Frontiera sul Monte Bianco: differenze tra le versioni

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Nell'aprile [[1796]] durante la [[campagna d'Italia (1796-1797)|prima Campagna d'Italia]], [[Napoleone Bonaparte]] sconfisse l'esercito del re di Sardegna nella [[battaglia di Millesimo]] e nella [[battaglia di Mondovì]]; il 23 aprile entrò in [[Cherasco]] a seguito della resa del generale [[Michelangelo Alessandro Colli-Marchini|Colli]] che chiese l'armistizio. Con l'[[armistizio di Cherasco]] a [[Vittorio Amedeo III di Savoia]] i francesi imposero dure condizioni che implicavano sia la cessione delle fortezze di [[Cuneo]], [[Ceva]], [[Alessandria]] e [[Tortona]], sia la cessione alla Francia della [[Savoia (regione storica)|Savoia]], di [[Nizza]], [[Breil-sur-Roya|Breglio]] e [[Tenda (Francia)|Tenda]]. I termini dell'armistizio furono confermati nel [[Trattato di Parigi (maggio 1796)|Trattato di Parigi]] del 15 maggio [[1796]].<ref name="nota_Parigi1796">Il trattato di Parigi del 1796 è disponibile [http://visualiseur.bnf.fr/CadresFenetre?O=NUMM-95781&M=notice&Y=Image su Gallica] (Biblioteca Nazionale di Francia-pagina 271)</ref>
 
Il confine tra il regno di Sardegna e la Francia venne tracciato allora seguendo il concetto delle creste militari: le cime più alte furono assegnate ai francesi vincenti, quelle più basse al re di Sardegna.<ref name=foglio>{{Cita webnews|autore= Giovanni Battistuzzi|url =http://www.ilfoglio.it/cronache/2015/09/09/monte-bianco-confine-tra-italia-e-francia-un-problema-di-grandeur___1-v-132572-rubriche_c150.htm|titolo = Il Monte Bianco e quel confine tra Italia e Francia: un problema di "grandeur"|data=9 settembre 2015|accesso = 189 settembrenovembre 20152019|pubblicazione=[[Il Foglio (quotidiano)|Il Foglio]]}}</ref>
 
Per la prima volta una frontiera internazionale attraversava dunque il massiccio del [[Monte Bianco]]. Secondo l'articolo 4 di quel trattato, la frontiera {{citazione| [...] passa per i punti più avanzati dal lato del Piemonte, degli altopiani, delle cime e degli altri luoghi in appresso designati, nonché delle vette o altopiani intermedi e più precisamente: iniziando dal punto in cui si riuniscono le frontiere più in là di Faucigny, del ducato di Aosta, e del Vallese, all'estremità dei ghiacciai o dei Monts-Maudits:<br>1° le cime o altopiani delle Alpi, a levante del Col-Major;<br>2° il Piccolo san Bernardo [...]|Trattato di Parigi del 15 maggio 1796, articolo 4|[...] passe par les points les plus avancés du côté du Piémont, des plateaux, sommets et autres lieux ci-après désignés, ainsi que des sommets ou plateaux intermédiaires, savoir: en commençant au point où se réunissent les frontières du ci-devant Faucigny, duché d'Aoust et du Valais, à l'extrémité des Glaciers ou Monts-Maudits:<br> 1° les sommets ou plateaux des Alpes, au levant du Col-Mayor;<br> 2° le Petit-Saint-Bernard [...]|lingua=fr}}
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A questo atto seguì un verbale di delimitazione datato secondo il [[Calendario rivoluzionario francese|calendario rivoluzionario]] al ''2 [[termidoro]], anno IV'' (2 luglio 1797). In quel periodo una delle sue interpretazioni era quella secondo la quale la frontiera sulla cima fosse visibile dai comuni di [[Chamonix]] e di [[Courmayeur]]. La cima del Monte Bianco però (così come anche il [[Monte Bianco di Courmayeur]]) essendo coperta dal [[Monte Chétif]], non era e non è visibile dal paese di Courmayeur, (al contrario di Chamonix), ma è comunque visibile da [[Courmayeur#Frazioni|La Palud]] (dove parte la funivia per il monte Bianco) e da [[Courmayeur#Frazioni|Planpincieux]], entrambe frazioni di Courmayeur. Come anche da tutta la [[Val Ferret (Italia)|Val Ferret]], territorio dello stesso comune.
 
Secondo quanto riportato in una lettera del Ministero degli esteri francese rintracciata e pubblicata dallo studioso Pino Crespi, in una carta del periodo la linea di demarcazione tra la Francia e il Regno di Sardegna, venendo da ovest ([[Aiguille de Bionnassay]]) raggiungeva la vetta del Bianco (visibile da Chamonix), scendeva verso il Monte Bianco di Courmayeur (visibile da Courmayeur), per poi andare a nord verso il [[Monte Maudit]] attraversando il colle della Brenva<ref name=nota_PinoCrespi>Si può trovare in questo sito la lettera (1946) del M.A.E (Ministero degli Affari Esteri francese) [http://www.golfeturismo.com/news/turismo_viaggi/72_Confini_di_stato_sul_Monte_Bianco.php sito che menziona l'articolo] ''Mont Blanc e Dintorni''</ref>. Si veniva così a formare nell'area tra la cima e l'[[anticima]]<ref>Secondo, {{Citazioneossia necessaria|lail definizione[[Monte Bianco di [[vettaCourmayeur]]<ref>Dal punto di vista formale il [[Monte Bianco di Courmayeur]] dovrebbe essereviene considerato come [[anticima]] del [[Monte Bianco]]}}. Infatti(cfr la{{cita sua [[prominenza topograficalibro|prominenza]]titolo=Alpi: rispettouna algrammatica Monted'alta Biancoquota|editore=Feltrinelli|autore=Paolo èPaci|anno= minore di trenta metri2003|ISBN=9788871081823|p=276}}).</ref> un cuneo, il cosiddetto ''cuneo della Brenva'' (questa interpretazione è in parte utilizzata dai francesi).
 
Questo primo episodio terminò con l'esilio di Napoleone nell'[[isola d'Elba]] e il Trattato di Parigi del 30 maggio [[1814]]<ref name="nota_Parigi1814">I Trattati di Parigi del 1814 e del 1815 sono disponibili [http://visualiseur.bnf.fr/Visualiseur?Destination=Gallica&O=NUMM-93785 su Gallica] (pagina 6)</ref> restituisce la Savoia al regno di Sardegna; il resto seguirà nel [[1815]].<ref name=foglio />
 
[[File:1823 Mont Blanc 1.jpg|thumb|Carta topografica 1/50.000 dello Stato Maggiore Sardo edita nel 1823. Una frontiera amministrativa separa il Ducato d'Aosta dal ducato di Savoia. E il tracciato passa chiaramente sulla cima del monte Bianco attraversando la calotta glaciale sommitale. Questa carta costituisce l'Allegato N.1 al Protocollo di Nizza e l'Allegato N.3 della Convenzione di Torino.]]
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=== Carta topografica del capitano Jean-Joseph Mieulet ===
 
Nel [[1865]], un cartografo dell'Esercito, il [[capitano]] Jean-Joseph Mieulet, è incaricato dello Stato Maggiore francese di redigere una carta topografica sul [[massiccio del Monte Bianco]]. Su questa carta, per la prima volta appare un tracciato alternativo a quello dell'Allegato n.3: la frontiera gira intorno alla vetta del Monte Bianco e la cima appare completamente in territorio francese.<ref name=foglio />
 
Quel tracciato, benché in contraddizione con la ''Convenzione di delimitazione'' del [[1861]], sarà riprodotto sulle edizioni successive e sarà ripreso più in là anche dall'''Institut Géographique National'', quando questo organismo civile prese il posto di quello militare.
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==I pareri degli studiosi==
 
I coniugi Laura e Giorgio Aliprandi, tra i massimi esperti di cartografia storica delle Alpi Occidentali, affermano che: «''Il Monte Bianco è franco italiano per ''tabulas'' e non come ipotesi romantica''», e la carta topografica del capitano J.J. Mieulet, di conseguenza, è un clamoroso falso storico senza alcun valore giuridico<ref name="nota_Falsostorico">[http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/27/disfida_del_Monte_Bianco_co_9_051227086.shtml Sul falso storico] della carta topografica francese</ref><ref>http: name=Aosta //www.aostasera.it/articoli/2012/08/8/23443/il-monte-bianco-non-e-francese-aliprandie-ora-che-la-verita-trionfi</ref>. Secondo gli studiosi, tra le prove inconfutabili che assegnano la vetta anche all'Italia c'è una lettera spedita da [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] nel 1860 al conte milanese [[Francesco Arese Lucini (senatore)|Francesco Arese]], incaricato da [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]] di trattare in segreto con l'imperatore le modalità dell'annessione della Savoia. In tale lettera, proprio alla vigilia della firma del Trattato di cessione, viene chiarito che nella vetta del Bianco il confine sarebbe stato l'allora limite amministrativo tra la Savoia e la Valle d'Aosta. La risposta di Napoleone III (''..La conséquence naturelle de cette cession serait de prendre comme frontières le limites administratives d'aujourd'hui''), secondo gli studiosi, chiarisce che anche sul massiccio del Bianco, oltre che nella sua vetta, la frontiera correva allora unanimemente sullo spartiacque in quanto il limite amministrativo tra i due ducati sabaudi risultava chiaramente tracciato sulla linea spartiacque in due cartografie del Regno sardo del 1823 (F. Muletti) e del 1845 (V. Brambilla)<ref>{{Cita web|autore= Mario Valenza|url = http://www.ilgiornale.it/news/cronache/chi-vetta-monte-bianco-1175945.html|titolo = Di chi è la vetta del Monte Bianco?|accesso = 2015-09-09}}</ref>,<ref>{{Cita web|autore = Laura e Giorgio Aliprandi|url = http://www.milanoinvetta.it/pdf/3420142.pdf|titolo = Monte Bianco. La soluzione definitiva. Club Alpino italiano|accesso = 2015-09-09|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151003102047/http://www.milanoinvetta.it/pdf/3420142.pdf|dataarchivio = 3 ottobre 2015}}</ref>.
 
Nel novembre del [[2013]] lo storico transalpino sulle Alpi francesi Paul Guichonnet insieme alla guida alpina Christian Mollier di Chamonix, in un libro che ha destato scalpore oltralpe, prendendo in esame la questione dei confini sul massiccio del Monte Bianco afferma che la vetta del "Tetto d'Europa" è in condivisione con l'Italia<ref>{{cita news|url=http://www.ledauphine.com/actualite/2013/12/02/la-verite-sur-la-propriete-du-mont-blanc-un-livre-tranche-pour-chamonix-et-l-italie|lingua=fr|pubblicazione=Le Dauphiné libéré|titolo=La vérité sur la propriété du mont Blanc: un livre tranche pour Chamonix et l’Italie!|accesso= 1º novembre 2019|data=2 dicembre 2013}}</ref>.