Antonio Ranieri: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Diffidato per le sue idee dalla [[polizia borbonica]], girovagò in vari paesi stranieri. Ritornato in [[Italia]] e stabilitosi a [[Firenze]], strinse una grande e intima amicizia con il poeta [[Giacomo Leopardi]]. Ritornato a [[Napoli]], presso la sua famiglia, gli diede ospitalità nella propria casa, avendo cura di lui, con l'aiuto della sorella Paulina RanieriPaolina, poi con devozione fraterna fino alla morte. A sue spese gli fece innalzare un monumento e pubblicò le [[Opere di Giacomo Leopardi|opere leopardiane]], assieme a una biografia del poeta, per la [[casa editrice]] [[Le Monnier]] a [[Firenze]] ([[1843]]-[[1845]]).
 
Visitando a Napoli l'ospizio degli orfanelli, nel [[1839]] scrisse poi il romanzo ''Ginevra o l'orfanella della Nunziata'', nel quale svelava i gravi abusi perpetrati in quell'ospizio di trovatelli, suscitando così l'odio della polizia per cui dovette scontare 45 giorni di carcere<ref>''[http://archiviostorico.corriere.it/2008/gennaio/30/libro_che_porto_cella_amico_co_9_080130041.shtml Il libro che portò in cella l'amico di Leopardi]'', di Ottavio Rossani, ''Corriere della Sera'', 30 gennaio 2008, p. 42, Archivio.</ref> (immediatamente sequestrato, il romanzo aveva avuto un'enorme circolazione clandestina). Due anni dopo pubblicò anche la ''Storia d'Italia dal V al IX secolo ovvero da Teodosio a Carlo Magno'', nella quale mostrava i mali d'Italia in conseguenza del potere temporale dei papi: il libro gli valse nuove inimicizie. Nel [[1842]] decise di pubblicare un romanzo filosofico, ''Il frate Rocco''.