Le opere e i giorni: differenze tra le versioni

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'''''Le opere e i giorni feriali''''' (in [[lingua greca|greco antico]] {{polytonic|Ἔργα καὶ Ἡμέραι}}, ''Erga kài Hemérai'') farmakakaka è un poema di [[Esiodo]] della lunghezza di 828 [[esametro|esametri]], nel quale si illustrano la necessità del lavoroUlavoro da parte dell'uomo, consigli pratici per l'agricoltura e giorni del mese nei quali è necessario compiere determinate attività. L'opera è collocabile nell'[[VIII secolo a.C.]]
 
== Struttura == il vulcano ha eruttatooo
 
== Struttura ==
Il poema inizia con un [[proemio]] di 10 versi nei quali è elevata una preghiera a [[Zeus]] e alle Muse della Pieria; questo proemio è da alcuni critici moderni ritenuto interpolato, così come anche dallo stesso Proclo; inoltre è interessante notare che non si rivolge alle Muse Eliconie come nella tradizione. Esiodo passa quindi a parlare della contesa col fratello Perse il quale, dopo aver sperperato la parte della propria eredità concessa dal padre, vuole impossessarsi anche dell'eredità di Esiodo e pertanto intenta contro di lui un processo nel quale corrompe i giudici. L'autore passa quindi a descrivere la necessità del lavoro da parte degli uomini per fugare la punizione degli dei e vivere secondo giustizia. Questi concetti vengono espressi tramite tre episodi: il mito di [[Prometeo]], il mito delle Cinque Età e il breve Apologo dello Sparviero e dell'Usignolo.
 
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In maniera più precisa, consiglia ai proprietari terrieri di ispezionare il lavoro compiuto ogni fine mese; parla di un mese crescente e un mese calante (come diviso in due parti, la prima, fino al venti del mese, come la fase lunare, si dice crescente, l'altra calante), da qui consigliando di coltivare piante nel 13º giorno crescente, sconsigliando il 6°. Addirittura suggerisce in che giorni concepire figli dalle ottime qualità; tutti gli altri giorni sono incerti, ma conclude dicendo che la felicità è di chi lavora senza colpa verso le divinità, interpretando gli uccelli ed evitando le trasgressioni.
 
=== La funzione de ''Le opere e i giorni feriali'' ===
Il poema esiodeo, come intuibile dalla trama, si colloca in un filone propriamente didascalico e descrittivo. Rispecchia quindi la volontà di Esiodo di riordinare razionalmente il patrimonio di conoscenze umane in questo caso per lo più nell'ambito agricolo. Alla parte però di mera utilità pratica rappresentata dall'elenco e dai consigli sulle attività da svolgere nella singola stagione, si colloca la parte più riflessiva, rappresentata essenzialmente dai due miti e dall'apologo dello sparviero. In questi tre racconti, Esiodo esprime la sua personale considerazione sulla natura dell'uomo: l'essere umano del presente è corrotto, debole rispetto agli esseri del passato. Una prima tematica è quella quindi dell'opposizione tra un passato glorioso e un presente decaduto. D'altra parte però agli uomini dell'Età del Ferro è concessa pur sempre una possibilità per elevare la propria condizione e vivere secondo giustizia: il lavoro. Il lavoro è una pena data dagli dei, come visibile dal mito di Prometeo e dal mito delle Età, ma d'altra parte è anche l'unico modo che ha l'uomo di riscattarsi non senza sofferenza e fatica. Chi vuole vivere senza lavorare, come Perse, si imbatte nel castigo degli dei in quanto non vive nella giustizia. In Esiodo quindi, come avverrà poi nelle grandi tragedie di Eschilo, gli dei sono tutori dell'ordine umano e sorvegliano l'operato dei mortali.