Arbegnuoc: differenze tra le versioni

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[[File:Ilio Barontini e arbegnuoc.jpg|thumb|left|upright=1.3|L'esponente del [[Partito Comunista d'Italia]] [[Ilio Barontini]], quarto da sinistra, insieme a guerriglieri ''arbegnuoc'' nel Goggiam nel 1939-40]]
 
In precedenza, nel mese di dicembre del 1938, il [[Partito Comunista Italianod'Italia]], aveva già inviato una sua missione in Etiopia per valutare la situazione, prendere contatti con gli ''arbegnuoc'' e iniziare un programma di addestramento dei guerriglieri. [[Giuseppe di Vittorio]] ne parlò per la prima volta con [[Anton Ukmar]] nell'inverno del 1937 e la decisione venne presa l'8 dicembre 1938; il primo a partire ed a raggiungere l'Etiopia passando per [[Khartoum]] fu [[Ilio Barontini]] che a febbraio 1939 poté già mandare un rapporto fiducioso sulle qualità e la determinazione dei combattenti abissini<ref>{{cita|Dominioni|pp. 286-289}}.</ref>. A primavera partirono anche Uckmar e [[Domenico Rolla]], accompagnati dall'agente segreto francese colonnello Paul Robert Monnier e dall'inviato del Negus Lorenzo Taezaz<ref>{{cita|Dominioni|p. 289}}.</ref>. Dopo essersi incontrati a maggio 1939 in territorio abissino, Uckmar e Barontini si divisero per iniziare i loro progetti di collaborazione e addestramento; la missione di Uckmar si stabilì nel Goggiam e nella zona di Gondar, mentre Barontini, che agiva con lo pseudonimo di "Paul Langlois" o di "Paolo De Bargili", entrò in collegamento con Mangascià Giamberiè e i suoi guerriglieri<ref>{{cita|Dominioni|pp. 289-292}}.</ref>.
 
La missione continuò fino al marzo 1940 quando i comunisti italiani e Taezaz iniziarono il viaggio di ritorno in Francia; nel frattempo il colonnello Monnier invece era morto di malattia nel novembre 1939; le autorità fasciste vennero a conoscenza della missione dei comunisti italiani in Etiopia ma le loro notizie erano imprecise; in particolare non identificarono "Langlois-De Bargili" con Barontini<ref>{{cita|Dominioni|pp. 290-292}}.</ref>. La missione non raggiunse grandi risultati pratici anche se in particolare Barontini svolse importanti compiti di addestramento nel campo degli esplosivi e diede utili consigli tattici agli ''arbegnuoc''; fu invece importante dal punto di vista morale e diede la possibilità di entrare in collegamento con i principali capi della resistenza<ref>{{cita|Dominioni|pp. 292-293}}.</ref>. Inoltre al termine della missione Taezaz poté fornire utili informazioni agli alti comandi anglo-francesi sulla reale situazione in Etiopia: gli italiani nonostante la loro apparente superiorità, non avevano il pieno controllo del territorio e la guerriglia ''arbegnuoc'' appariva in grado, se validamente sostenuta da consiglieri, armi ed equipaggiamenti, di sviluppare una rivolta generale e contribuire a disgregare completamente il dominio dell'occupante<ref name="DB338">{{cita|Del Boca|vol. III, p. 338}}.</ref>.