Giovanni Antonio Orsini del Balzo: differenze tra le versioni

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|titolo = [[Principato di Taranto|Principe di Taranto]]
|altrititoli = [[Connestabile|Gran Connestabile]] del [[Regno di Napoli]]<ref>Camillo Tutini, ''Discorsi de' Sette Officii overo de' Sette Grandi del Regno di Napoli'', vol. 1, Roma, 1666, pp. 146-151.</ref>
|inizio reggenzaperiodo = [[1421]] – [[15 novembre]] [[1463]]
|fine reggenza = [[15 novembre]] [[1463]]
|predecessore = [[Giacomo de Bourbon]]
|successore = [[Isabella di Chiaromonte]]
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|consorte = Anna [[Colonna (famiglia)|Colonna]]
|figli = Caterina<br />Maria Conquesta<br />Eleonora<br />Francesca<br />Bertoldo (tutti illegittimi)
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
}}
{{Infobox militare
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Ebbe molta importanza a corte, venendo poi coinvolto nelle lotte dinastiche tra la Regina Giovanna II, sorella maggiore di Ladislao, che gli fu ostile, ed [[Alfonso V d'Aragona]], che appoggiò contro [[Luigi III d'Angiò]]; dopo l'ascesa al trono di Alfonso vide accrescere la sua potenza con la nomina a [[Connestabile|gran connestabile]] del Regno e a [[Ducato di Bari|duca di Bari]].
 
Alla morte di Alfonso tuttavia si ritirò a Taranto. Qui fu a capo di una [[Congiura dei baroni|ribellione di baroni]] ostili al nuovo Re [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]], figlio del defunto Alfonso, che era pure suo nipote acquisito, in favore di [[Giovanni II di Lorena|Giovanni d'Angiò]], figlio di [[Renato d'Angiò|Renato]] ([[1459]]). Sconfitto dopo alterne vicende, si riconciliò con Ferrante, ma morì nel [[castello di Altamura]] nel [[1463]]<ref>{{Cita|Tommaso Berloco|p. 50, nota nº. 63}}.</ref>, strangolato da un certo Paolo Tricarico, forse sicario del Re. Alla sua morte la moglie Anna Colonna se ne tornò a Genazzano. Il Re Ferrante, per la buona amministrazione esercitata, permise che ella mantenesse il feudo di Ceglie del Gualdo sino alla sua morte, avvenuta nel [[1469]]. Erroneamente, purtroppo, si credeva che Anna Colonna si fosse portata da [[Taranto]] a [[Soleto]] con un seguito di 14 donzelle e 60 cavalieri come scrive [[Elisio Calenzio]] in una sua lettera<ref>Benedetto Croce, in ''Lettere dell'umanista Elisio Calenzio al servizio di Ferdinando I d'Aragona'', in ''Archivio storico per le provincie napoletane''.</ref>.
 
Non avendo figli legittimi, nominò erede del principato la nipote [[Isabella di Chiaromonte|Isabella]], figlia della sorella Caterina e di [[Tristano di Chiaromonte]], la quale aveva sposato nel [[1444]] Ferrante d'Aragona, futuro sovrano del Regno di Napoli. Il suo principato fu quindi incamerato nel demanio regio.
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* [[Francesco Sansovino]], ''De gli hvomini illvstri della casa Orsina'', Venezia, 1565.
* Giulio Roscio, Agostino Mascardi, Fabio Leonida, Ottavio Tronsarelli et al., ''Ritratti et elogii di capitani illvstri'', Roma, 1646.
* {{Cita libro|titolo = Storie inedite della città di Altamura|autore = Tommaso Berloco|url = https://www.scribd.com/document/371395521/Tommaso-Berloco-Storie-inedite-della-citta-di-Altamura|editore = ATA - Associazione Turistica Altamurana Pro locoLoco|anno = 1985|cid = Tommaso Berloco}}
 
== Voci correlate ==