Basilica di San Prospero: differenze tra le versioni

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→‎Esterno: doppia quadra
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La facciata risale alla metà del Settecento, opera di G.B. Cattani, e ospita undici statue di santi protettori e dottori della Chiesa. Al limite del sagrato sono collocati sei caratteristici leoni in marmo rosso di Verona la cui destinazione originale era di sostenere sei colonne per costruire tre pronai davanti alle tre porte della basilica. Le sculture (1503) sono tradizionalmente attribuite allo scultore reggiano [[Gaspare Bigi]] e non furono mai terminate.
 
I leoni furono sistemati nell'attuale posizione nel 1748. Si propende, nell'ambito della storia dell'arte, la teoria per cui questi manufatti siano in realtà stati riutilizzati nella prima ricostruzione [[XV secolo|cinquecentesca]] e siano, per la loro arcaicità, di epoca precedente, probabilmente romanica. Al sopracitato scultore reggiano verrebbero attribuiti esclusivamente i basamenti, in uno dei quali è presente il profilo di Girolamo Pratonieri, nobile reggiano, finanziatore della ricostruzione. È solito trovare bambini a cavalcioni su questi animali. Ormai è diventato un costume inappropriato e infatti sarebbe vietato dal comune.
 
A destra della facciata si erge il campanile ottagonale incompleto, ideato da Cristoforo Ricci e riveduto nel progetto da [[Giulio Romano]].