Museo nazionale del cinema: differenze tra le versioni

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{{NN|musei|maggio 2020}}
{{Museo
|Nome = Museo nazionale del cinema "Fondazione Maria Adriana Prolo"
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|Direttore =
|Data di apertura =
|Visitatori = 720674.657 243
|Note visitatori = <ref>{{cita news|url=https://www.cronacaquirbcasting.itcom/torinoaltri-articoli/boom-visitatori-al2020/01/01/il-museo-nazionale-del-cinema-di-torino-5chiude-nelin-2017.htmlpositivo-il-2019-3-8-di-visitatori/|pubblicazione=Cronaca Quirbcasting.com|titolo=BoomIl diMuseo visitatori al MuseoNazionale del Cinema di Torino: +5%chiude positivamente nelil 20172019|data=1º gennaio 20182020|accesso=1517 marzomaggio 20182020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/2018031602302720200517173816/https://www.cronacaquirbcasting.itcom/torino/boomaltri-visitatori-alarticoli/2020/01/01/il-museo-nazionale-del-cinema-di-torino-5chiude-nelin-2017.htmlpositivo-il-2019-3-8-di-visitatori/|dataarchivio=1617 marzomaggio 20182020|urlmorto=sì}}</ref>
|Anno visitatori = 20172019
}}
 
Tra i più importanti al mondo per la ricchezza del patrimonio e la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative, il '''Museo Nazionale del Cinema''' deve la sua unicità alla peculiarità dell’allestimento espositivo<ref name="MNC2000">{{cita news|titolo=Il mio Museo del Cinema|pubblicazione=La Stampa|anno=2000|numero=194 |p=39}}</ref>. Ospitato alla [[Mole Antonelliana]], monumento simbolo di Torino, il Museo si sviluppa a spirale verso l’alto, su più livelli espositivi, dando vita a una presentazione spettacolare delle sue straordinarie collezioni e ripercorrendo la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri, in un suggestivo itinerario interattivo<ref>{{cita libro | autore=Oliviero Stock | wkautore=Oliviero Stock | editore=Springer Science & Business Media | anno=2007 | p=501 | titolo=PEACH - Intelligent Interfaces for Museum Visits | lingua=EN | ISBN=9783540687559}}</ref>. In una cornice di scenografie, proiezioni e giochi di luce, arricchita dall'esposizione di fotografie, bozzetti e oggetti, i percorsi di visita danno vita a una presentazione spettacolare e consentono di scoprire in prima persona i segreti nascosti dietro la macchina da presa e le fasi che precedono la proiezione del film. Il Museo racchiude e illustra tutta la storia del cinema in un itinerario fantastico e interattivo: dal teatro d’ombre e le prime affascinanti lanterne magiche che hanno costituito la preistoria della “settima arte”, ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni<ref>{{cita libro | autore=Sara Cabras | wkautore=Sara Cabras | editore=EDT srl | anno=2017 | titolo=Torino Pocket | ISBN=9788859240259}}</ref>.
[[File:Museo nazionale del Cinema - Cabiria (Turin).jpg|right|thumb|Statua del dio Moloch, usata nel film ''[[Cabiria]]'' (1914)]]
 
Tra i più importanti al mondo per la ricchezza del patrimonio e la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative, il '''Museo Nazionale del Cinema''' deve la sua unicità alla peculiarità dell’allestimento espositivo. Ospitato alla [[Mole Antonelliana]], monumento simbolo di Torino, il Museo si sviluppa a spirale verso l’alto, su più livelli espositivi, dando vita a una presentazione spettacolare delle sue straordinarie collezioni e ripercorrendo la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri, in un suggestivo itinerario interattivo. In una cornice di scenografie, proiezioni e giochi di luce, arricchita dall'esposizione di fotografie, bozzetti e oggetti, i percorsi di visita danno vita a una presentazione spettacolare e consentono di scoprire in prima persona i segreti nascosti dietro la macchina da presa e le fasi che precedono la proiezione del film. Il Museo racchiude e illustra tutta la storia del cinema in un itinerario fantastico e interattivo: dal teatro d’ombre e le prime affascinanti lanterne magiche che hanno costituito la preistoria della “settima arte”, ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni.
 
== Allestimento ==
Nel progettare l’allestimento museale, lo scenografo svizzero François Confino<ref>{{cita web |editore=arte.it |titolo=Museo Nazionale del Cinema|url=http://arte.it/luogo/museo-nazionale-del-cinema-636 |urlmorto=sì |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20200517152440/http://arte.it/luogo/museo-nazionale-del-cinema-636|dataarchivio=17 maggio 2020 }}</ref>, non ha dovuto soltanto tener conto delle caratteristiche dell’edificio che lo ospita ma, seguendo il crescendo antonelliano, ha sovrapposto livelli diversi di lettura, combinando le necessità di un rigoroso impianto scientifico con le esigenze di una presentazione spettacolare che si propone di riprodurre e giocare con i meccanismi della fascinazione che sono alla base della rappresentazione cinematografica. Il museo si sviluppa a spirale verso l'alto su più livelli espositivi che ripercorrono la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri. Al piano dedicato all''''Archeologia del Cinema'''<ref>{{cita web |editore=fashionnewsmagazine.com |titolo=Archeologia del Cinema|url=https://www.fashionnewsmagazine.com/2013/12/09/archeologia-del-cinema/ |urlmorto=sì |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20200517153129/https://www.fashionnewsmagazine.com/2013/12/09/archeologia-del-cinema/|dataarchivio=17 maggio 2020 }}</ref> si possono visitare otto aree tematiche per sperimentare in prima persona gli spettacoli ottici e i dispositivi che hanno segnato alcune tappe fondamentali per la nascita del cinema. Cuore spettacolare del Museo è l’'''Aula del Tempio''', circondata da aree espositive dedicate ai grandi generi della storia del cinema, più un’area dedicata al capolavoro del cinema muto italiano, ''Cabiria'' e una a Torino “Città del Cinema”. Dall’Aula si accede alla '''Rampa''' '''elicoidale''' che, come una pellicola cinematografica, si srotola a salire verso la cupola: il percorso è sede delle mostre temporanee e permette di ammirare dall’alto l’Aula in una visione spettacolare e mozzafiato. La '''Macchina del Cinema''' illustra le diverse componenti e fasi dell’industria del film: gli studi di produzione, la regia, la sceneggiatura, gli attori e lo star system, i costumi di scena, la scenografia, gli storyboard, la sala cinematografica. Si sale alla '''Galleria dei Manifesti''', che ripercorrono la storia del cinema, i film e gli autori più rilevanti e illustrano l’evoluzione del gusto figurativo, della grafica e della cartellonistica pubblicitaria.
[[File:Museo nazionale del Cinema - Cabiria (Turin).jpg|rightleft|thumb|Statua del dio Moloch, usata nel film ''[[Cabiria]]'' (1914)]]
 
Cuore spettacolare del Museo è l’'''Aula del Tempio'''<ref>{{cita web |editore=touringclub.it |titolo=Museo Nazionale del Cinema|url=https://www.touringclub.it/destinazione/localita/museo/98508/museo-nazionale-del-cinema-torino |urlmorto=sì |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20200517153727/https://www.touringclub.it/destinazione/localita/museo/98508/museo-nazionale-del-cinema-torino|dataarchivio=17 maggio 2020 }}</ref>, circondata da aree espositive dedicate ai grandi generi della storia del cinema, più un’area dedicata al capolavoro del cinema muto italiano, ''[[Cabiria]]''<ref>{{cita web |editore=nonsolocinema.com |titolo=Cabiria restaurato al 59° Festival di Cannes |url=http://www.nonsolocinema.com/Cabiria-restaurato-al-59o-Festival.html |urlmorto=sì |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20200512162600/http://www.nonsolocinema.com/Cabiria-restaurato-al-59o-Festival.html |dataarchivio=12 maggio 2020 }}</ref> e una a Torino “Città del Cinema”. Dall’Aula si accede alla '''Rampa''' '''elicoidale'''<ref>{{cita web |editore=mitosettembremusica.it |titolo=Museo Nazionale del Cinema|url=http://www.mitosettembremusica.it/it/sedi/museo-nazionale-del-cinema-mole-antonelliana.html |urlmorto=sì |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20200517155604/http://www.mitosettembremusica.it/it/sedi/museo-nazionale-del-cinema-mole-antonelliana.html|dataarchivio=17 maggio 2020 }}</ref> che, come una pellicola cinematografica, si srotola a salire verso la cupola: il percorso è sede delle mostre temporanee e permette di ammirare dall’alto l’Aula in una visione spettacolare e mozzafiato.
La '''Macchina del Cinema'''<ref>{{cita libro | autore=Mario Ricciardi | wkautore=Mario Ricciardi | editore=Apogeo Editore | anno=2008 | p=289 | titolo=Il museo dei miracoli | ISBN=9788850322367}}</ref> illustra le diverse componenti e fasi dell’industria del film: gli studi di produzione, la regia, la sceneggiatura, gli attori e lo star system, i costumi di scena, la scenografia, gli storyboard, la sala cinematografica. Si sale alla '''Galleria dei Manifesti'''<ref>{{cita libro | autore=Daniela Schembri Volpe | wkautore=Daniela Schembri Volpe | editore=Newton Compton Editori | anno=2015 | titolo=365 giornate indimenticabili da vivere a Torino | ISBN=9788854187993}}</ref>, che ripercorrono la storia del cinema, i film e gli autori più rilevanti e illustrano l’evoluzione del gusto figurativo, della grafica e della cartellonistica pubblicitaria.
 
== Attività ==
 
Il Museo Nazionale del Cinema è anche un polo di iniziative culturali, tra i più importanti a livello nazionale e internazionale. Ricerche d’avanguardia sulla conservazione dei materiali e sulla storia del cinema, un vasto programma di restauri, iniziative editoriali, rassegne cinematografiche, incontri con autori e protagonisti del cinema, programmi didattici. Da<ref>{{cita diversiweb anni il|editore=museocinema.it |titolo=Museo Nazionale del Cinema ha- ulteriormente rafforzato il suo impegno nel recupero e nel restauro di pellicole che si pensavano irrimediabilmente perduteScuole|url=http://www.museocinema.it/it/scuole Molte le|urlmorto=sì iniziative realizzate in collaborazione con prestigiose istituzioni di tutto il mondo, presentate poi, riscuotendo ampi consensi di pubblico e critica, nei maggiori festival di cinema internazionali|urlarchivio=http://web.[[Filearchive.org/web/20200517172847/http:Museo nazionale del Cinema (Turin)//www.museocinema.jpgit/it/scuole|right|thumb|Internodataarchivio=17 delmaggio 2020 museo]]}}</ref>
 
Da diversi anni il Museo Nazionale del Cinema ha ulteriormente rafforzato il suo impegno nel recupero e nel restauro di pellicole che si pensavano irrimediabilmente perdute. Molte le iniziative realizzate in collaborazione con prestigiose istituzioni di tutto il mondo, presentate poi, riscuotendo ampi consensi di pubblico e critica, nei maggiori festival di cinema internazionali<ref>{{cita libro | autore=Emanuele Gabardi | wkautore=Emanuele Gabardi | autore2=Vittoria Morganti | wkautore2=Vittoria Morganti | editore=FrancoAngeli | anno=2015 | p=61 | titolo=Musei di Torino. Nuovi modi di comunicare cultura e bellezza nella prima capitale d'Italia | ISBN=9788891711892}}</ref>.[[File:Museo nazionale del Cinema (Turin).jpg|right|thumb|Interno del museo]]
[[File:Il teschio d'oro.jpg|thumb|right|Primo bollettino della presentazione del film in tre parti ''Il teschio d'oro'' dalla brochure della FERT, esposto al Museo del cinema.]]
 
== Storia ==
Il primo progetto di costituire un museo italiano del cinema risale al giugno [[1941]], quando la studiosa piemontese di storia e di cinema [[Maria Adriana Prolo]] ([[1901]]–[[1991]]) cominciò a lavorare per realizzare l'idea.<ref name="Prolo1941">{{cita news|titolo=Si confida la direttrice Maria Adriana Prolo|pubblicazione=Stampa Sera|anno=1983|numero=299 |p=24}}</ref>
 
Col sostegno artistico di alcuni pionieri del cinema, tra cui il regista torinese [[Giovanni Pastrone]]<ref name="ProloPastrone">{{cita news|titolo=Nascita di un museo|pubblicazione=La Stampa Sera|anno=1958|numero=74 |p=3}}</ref>, che nel [[1914]] diresse proprio a [[Torino]] ''[[Cabiria]]'', il primopiù grande [[kolossal]] del cinema muto italiano, e col sostegno giornalistico di [[Francesco Pasinetti]], arrivarono i primi contributi finanziari per l'acquisto di cimeli e documenti della storia del cinema italiano. Il materiale fu inizialmente immagazzinato in una sala della [[Mole Antonelliana]], concessa dal Comune di [[Torino]].
 
Terminata la [[seconda guerra mondiale]], nel [[1946]] fu organizzata nel capoluogo piemontese la prima mostra retrospettiva nella galleria sotterranea di [[Via Roma (Torino)|via Roma]], seguita da altre mostre temporanee negli anni [[1950]]-[[1951]]. Nel [[1952]] poi, il nascente museo partecipò ad una delle prime trasmissioni televisive sperimentali, fornendo materiali e consulenze. Queste attività stimolarono l'interesse del pubblico e degli studiosi sulla collezione di cimeli, che però non riusciva a trovare un'esposizione permanente. L'idea iniziale di insediare il museo all'interno della [[Mole Antonelliana]] di [[Torino]] sfumò nel [[1953]], a causa di una [[tromba d'aria]] che danneggiò gravemente l'edificio.<brref name="bufera1953">{{cita news|titolo=Dov'è passata la bufera|pubblicazione=Stampa Sera|anno=1953|numero=123 |p=2}}</ref>
Col sostegno artistico di alcuni pionieri del cinema, tra cui il regista torinese [[Giovanni Pastrone]], che nel [[1914]] diresse proprio a [[Torino]] ''[[Cabiria]]'', il primo [[kolossal]] muto italiano, e col sostegno giornalistico di [[Francesco Pasinetti]], arrivarono i primi contributi finanziari per l'acquisto di cimeli e documenti della storia del cinema italiano. Il materiale fu inizialmente immagazzinato in una sala della [[Mole Antonelliana]], concessa dal Comune di [[Torino]].
 
Terminata la [[seconda guerra mondiale]], nel [[1946]] fu organizzata nel capoluogo piemontese la prima mostra retrospettiva nella galleria sotterranea di [[Via Roma (Torino)|via Roma]], seguita da altre mostre temporanee negli anni [[1950]]-[[1951]]. Nel [[1952]] poi, il nascente museo partecipò ad una delle prime trasmissioni televisive sperimentali, fornendo materiali e consulenze. Queste attività stimolarono l'interesse del pubblico e degli studiosi sulla collezione di cimeli, che però non riusciva a trovare un'esposizione permanente. L'idea iniziale di insediare il museo all'interno della [[Mole Antonelliana]] di [[Torino]] sfumò nel [[1953]], a causa di una [[tromba d'aria]] che danneggiò gravemente l'edificio.<br />
Nello stesso anno, arrivò a Torino [[Henri Langlois]], fondatore della ''Cinématheque française'' e del ''Musée du cinéma'' di [[Parigi]], il quale incontrò giornalisti e consiglieri comunali e li persuase della necessità di dare una sistemazione adeguata al patrimonio raccolto.
 
Il 7 luglio [[1953]], si costituì ufficialmente l'Associazione ''Museo del cinema'', che aveva tra i soci fondatori il regista [[Giovanni Pastrone|Pastrone]] (all'epoca con lo pseudonimo ''Piero Fosco''), lo sceneggiatore [[Arrigo Frusta]], lo scrittore e critico cinematografico [[Mario Gromo]], l'architetto Leonardo Mosso, Carlo Giacheri e il giornalista Bruno Ventavoli.<ref name="AMC">{{cita news|titolo=Cinema a Saint Vincent|pubblicazione=La Stampa|anno=1953|numero=168 |p=3}}</ref>
 
===Sede di Palazzo Chiablese===
Nello stesso periodo la professoressa Prolo fu nominata presidente dell'Associazione; nel [[1956]] fu anche nominata direttrice a vita del museo che, nel frattempo aveva trovato una sua sistemazione definitiva. Furono infatti sfruttati gli spazi di un'ala di [[Palazzo Chiablese]], edificio situato tra la centralissima [[Palazzo Reale (Torino)|Piazzetta Reale]] (sul lato nord di [[Piazza Castello (Torino)|Piazza Castello]]) e [[Piazza San Giovanni (Torino)|piazzetta San Giovanni]] ([[Duomo di Torino]]). Fu allestito il piano terreno, mentre una sala era adibita a locale di proiezione; la cineteca e la biblioteca furono collocati al piano superiore.
 
La sede museale fu inaugurata al pubblico il 27 settembre [[1958]].<ref name="Prolo1958">{{cita news|titolo=Nella città dove il cinema nacque è sorto il museo ad esso dedicato|pubblicazione=Stampa Sera|anno=1958|numero=230 |p=3}}</ref> Il Museo divenne membro dell'Associazione nazionale dei musei italiani nel [[1959]], e fu riconosciuto tra i musei medi dello Stato nel [[1960]].
 
Alcune delle manifestazioni più importanti di questo periodo compresero una "Mostra della caricatura nella fotografia e nel cinema dal 1839 al 1939" nel [[1960]], la "Mostra della Stereoscopia" nel [[1966]], una rassegna del cinema muto italiano in collaborazione con l'Istituto di storia del cinema e dello spettacolo dell'Università di Torino nel [[1973]], la "Mostra dei manifesti del cinema muto italiano" nel [[1974]]. Nel [[1975]] poi, si tenne a Torino il trentunesimo congresso della FIAF (Fédération internationale des archives du film), che comprendeva anche un convegno su [[Giovanni Pastrone|Pastrone]] e [[David W. Griffith]].
 
===Chiusura del museo nel 1983===
Il museo fu quindi chiuso al pubblico per ragioni di sicurezza nel [[1983]], alcuni mesi dopo l'[[incendio del Cinema Statuto]]. Alcuni allestimenti furono quindi spostati nel [[1986]] presso la sede dello storico e piccolo ''Cinema Massimo'' di via Verdi, vicino alla [[Mole Antonelliana]] e al [[Centro di produzione Rai di Torino]]<ref name="MNC1983">{{cita news|titolo=Museo del Cinema cambierà la sede|pubblicazione=La Stampa|anno=1983|numero=223 |p=15}}</ref>. Nel [[1991]] la professoressa [[Maria Adriana Prolo|Prolo]] morì, e l'anno dopo il museo divenne una ''Fondazione''<ref name="MNC1991">{{cita news|titolo=Cinema, un nuovo museo|pubblicazione=La Stampa|anno=1991|numero=236 |p=45}}</ref>, che prese il suo nome, sostenuta dall'Associazione Museo nazionale del cinema, dagli enti locali e della [[Cassa di Risparmio di Torino]], tuttavia ancora con la sede provvisoria nei piccoli spazi del ''Cinema Massimo''<ref name="MNC1993">{{cita news|titolo=Ore di grande cinema|pubblicazione=La Stampa|anno=1993|numero=281|p=45}}</ref>.
 
===Sede della Mole Antonelliana===
Nel 1995, in occasione del centenario della nascita del [[Storia del cinema|cinema]], fu deciso di trasferire l'allestimento del museo presso l'interno della vicina [[Mole Antonelliana]] così come fu inizialmente raccolto nel 1946. In una scenografia suggestiva, organizzata dall'architetto torinese Gianfranco Gritella e lo scenografo [[Svizzera|svizzero]] François Confino, nel luglio 2000 venne inaugurata l'attuale sede, presso l'interno della [[Mole Antonelliana]]<ref name="IMC2000">{{cita news|titolo=Il museo più alto del mondo - I cimeli di un secolo di celluloide|pubblicazione=La Stampa|anno=2000|numero=173 |p=25}}</ref>. In breve tempo il museo divenne tra i più visitati, con oltre due milioni di visitatori nei primi cinque anni e mezzo di attività (2000-2005).
 
Nel 2004 il regista [[Davide Ferrario (regista)|Davide Ferrario]] ambientò qui il film ''[[Dopo mezzanotte]]'' facendo conoscere il museo al grande pubblico. In occasione dei [[XX Giochi olimpici invernali]] di Torino 2006, l'allestimento fu rinnovato con nuove postazioni multimediali e interattive, tre nuovi ambienti dedicati al [[western]], al [[musical]] e alla [[fantascienza]], e un restauro del film ''[[Cabiria]]'' di [[Giovanni Pastrone]].<ref>{{cita web |editore=festival-cannes.com |titolo=Restored prints - Cabiria|url=https://www.festival-cannes.com/en/festival/films/cabiria |urlmorto=sì |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20200512163215/https://www.festival-cannes.com/en/festival/films/cabiria |lingua=EN|dataarchivio=12 maggio 2020 }}</ref>
 
== Note ==