tedesco Wilhelm Nebe propose l'identificazione di alcuni di questi frammenti come parte del [[libro di Enoch]].<ref>Wilhelm Nebe, ''Möglichkeit und Grenze einer Identifikation'', RevQ 13 (1988), pp. 629–33</ref> Durante gli [[anni 1990|anni novanta]] Ernest A. Muro, in base ad alcune caratteristiche fisiche del frammenti (es la direzione delle fibre presenti) e alla forma somigliante di alcune lettere, propose la tesi secondo cui 7Q4.1, 7Q4.2, 7Q8 e 7Q12 erano in origine parte di un unico papiro<ref>Muro, Ernest A., "The Greek Fragments of Enoch from Qumran Cave 7 (7Q4, 7Q8, &7Q12 = 7QEn gr = Enoch 103:3–4, 7–8)," ''Revue de Qumran'' 18 no. 70 (1997).</ref> e, con lo studioso francese [[Émile Puech]], riprese (con alcune piccole differenze) la tesi di Nebe, ipotizzando che questo, oltre ad altri frammenti della grotta 7, facessero tutti parte di una trascrizione del libro di Enoch. È da notare che frammenti in aramaico del libro di Enoch sono stati trovati nella grotta 4<ref>Frammento 4Q201, si veda {{en}}
Questa interpretazione dei frammenti, seppur non ancora confermata con sicurezza, è comunque oggi considerata più plausibile rispetto all'identificazione neotestamentaria di O'Callaghan e Thiede<ref name=Evans />. Tuttavia Thiede, nell'ambito della difesa della sua tesi, non ha esitato a contestare aspramente le ipotesi di Munro e Puech, mettendo in dubbio la possibilità dell'esistenza di una traduzione in greco di Enoch nel periodo in oggetto ed accusando i due studiosi di aver lavorato su disegni falsificati ed inventato lettere inesistenti.<ref>Carsten Peter Thiede, ''Thiede: quel papiro è davvero Marco'', pubblicato in Avvenire del 3 dicembre 2003, pag 26, e riportato da [http://www.donatocalabrese.it/jesus/archeo1.htm donatocalabrese.it] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121004231924/http://www.donatocalabrese.it/jesus/archeo1.htm |date=4 ottobre 2012 }}</ref>
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