Gaio Sallustio Crispo: differenze tra le versioni

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Subito dopo l'espulsione dal Senato, Sallustio raggiunse Cesare in [[Gallia]], mentre si accingeva a completarne la conquista, e fu al suo fianco nella [[Guerra civile romana (49-45 a.C.)|guerra civile]] del [[49 a.C.|49]],<ref name="RefBiblio5"/> durante la quale Sallustio divenne uno dei capi del partito cesariano; lo stesso anno fu riammesso in senato per intercessione di Cesare (nel [[48 a.C.]]<ref name="Mazzolani8">{{cita|Storoni Mazzolani 1976|p. 8}}.</ref>), mentre due anni dopo gli fu assegnata la [[pretore (storia romana)|pretura]].<ref name="RefBiblio5"/> Durante il conflitto svolse alcuni importanti incarichi militari, in particolare una fortunata spedizione nel [[46 a.C.]], durante le operazioni in [[Africa]], contro l'isola di ''Cercina'' (l'attuale [[Chergui]] nell'[[arcipelago]] delle [[isole Kerkennah]]), presidiata dai pompeiani, allo scopo di derubarli delle riserve di [[Triticum|frumento]].<ref name="RefBiblio4"/><ref name="RefBiblio5"/>
 
Nello stesso anno prese parte alla decisiva [[battaglia di Tapso|battaglia]] che ebbe luogo a [[Tapso]]; in tale occasione probabilmente diede buona prova di sé,<ref name="RefBiblio4"/> dato che, dopo la sconfitta dei pompeiani, gli fu riconferita la pretura e fu nominato governatore (con il titolo di ''[[Propretore|propraetor]]'') della neonata [[Provincia romana|provincia]] nordafricana dell'''[[Africa (provincia romana)|Africa Nova]]'', originatasi dal disfacimento del regno di [[Numidia]].<ref name="RefBiblio4"/> Nei diciotto mesi del suo mandato poté, secondo il malcostume del tempo, arricchirsi a dismisura, impadronendosi delle ricchezze dell'ultimo re numida, [[Giuba I]], ed incassando [[Corruzione|tangenti]] sugli appalti pubblici. Il suo malgoverno gli valse, al rientro a Roma, l'accusa ''[[de repetundis]]''.<ref name="RefBiblio4"/><ref name="RefBiblio6"/>
 
=== L'abbandono della politica e gli ultimi anni ===