Boi: differenze tra le versioni

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Di loro ci parla lo stesso [[Plutarco]] nella ''Vita di [[Romolo]]''. Egli narrando dell'episodio della giovane fanciulla [[Tarpeia]], al tempo del [[fondazione di Roma|primo fondatore di Roma]], [[Romolo]], sosteneva vi fosse una seconda versione a quella ufficialmente accettata dalla storiografica dell'epoca, secondo la quale, per quanto inverosimile, Tarpeia avrebbe consegnato la [[Campidoglio|rocca capitolina]], non già ai [[Sabini]] bensì ai [[Celti]] ''Boii'', poiché si era innamorata del loro re. La stessa sarebbe stata, infine, gettata nel fiume [[Po]] ricoperta dalle loro armi.<ref name="Plutarco17.6">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 17, 6.</ref>
 
Un suo ramo migrò agli inizi del [[V secolo a.C.|quinto secolo a.C.]] (forse dall'[[Aquitania]]) in [[Italia]] nella valle padana attraverso il [[passo del San Gottardo]], e sostituendosi agli [[Etruschi]] della città di ''VelznaFelzna'' (nome [[lingua latina|latinizzato]] in ''[[Felsina]]''), l'odierna [[Bologna]],. cheNon dasi quelconosce momentoil nome dato dai Boi alla città conquistata, ma si chiamòpresume che il nome latino ''[[Bononia]]'' tragga origine dal toponimo usato dai Boi.
 
La storia riportata da [[Polibio]] narra che i Boi arrivarono a ''Felsina'' chiamati da Ateste, ricco commerciante felsineo che voleva vendicarsi dei suoi concittadini che non gli avevano riconosciuto dei diritti sul patrimonio del giovane [[Lucumone]], di cui era tutore. Sempre la leggenda narra che nemmeno i Boi diedero ragione ad Ateste, ma che i doni da lui portati ai Celti li conquistarono a tal punto che questi decisero di trasferirsi dove i doni erano prodotti.