Niccolò Piccinino: differenze tra le versioni

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|luogo di morte = [[Cusago]]
|dinastia = [[Piccinino (famiglia)|Piccinino]]
|padre = Francesco Piccininoda Perugia
|madre = Nina ?<ref>{{cita|DBI}}</ref>da Callisciana
|coniuge 1 = Gabriella da Sesto
|coniuge 2 = Angelella [[Celano (famiglia)|da Celano]]
|coniuge 3 = ? [[Fortebraccio (famiglia)|Fortebraccio]]
|figli = [[Francesco Piccinino|Francesco]]<br />[[Jacopo Piccinino|Jacopo]]<br />Angelo
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
}}
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|Cause_della_morte = [[Idropisia]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Duomo di Milano]], [[Milano]]
|Nazione_servita = {{simbolo|FlorenceCoAFlag of John the Baptist.svg}} [[Repubblica di Firenze]]<br />{{simbolo|Arms of the HouseFlag of SforzaMilan.svg}} [[Ducato di Milano]]
|Forza_armata = [[Mercenari]]
|Arma =
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|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 2838 ([[14161406]]-[[1444]])
|Grado = [[Condottiero]]
|Ferite =
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|Campagne =
|Battaglie =
* [[Liberazione di Roma (1409-1410)]]
* Battaglia di [[Roccasecca]] (1411)
* [[Battaglia di Sant'Egidio]] (1416)
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== Biografia ==
[[File:Niccolò Piccinino.png|thumb|left|[[Medaglia di Niccolò Piccinino]] realizzata da [[Pisanello]]]]
Nato a Callisciana, nei pressi di [[Perugia]], nel [[1386]], era figlio di Francesco, macellaio di professione, e di Nina<ref name = "Giovanni Antonio Campano, pp. 143-144">Giovanni Antonio Campano, ''L'historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolò Piccinino pervgini'', Venezia, 1572, pp. 143-144.</ref><ref name = "Ariodante Fabretti, p. 7">Ariodante Fabretti, ''Biografie dei capitani venturieri dell'Umbria, scritte ed illustrate con documenti'', vol. 2, Montepulciano, 1842, p. 7.</ref>. Perse il padre all'età di 10 anni, ucciso da alcuni esponenti della fazione popolare dei ''[[Raspanti]]''<ref name = "Ariodante Fabretti, p. 7"/>, e visse con la madre per altri due anni, quando di nascosto fuggì a [[Firenze]] a trovare suo zio Biagio da Callisciana, il quale gli permise poi di trasferirsi a [[Bologna]] e qui di iniziare la carriera militare sotto Bartolomeo da Sesto<ref name = "Giovanni Antonio Campano, pp. 143-144"/>. Poiché a causa della sua giovane età e ridotta statura era il più 'piccolo' tra gli uomini d'arme della [[compagnia di ventura]] di quest'ultimo, ricevette il soprannome di ''Piccinino'', che divenne poi il suo cognome e fu ereditato dai suoi discendenti insieme al suo [[stemma]] ''d'azzurro al toro d'oro rampante'', ideato presumibilmente in tale periodo<ref>Giovanni Antonio Campano, ''L'historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolò Piccinino pervgini'', Venezia, 1572, p. 144.</ref>.
Nato a Callisciana, nei pressi di [[Perugia]], era figlio di un macellaio. Fu avviato al mestiere di lanaiolo, ma preferì trasferirsi in [[Romagna]] come garzone di un uomo d'armi che gli insegnò l'arte della guerra.
 
NelAlcuni anni prima del [[14161411]], iniziòdata lain suacui carrierapartecipò militarealla battaglia di [[Roccasecca]], era passato al servizio di [[Braccio da Montone]], all'epoca militante per la [[Repubblica di Firenze]]. Alla morte del suodi condottieroquesti, avvenuta durantenel la[[1424]], al termine della [[guerra dell'Aquila]], seguita subito dopo ([[1423]]-[[14241425]]), subito seguita da quella del figlio di quest'ultimo, [[Oddo Fortebraccio|Oddo]], il Piccinino divenne lail guidacomandante della ''condotta''compagnia di Bracciobraccesca. DopoServì unpoi breve periodo al servizio dellail [[Repubblicaduca]] di Firenze[[Milano]], servì [[Filippo Maria Visconti]], [[duca di Milano]] ([[1425]]), per il quale, insieme a [[Niccolò Fortebraccio]], combatté contro la legaLega formata dalda [[Papa Eugenio IV]], la [[Repubblica di Venezia]] e [[quella di Firenze]]<ref>WolfangWolfgang Block, ''Die condottieri'', Berlino, Anghieri, 1913, p. 31.</ref>.
 
Nel [[1427]] prese parte alla [[battaglia di Maclodio]], aschierato beneficionelle fila del [[Ducato di Milano]].
 
Nel [[1430]] andò in [[Lunigiana]] e poi, al comando delle truppe [[Repubblica di Genova|genovesi]] e [[Repubblica di Lucca|lucchesi]], sconfisse i fiorentini nella [[Battagliabattaglia del Serchio]], presso [[Lucca]].
 
Sconfitte le forzetruppe [[Stato Pontificio|papali]] a [[Castel Bolognese]] nel ([[1434]]), seguite però da una seconda armata comandata da [[Francesco Sforza]] che sconfissero ed uccisero Fortebraccio a [[Fiordimonte]], il Piccinino rimase da solo al comando e, in una serie di campagne contro gli Sforza, conquistò un certocospicuo numero di cittàfeudi in [[Romagna]].
 
Nel [[1438]], durante la guerra tra la [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] e il [[Ducato di Milano]], il Piccinino combatté nuovamente per [[Filippo Maria Visconti]] e tentò di occupare con un lungo assedio la città di [[Brescia]], ma il condottiero [[Scaramuccia da Forlì]], al servizio didei [[Venezia]]veneziani, intervenne con successo per scongiurarenell'arginare l'assedio. NelL'anno successivo ([[1439]]) Niccolò combatté ancora in [[Lombardia]] ottenendo diversi successi contro lo Sforza, chepassato eranel entratofrattempo al serviziosoldo didei Veneziaveneziani, fino ad essere sconfitto dallo stesso a [[Tenno]].
 
Il duca lo inviò allora in [[Toscana]] nella speranza che i fiorentini ritirassero le forze mandate in aiuto ai veneziani. Devastò quindi il [[Mugello]], cercando nel contempo di indurre mediante corrispondenza epistolare il duca a mandarlo in [[Umbria]] dove sperava, come altri condottieri del suo tempo, di costituire un proprio Stato feudale.
Nonostante una serie di vittorie il Piccinino venne sconfitto a [[Tenno]] dai veneziani, aiutati dallo [[Sforza]]. Il duca lo inviò allora in [[Toscana]] nella speranza che i fiorentini ritirassero le forze mandate in aiuto di Venezia.
 
Il 29 giugno [[1440]] Niccolò si recò a [[Sansepolcro]], dove, lasciati i bagagli ed arruolati 2.000 uomini del luogo che odiavano la città rivale, mosse contro [[Anghiari]]. Nella piana tra le due città l'esercito del duca, condottoguidato dal Piccinino, venne travolto dai fiorentini comandati da [[Michele Attendolo|Micheletto Attendolo]] e Giampaolo [[Orsini]]: lalo battagliascontro verrà poi immortalataimmortalato dal genio dida [[Leonardo da Vinci]] neglinel studi[[Battaglia perdi ilAnghiari (Leonardo)|perduto affresco]] della [[Battagliabattaglia di Anghiari]]. Al Piccinino non restò che ritornarefare ritorno in Lombardia<ref>Ercole Ricotti, ''Storia delle compagnie di ventura in Italia'', Torino, 1844, p. 77.</ref>.
Devastò il [[Mugello]], vicino a [[Fiesole]] intercettò alcune lettere della [[Signoria cittadina|signoria]] fiorentina in cui si consigliava al capitano Piergiampaolo [[Orsini]] di non "cercare" la battaglia.
 
Il Piccinino indusse il duca di Milano a destinarlo in Umbria dove sperava, come altri condottieri, di conquistare un proprio dominio.
 
Il 29 giugno [[1440]] Niccolò si recò a [[Sansepolcro]], dove, lasciati i bagagli ed arruolati 2.000 uomini del luogo che odiavano la città rivale, mosse contro [[Anghiari]]. Nella piana tra le due città l'esercito del duca, condotto dal Piccinino, venne travolto dai fiorentini comandati da [[Michele Attendolo|Micheletto Attendolo]] e Giampaolo Orsini: la battaglia verrà poi immortalata dal genio di [[Leonardo da Vinci]] negli studi per il perduto affresco della [[Battaglia di Anghiari]]. Al Piccinino non restò che ritornare in Lombardia<ref>Ercole Ricotti, p. 77.</ref>.
 
[[File:Peter Paul Ruben's copy of the lost Battle of Anghiari.jpg|thumb|right|[[Pieter Paul Rubens]], ''Battaglia di Anghiari'', copia dell'[[Battaglia di Anghiari (Leonardo)|omonima opera]] di [[Leonardo da Vinci]]. Niccolò Piccinino è il secondo cavaliere da sinistra.]]
 
Nel febbraio del [[1441]], guidando le truppe milanesi, invase la bassa pianura bresciana, nel tentativo di riportarla sotto le insegne [[Visconti|viscontee]]. Venezia mosse il proprio esercito e lo affidò alnuovamente contea [[Francesco Sforza]], cheil quale, partendo da [[Verona]], marciò su Brescia eper quindipoi discesediscendere fino a [[Cignano]], dove i due eserciti si affrontarono il 25 giugno si affrontarono.
 
Nel novembre del [[1442]] con l'aiuto dei perugini pose l'assedio diad [[Assisi]], difesa da [[Alessandro Sforza]]. Dopo diversi giorni di inutili tentativi, le truppe del Piccinino, anche grazie anche all'aiuto di un frate traditore che indicò un accesso nascosto in un antico acquedotto romano, riuscirono a penetrare all'interno della cerchia di muracittà e la città, difesa in quel periodo da [[Alessandro Sforza]], venne duramente saccheggiata ea devastatasaccheggiarla. Il Piccinino si oppose comunque alla completa distruzione della città rifiutando i 15.000 [[Fiorino|fiorini]] offertioffertigli dai perugini al riguardo<ref>Arnaldo Fortini, in ''Assisi nel Medioevo'', Società internazionale degli studi francescani, Edizioni Roma, 1940.</ref>.
 
Nel [[1443]] pose l'assedio a [[Monteleone d'Orvieto|Monteleone]] ecercando dopodi unscacciarne mese,il avendolafeudatario ridottaUgolino allada fame, cercò di cacciareMontemarte. Ugolino dialla Montemartefine dasi [[Corbaraarrese (Orvieto)|Corbara]]. Ugolinoe fu costretto a lasciarecedergli Monteleone,anche [[MontegabbioneCarnaiola]] e [[CarnaiolaMontegabbione]]. In seguito vennefu richiamato dal duca di Milano e, durante la sua assenza, le sue truppe furonosubirono una dura sconfittesconfitta a [[Montolmo]].
 
Poco dopo, il 15 ottobre [[1444]], il condottiero si ammalò di [[idropisia]] e morì all'età di 58 anni, non senza il sospetto di essere stato avvelenato. Fu sepolto nel [[duomoDuomo di Milano]].
 
[[File:3439 - Milano - Duomo - Deambulatorio - Lapide x Francesco e Niccolò Piccinino - Foto Giovanni Dall'Orto - 6-Dec-2007a.jpg|thumb|upright=1.4|[[Duomo di Milano]], tomba di Niccolò Piccinino e di suo figlio [[Francesco Piccinino|Francesco]]]]
 
== Discendenza ==
Niccolò Piccinino si sposò nel [[1406]] con Gabriella da Sesto<ref nelname [[1406]]= "Giovanni Antonio Campano, pp. 144-145">Giovanni Antonio Campano, ''L'historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolò Piccinino pervgini'', Venezia, 1572, pp. 144-145.</ref><ref name = "Ariodante Fabretti, p. 8">Ariodante Fabretti, ''Biografie dei capitani venturieri dell'Umbria'', scritte ed illustrate con documenti, vol. 2, Montepulciano, 1842, p. 8.</ref>, figlia di Bartolomeo, da cui ebbe [[Francesco Piccinino|Francesco]]. Gabriella, accusataverrà diuccisa dal marito l'anno seguente ([[adulterio1407]]), vennecon fattal'accusa uccideredi dal marito[[adulterio]]<ref name = A>Si"Giovanni vedaAntonio ilCampano, collegamentopp. esterno144-145"/><ref sulname sito= web"Ariodante Fabretti, ''condottieridiventurap.it''.< 8"/ref>. Si risposò con Angelella [[Celano (famiglia)|da Celano]], sorella della più nota [[Jacovella da Celano|Jacovella]]<ref>IlNiccolò Piccinino vincola alcuni beni dotali tra cui i castellifeudi di Pescina[[Cocullo]], Cocullo [[Gagliano Aterno]], [[Pescina]], ecc., siSi veda Rodolfo Lanciani, in ''Il patrimonio della famiglia Colonna al tempo di Martino V (1417-1431)'', in R. Società Romanaromana di storia patria, 1897, ppp. 396-399.</ref>. Il matrimonio durò fino al [[1423]], quando il condottiero si risposò con una nipote di [[Braccio da Montone]]<ref>Giovanni Antonio Campano, ''L'historie et vite di Braccio Fortebracci detto da cuiMontone, ebbeet duedi figliNicolò Piccinino pervgini'', Venezia, 1572, p. 133-145.</ref>, figlia di suo fratello Giovanni, da cui ebbe [[Jacopo Piccinino|Jacopo]] e Angelo. Questa nuova unione coniugale deve essere terminata nel [[1440]], in quanto in tale anno si ritrova il condottiero tra i pretendenti al matrimonio con [[Bianca Maria Visconti]], matrimonio che poi non si realizzerà<ref>Si nameveda =il Acollegamento esterno sul sito web ''condottieridiventura.it''.</ref>.
 
== Note ==
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* [[Giovanni Antonio Campano]], ''L'historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolò Piccinino pervgini'', Venezia, 1572.
* Giulio Roscio, Agostino Mascardi, Fabio Leonida, Ottavio Tronsarelli et al., ''Ritratti et elogii di capitani illvstri'', Roma, 1646.
* [[Lorenzo Spirito Gualtieri]], ''L'altroAltro Marte'', Vicenza, 18491489.
* {{DBI||PICCININO, Niccolò Piccinino|autore=Serena Ferente|vol=83|anno=2015}}
* WolfangWolfgang Block, ''Die Condottiericondottieri'', Berlino, Anghieri, 1913.
 
== Voci correlate ==
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* [[Francesco Piccinino]]
* [[Jacopo Piccinino]]
* [[Liberazione di Roma (1409-1410)|Liberazione di Roma]]
* [[Battaglia di Sant'Egidio]]
* [[Guerra dell'Aquila]]
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Biografie|Guerra|Medioevo}}
 
[[Categoria:Condottieri italiani]]