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'''Teramene''', figlio di [[Agnone (politico)|Agnone]] del [[Stiria (demo)|demo di Stiria]] (
Nato nell'isola di [[Coo]] da [[Agnone (politico)|Agnone]] ma cittadino [[Atene|ateniese]], '''Teramene''' fu uno dei fautori del [[colpo di Stato]] oligarchico [[Atene|ateniese]] del
Successivamente si oppose a tale regime, sostituendolo con l'[[assemblea dei Cinquemila]] che, dopo aver eliminato i principali esponenti dei Quattrocento, nel 409 restaurò pienamente la democrazia. Dopo aver ricoperto la carica di [[stratego]], fu [[trierarchia|trierarca]] durante la [[battaglia delle Arginuse]] del
Nel conseguente [[Processo delle Arginuse|processo]], fu accusato assieme agli altri ufficiali di aver abbandonato i naufraghi al loro destino. Teramene fu assolto a scapito degli strateghi suoi superiori che furono invece condannati a morte. Dopo la sconfitta ateniese nella [[battaglia di Egospotami]] (
Tornato in patria, convinse l'assemblea ad accettare le condizioni degli Spartani, che implicavano la demolizione delle [[Lunghe Mura]]. Dopo la costituzione del regime oligarchico filo-spartano dei [[Trenta tiranni]], del quale fece parte, venne in contrasto con [[Crizia]], il capo dei Trenta, per il suo governo repressivo e sanguinario e fu da questi costretto al suicidio ([[404 a.C.]]).
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