La camera di Vincent ad Arles: differenze tra le versioni

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Proseguendo la visione verso sinistra troviamo una finestra: Vincent la lascia semiaperta, in modo tale da lasciar intuire l'esistenza di altri spazi, estranei per forza di cose alla superficie pittorica, e soprattutto per lasciar «respirare» il dipinto, «eliminando qualsiasi rischio di claustrofobia percettiva» (Federica Armiraglio). Ancora a sinistra vi è uno specchio sporco e bianco appeso alla parete, e al di sotto di questo si erge un tavolino recante l'oggettistica da bagno, con una bacinella, una brocca, un bicchiere, una bottiglia, un piatto e una spazzola al di sopra di esso. Sempre a sinistra, infine, vi sono un asciugamano penzolante da un chiodo e una porta lasciata semichiusa. La visione viene infine completata da due sedie di vimini, l'una posta accanto al letto (Vincent forse la utilizzava come comodino d'emergenza) e l'altra accostata alla parete. Sono vuote: sono, infatti, una metafora ossessiva dell’assenza, forse dell'amico Gauguin, forse della donna della sua vita, così a lungo favoleggiata, ma mai incontrata.
 
==Tecnica==
== Tecnica olioOlio su tela (rosso e verde, giallo e viola, blu e arancio, cui viene aggiunto il nero in veste di controbilanciatore cromatico),<ref>{{cita web|editore=Zanichelli|url=http://online.scuola.zanichelli.it/guardarecapirefare/wp-content/uploads/file/bersi/pdf/BERSI_A_realismo_camera.pdf|titolo=Vincent Van Gogh, La camera}}</ref> è qui subordinata alla soggettività dell'artista, e invero gioca un ruolo fondamentale in quest'opera. Di seguito si riporta un commento dello stesso van Gogh al riguardo ==
{{citazione|Ho fatto, sempre per uso mio, un quadro largo 30 della mia camera da letto, con i mobili di legno che conoscete. Ebbene, mi ha enormemente divertito fare questo interno senza nulla, con una semplicità alla Seurat.<br>A tinte piatte ma stese grossolanamente, a pieno impasto, i muri di un lilla pallido, il pavimento di un rosso spezzato e stinto, le sedie e il letto giallo cromo, i cuscini e il lenzuolo di un verde limone molto pallido, la coperta rosso sangue, la toeletta arancione, il catino blu, la finestra verde. Avrei voluto esprimere un assoluto riposo con tutti questi toni così diversi, lo vedete, e in cui di bianco non c'è che la piccola nota data dallo specchio con la cornice nera|Vincent van Gogh<ref>{{cita web|url=http://www.roberto-crosio.net/1_citta/internii.htm|titolo=La dimensione privata della città. Dal decoro borghese all'esasperata banalità del quotidiano}}</ref>}}