Italia rinascimentale: differenze tra le versioni

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Il Sud invece, nonostante l'unità territoriale realizzata fin dal [[XII secolo]], non era venuta a formandosi una borghesia dinamica ma perduravano le antiche strutture [[Feudalesimo|feudali]] fondate sul privilegio e una tendenza alla concentrazione fondiaria nelle mani di un forte ceto baronale. Inoltre le attività commerciali e finanziarie erano gestite quasi interamente da banchieri stranieri, soprattutto fiorentini e [[Catalogna|catalani]], che concedevano prestiti alla Corona e realizzavano profitti destinati ad essere reinvestiti altrove.
L'età rinascimentale fu inoltre interessata da un processo di costante incremento della popolazione seguito al crollo demografico del Trecento, dovuto al flagello della [[peste bubbonica]]. L'aumento si verificò in maniera piuttosto generalizzata in tutta Europa e vide l'Italia settentrionale al secondo posto per densità abitativa (40 abitanti per km²) dopo i [[Paesi Bassi]]<ref>Giardina, Sabbatucci, Vidotto, ''Profili storici'' vol. 1, Editori Laterza, Roma-Bari 1997, p. 408</ref>. Nel [[1550]], nella fase conclusiva del periodo rinascimentale, la città più popolosa d'Italia era Napoli, con circa 210.000 abitanti, seguita da Venezia (160.000), Milano e [[Palermo]] (entrambe 70.000)<ref>''ibid.'' p. 409</ref>.
 
Nel settore economico nell'Italia rinascimentale assunse una certa rilevanza il settore della produzione dei tessuti di seta: tra l'altro nel [[1465]] veniva istituito a Napoli da [[Ferdinando I d'Aragona]] il [[Consolato dell'Arte della Seta]]<ref>[http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it/asna-web/scheda/anagrafe/IT-ASNA-00032631/Consolato-dell-arte-della-seta-1514-1816-.html Archivio di Stato Napoli]</ref>. La corporazione ebbe sede in Napoli, nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo. Il tribunale era composto da tre consoli eletti ogni anno i quali nominavano un assessore, un coadiutore fiscale, un avvocato dei poveri ed un procuratore. Decidevano le questioni riguardanti l'esercizio del mestiere e le controversie che insorgevano tra i membri dell'Arte.
Il sovrano aragonese cercò di attirare a Napoli i più abili artigiani da Venezia, Genova e Firenze con esenzioni doganali per le materie prime e macchinari e concedendo loro diritti di cittadinanza e privilegi giurisdizionali. Stesse procedure si misero in atto nella città di Catanzaro il [[30 marzo]] [[1519]] da parte dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo]]<ref>[http://www.calabriafocus.it/2019/03/29/seta-catanzaro-festeggia-il-cinquecentenario-un-glorioso-ma-dimenticato-passato/ ''Calabria focus'']</ref>.
 
==Note==