Poetae novi: differenze tra le versioni

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I '''''poetae novi''''', detti anche '''''cantores Euphorionis''''' o '''''neoterici''''', furono [[:categoria:poeti romani|poeti romani]] in [[lingua latina]], quasi tutti provenienti dalla [[Gallia Cisalpina]], che operarono a [[Roma antica|Roma]] nella prima metà del [[I secolo a.C.]], inaugurando una [[Poesia neoterica|nuova poetica]], la '''poesia neoterica'''.
 
== Nome ==
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== Temi ==
{{vedi anche|Poesia neoterica}}
Iniziati all'arte poetica da [[Partenio di Nicea]] ed educati idealmente alla scuola di [[Valerio Catone]], dichiararono guerra ai lunghi poemi di imitazione [[Quinto Ennio|enniana]], preferendo gli [[Epillio|epilli]], i ''[[carmina docta]]'', la [[poesia lirica]].
 
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== Storia ==
 
Modello ispiratore del neoterismo era l'[[Alessandria d'Egitto|alessandrino]] [[Callimaco]]<ref>Morelli Alfredo Mario, ''Il callimachismo del carme 4 di Catullo'', Stilgraf, Paideia: rivista di filologia, ermeneutica e critica letteraria: LXX, 2015.</ref>, la cui opera affermava i principi poi ripresi dai ''poetae novi:''
*''Brevitas'': componimenti molto brevi, erano convinti che solamente un carme di piccole dimensioni potesse esser composto con la necessaria cura per farne un'opera veramente raffinata;
 
*''Brevitas'': Componimenti molto brevi
:[[Epigrammi|Ep]]. XXVIII, 1: {{Polytonic|Ἐχθαίρω τὸ ποίημα τὸ κυκλικόν}} ("Odio il poema ciclico") da cui deriva l'epigramma.
*''Labor limae'': componimenti molto ricercati e raffinati stilisticamente, e quindi "leggeri e disimpegnati" solamente nei contenuti, ma non nella forma poiché veniva impiegato il massimo impegno. Questa tecnica consisteva in una continua ed accurata revisione dei propri componimenti, con lo scopo di raggiungere l'estrema perfezione dal punto di vista stilistico e letterario;
*''Labor limae'': ricerca stilistica ed instancabile perfezionamento della forma.
*''Doctrina'': conoscenza di tutto un patrimonio di conoscenze mitologiche, letterarie, geografiche, linguistiche del mondo greco. Per questo saranno anche detti ''docti'' (dotti)
*''Doctrina'': Riferimenti molto ricercati sia dal punto di vista [[mitologia|mitografico]] che [[geografia|geografico]].
:''[[Aetia]]'', vv. 30-31 {{Polytonic|ἐνὶ τοῖς γὰρ ἀείδομεν οἳ λιγὺν ἦχον / τέττιγος, θόρυβον δ'οὐκ ἐφίλησαν ὄνων}} ("noi cantiamo infatti per coloro che amarono l'armonioso suono delle cicale e non il raglio degli asini").
*Individualismo: i neoterici tendono ad astrarsi dalla vita politica e a concentrarsi su se stessi.
 
Già verso la fine del [[II secolo a.C.]] si erano già fatti sentire a Roma prima del neoterismo i primi influssi alessandrini e callimachei con il circolo di [[Quinto Lutazio Catulo (console 102 a.C.)|Lutazio Catulo]], il cui personaggio di maggior rilievo, [[Levio]], scrisse un'opera dal titolo ''Erotopaegnia'' (scherzi d'amore).
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Tra gli altri poeti appartenenti al gruppo dei ''poetae novi'' si può annoverare [[Marco Furio Bibaculo|Furio Bibaculo]], [[Publio Terenzio Varrone Atacino|Varrone Atacino]], [[Gaio Elvio Cinna|Elvio Cinna]], [[Gaio Licinio Macro Calvo|Licinio Calvo]], anche se il più grande fra tutti fu [[Gaio Valerio Catullo|Catullo]] la cui opera è giunta fino a noi, mentre degli altri ci rimane qualche raro titolo o frammento.
 
== Influenze dalla poesia ellenistica ==
La poesia neoterica è chiaramente ispirata alle concezioni [[alessandrinismo|alessandrine]]. Il maggior esponente dell'estetica alessandrina è [[Callimaco]].
Egli in una sua [[elegia]] collocata all'inizio degli ''[[Aitia]]'' esprime una polemica contro i poeti tradizionali dicendo:
{{citazione|"[...] Contro la mia poesia mormorano i [[Telchini]]-gente ignorante che della musa non è amica- poiché su re o eroi un poema unico e continuato non ho realizzato in molti versi [...] ma in breve svolgo il mio canto come un bambino, anche se non poche sono le decine dei miei anni."}}
 
Famosa è anche l'espressione «μέγα βιβλίον μέγα κακόν» (''[[mèga biblìon, mèga kakòn]]''), ossia «grande libro, grande male». In queste espressioni è chiaramente e completamente riscontrabile il manifesto della poetica alessandrina. Questa aveva quindi una chiara avversione verso i tradizionali poemi epici che narravano di eroi poiché erano una lunga narrazione in versi esametri, e in quanto tale secondo Callimaco il poeta ([[aedo]] o [[rapsodo]]) non poteva curarne l'eleganza e la raffinatezza.
 
La poesia secondo Callimaco doveva essere una creazione lieve, delicata, breve nell'estensione (oligóstichos) ma estremamente rifinita e raffinata, rifiutando la grandiosità e la magniloquenza dell'epos (la poesia epica, per esempio quella di [[Omero]]).
 
La poesia alessandrina era così composta in forme più agili e meno impegnative dell'epos: [[epigramma]], [[giambo]], [[elegia]] e [[epillio]] (poemetto mitologico, con cui Callimaco aveva tentato di rinnovare l'epica tradizionale).
 
Il manifesto poetico callimacheo fu pienamente assunto anche dai neoteroi.
 
== Programma poetico neoterico ==
Nel carme 95 di [[Gaio Valerio Catullo]] emerge chiaramente il programma poetico dei neoteroi:
{{citazione|La Zmyrna del mio Cinna dopo nove estati e nove inverni<br/>
che è stata cominciata infine è stata pubblicata,<br/>
mentre Ortensio (ha scritto) 500 mila versi (in un anno)<br/>
. . . . . . .<br/>
la Zmyrna giungerà ben addentro fino alle profonde acque del Satraco,<br/>
a lungo i secoli canuti leggeranno la Zmyrna.<br/>
Ma gli Annali di Volusio finiranno sulle rive del Po<br/>
e spesso forniranno ampi involucri per gli sgombri.<br/>
I piccoli capolavori del mio (amico) mi stiano a cuore<br/>
invece il popolo si rallegri con il presuntuoso Antimaco.||
Zmyrna mei Cinnae nonam post denique messem<br/>
quam coepta est nonamque edita post hiemem,<br/>
milia cum interea quingenta Hortensius uno<br/>
. . . . . . .<br/>
Zmyrna cavas Satrachi penitus mittetur ad undas,<br/>
Zmyrnam cana diu saecula pervoluent.<br/>
at Volusi annales Paduam morientur ad ipsam<br/>
et laxas scombris saepe dabunt tunicas.<br/>
Parva mei mihi sint cordi monimenta...,<br/>
at populus tumido gaudeat Antimacho."|lingua=La}}
 
Il titolo stesso del componimento (''Zmyrna'') è indice della ricercatezza formale, ''[[Zmyrna]]'' è una variante più rara per ''[[Cinira e Mirra|Myrrha]]''. Il mito stesso è raro e poco conosciuto.
Del carme ''Zmyrna'' si conservano solo tre versi, le testimonianze più antiche lo presentano come un componimento così dotto da risultare astruso e oscuro, che necessita di approfonditi commenti filologici per esser compreso.
 
== Esponenti della poesia neoterica ==
Il maggior esponente della poesia neoterica è [[Gaio Valerio Catullo]].
Gli altri sono:
*[[Gaio Elvio Cinna]]
*[[Publio Valerio Catone]]
*[[Marco Furio Bibaculo]]
*[[Publio Terenzio Varrone|Publio Terenzio Varrone Atacino]]
*[[Gaio Licinio Calvo]]
*[[Quinto Lutazio Catulo (console 102 a.C.)|Quinto Lutazio Catulo]]
 
== Note ==