Monumento a Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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=== Dopo l'inaugurazione ===
Subito dopo l'inaugurazione [[papa Leone XIII]] rimase l'intero giorno a digiunare inginocchiato davanti alla statua di [[San Pietro]], pregando contro «la lotta ad oltranza contro la religione cattolica»<ref>Enzo Mazzi, ''Giordano Bruno'', Manifestolibri, Roma 2000.</ref>. Poco prima dell'inaugurazione il papa minacciò di abbandonare Roma per rifugiarsi in Austria, qualora la statua fosse stata scoperta al pubblico. Il Primo Ministro italiano [[Francesco Crispi]] a tale intenzione rispose: «Se Sua Santità dovesse andare via dall’Italia non potrà più tornare»<ref name="sta">[http://www.enricomeloni.altervista.org/giordanobruno1.htm ''Giordano Bruno. III. LE VICENDE DELLA STATUA''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170310155706/http://www.enricomeloni.altervista.org/giordanobruno1.htm |date=10 marzo 2017 }}.</ref>. La chiesaChiesa non riuscì a digerire la questione della statua e all'epoca dei [[Patti Lateranensi]], siglati tra [[Benito Mussolini]] e [[Papa Pio XI|Pio XI]] l’11 febbraio [[1929]], i cattolici chiesero la rimozione della statua e l’erezione al suo posto di una cappella di espiazione al cuoreSacro santissimoCuore di Gesù. Mussolini però non accettò, probabilmente perché ricordava i disordini accaduti non molti anni prima e; inoltre [[Giovanni Gentile]], il filosofo del fascismo, era un estimatore di Giordano Bruno. Nonostante ciò comunque il duce garantì che non si sarebbero più tenute manifestazioni per commemorare Giordano Bruno e a riguardo pronunciò anche un discorso alla [[Camera dei deputati|Camera dei Deputati]] il 13 maggio [[1929]]:
 
{{Citazione|Bisogna che io dichiari che la statua di Giordano Bruno, malinconica come il destino di questo frate, resterà dove è. È vero che quando fu collocata in Campo di Fiori, ci furono delle proteste violentissime; perfino Ruggero Bonghi era contrario, e fu fischiato dagli studenti di Roma; ma ormai ho l’impressione che parrebbe di incrudelire contro questo filosofo, che se errò e persisté nell’errore, pagò. |[[Benito Mussolini]]}}